San Valentino: chi era, origini e perché si festeggia il 14 febbraio

Redazione:

Il 14 febbraio di ogni anno, milioni di persone in tutto il mondo scambiano carte, fiori, cioccolatini e regali, celebrando così la festa di San Valentino. Ma chi era San Valentino? E perché il suo giorno è diventato sinonimo dell’amore e dell’affetto?

In questo articolo, esploreremo la storia affascinante di San Valentino, dall’origine della festa alle diverse tradizioni che caratterizzano questa celebrazione in varie parti del mondo. Preparati a scoprire una storia che intreccia amore proibito, coraggio e devozione attraverso i secoli.

Qual è la storia di San Valentino?

Santi di nome Valentino ne esistono molti, tutti martiri, e questo rende molto complicato avere fonti certe sulla tradizione. Tra l’altro alcuni sono più noti di altri, ma procediamo con ordine.

Secondo Focus, esisterebbero due Valentini. Il primo nacque a Interamna, la Terni attuale, nel 176 d.C. e viene descritto come il santo guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore, soprattutto perché guidava gli innamorati verso il matrimonio e a dare alla luce dei figli.

Il secondo, forse quello più noto, come spiega anche Il Messaggero, sarebbe il sacerdote cristiano Valentino, il quale sarebbe morto tra il 270 e il 275 durante l’impero di Aureliano. In base a questa leggenda, Valentino sarebbe stato giustiziato perché avrebbe celebrato un matrimonio tra persone di fede diversa, la cristiana Serapia e il legionario romano pagano Sabano.

La cerimonia si sarebbe svolta in fretta in quanto Serapia era malata (si dice di tifi) e i due sposi sarebbero morti insieme proprio poco dopo le nozze o mentre Valentino li benediceva. Dopo le nozze sarebbe seguito il martirio del celebrante.

Un’altra versione della storia, come segnala Studenti.it, riguarderebbe un Valentino nato anch’esso a Interamna nel 176, ma morto a Roma il 14 febbraio 273. In questo caso, Valentino si sarebbe convertito al Cristianesimo, nel 197 fu ordinato Vescovo di Terni e nel 270 si recò a Roma per convertire i pagani. Qui l’imperatore Claudio II provò a convincerlo ad abiurare la propria fede, Valentino rifiutò e tentò di convertire lo stesso imperatore, che però lo affidò a una famiglia nobiliare. Tuttavia, a causa della sua crescente popolarità, fu arrestato dal successivo imperatore Aureliano, che ne ordinò la decapitazione. Il suo corpo poi sarebbe stato seppellito a Terni.

La diocesi di Terni invece spiega che esiste un’altra leggenda popolare su questo Santo. Un giorno, sentendo litigare due giovani fidanzati, Valentino donò loro una rosa che, insieme al volto sereno e sorridente del vecchio, avrebbe calmato la coppia.

Sempre la diocesi di Terni scrive che, storicamente parlando, il San Valentino patrono di Terni sarebbe stato decapitato con tutta probabilità sulla Via Flaminia, vicino a Terni, nel 374. La sua prima menzione sarebbe avvenuta nel Martirologio Geronimiano, in cui ci sarebbe l’elogio al 14 febbraio. Secondo questa fonte, Valentino avrebbe curato Cratone, un giovane con una malattia neurologia rara, dopo averlo convertito. Per questo motivo, il Senato di Roma lo fece arrestare e giustiziare.

Nel mondo letterario invece il 14 febbraio sarebbe stata indicata come festa di San Valentino da Geoffrey Chaucer, autore dei “Racconti di Canterbury“, il quale in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia ha scritto “The Parliament of Fowls“, un poema che associa Cupido a San Valentino.

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Perché si festeggia San Valentino il 14 febbraio?

La scelta del 14 febbraio come giorno di San Valentino sembra risalire alla volontà della Chiesa Cristiana di cristianizzare le feste pagane. In particolare, le radici di San Valentino affonderebbe nei Lupercalia, riti pagani celebrati nell’antichità con festeggiamenti sfrenati e sacrifici animali al dio della fertilità Luperco. Nel 496 d.C. papa Gelasio pose fine a queste feste che si celebravano il 15 febbraio, sostituendolo con la festa del 14 febbraio.

La tradizione dei regali a San Valentino

Oggi San Valentino è una festa caratterizzata dallo scambio delle valentine, cioè biglietti d’amore rappresentativi della festa dell’amore romantico. Secondo la tradizione moderna, come spiega Il Messaggero, il primo valentino sarebbe stato scritto da Carlo d’Orlèans nel XV secolo, mentre era detenuto nella Torre di Londra dopo la sconfitta di Agincourt. L’uomo avrebbe scritto alla sua seconda moglie Bonne di Armagnac le seguenti parole: “Sono già malato d’amore, mia dolcissima Valentina”.

Nel tempo questa pratica dei valentini si sarebbe sempre più commercializzata, e in molti indicano nella figura dell’imprenditore Esther Howland (1828-1904) l’inizio della commercializzazione su scala industriale della festività.

Come si festeggia San Valentino nelle altre parti del mondo?

La festa di San Valentino ha assunto diverse forme e significati nelle varie culture del mondo. Ecco alcune delle tradizioni più uniche:

  • In Giappone è consuetudine che siano le donne a regalare cioccolatini agli uomini il giorno di San Valentino. Un mese dopo, il 14 marzo, si celebra il “White Day”, quando gli uomini ricambiano i regali ricevuti.
  • Negli USA vengono scambiati i biglietti di San Valentino non solo tra innamorati, ma tra tutte le persone che hanno legami d’affetto.
  • In Galles, la festa degli innamorati si celebra il 25 gennaio, giorno di Saint Dwynwen, il santo patrono degli amanti gallesi. È tradizione regalare cucchiai di legno intagliati, noti come “lovespoons”, simboli di affetto e impegno.
  • In Brasile la “Dia dos Namorados” (giorno degli innamorati) si celebra il 12 giugno
  • In Cina si chiama Qixi, si festeggia a inizio agosto e ricorda la storia della fata Zhinu e del contadino Niulang, due innamorati che furono trasformati in stelle dalla madre della fata: secondo la leggenda, la Via Lattea sarebbe stata creata per separarli, e così si possono vedere solo una notte durante l’anno.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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