La Giornata della Memoria (in inglese “International Holocaust Remembrance Day”), che si celebra ogni anno il 27 gennaio, è un momento di riflessione collettiva per ricordare le atrocità compiute durante l’Olocausto della Germania nazista, e far sì che non si ripetano nella storia.
Questo giorno rappresenta un’occasione per ricordare le vittime del genocidio nazista, in particolare gli ebrei, ma anche tutte le altre persone perseguitate per motivi razziali, etnici, politici e sociali: tra di loro, figurano anche le persone con disabilità, vittime del progetto T4.
È una giornata che ci invita a confrontarci con le terribili conseguenze dell’odio, dell’intolleranza e della discriminazione. In un mondo che continua a lottare contro le intolleranze a fronte di un aumento dell’odio razziale, la Giornata della Memoria è un richiamo urgente a mantenere viva la consapevolezza di quanto possa essere devastante la violenza del razzismo e dell’antisemitismo.
Perché il 27 gennaio è la Giornata della Memoria?
La scelta del 27 gennaio come data ricorrente per celebrare la Giornata della Memoria non è casuale. Di fatto il 27 gennaio 1945 fu il giorno in cui vennero aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau (Polonia) da parte dell’esercito sovietico, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Fu una delle tanti occasioni di quell’anno per far venire alla luce le atrocità compiute dal genocidio nazista.
Sono passati ormai 80 anni da quella data, ma ancora oggi l’esercizio del ricordo assume più significato di fronte a politiche sempre più discriminatorie. Secondo quanto racconta Il Post, ad Auschwitz furono rinchiusi 1,3 milioni di persone, ma ne sopravvissero solo poche migliaia. Prima però che l’Armata Rossa liberò il campo, i nazisti tentarono di smantellare completamente i lager, non riuscendoci completamente. Prima di Auschwitz, le forze sovietiche aprirono il campo di Majdanek (Polonia) nel luglio 1944.
Lo United States Holocaust Memorial Museum definisce come Olocausto un’era che iniziò nel gennaio 1933, quando Adolf Hitler salì al potere, dando inizio alla storia della Germania nazista. Terminò invece nel maggio 1945, con la sconfitta della stessa Germania nella Seconda Guerra Mondiale. In base ai loro dati, furono assassinati sei milioni di ebrei, sebbene le statistiche potrebbero essere sottostimate visto che molte prove furono cancellate dagli stessi nazisti.
Chi ha istituito la Giornata della Memoria?
Il 1° novembre 2005 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, attraverso la risoluzione 60/7, istituirono la Giornata della Memoria proprio per commemorare le vittime dell’Olocausto, e far sì che questi ignobili eventi non venissero dimenticata.
Attraverso il Giorno della Memoria, ogni Stato membro dell’ONU ha il dovere di tramandare, spiegare e mostrare le atrocità compiute dalla Germania nazista alle generazioni future, attraverso lezioni storiche che possano aiutare a evitare che certe dinamiche si ripetano.
Altresì tale risoluzione punta a combattere ogni forma di negazionismo degli eventi e permette a quei luoghi, un tempo dimora delle atrocità dell’Olocausto, di essere conservati e visitabili dalle persone di tutto il mondo, come simbolo delle conseguenze dell’intolleranza e dell’odio razziale.
Cosa dice la legge italiana sulla Giornata della Memoria
L’Italia anticipò di 5 anni la risoluzione delle Nazioni Unite, visto che la Giornata della Memoria fu definita in base alle legge n. 211 del 20 luglio 2000. La normativa contiene solamente due articoli:
- “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
- “In occasione del ‘Giorno della Memoria’ di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.”
Leggi anche: Elenco Giornate Mondiali e Nazionali
Perché i nazisti presero di mira gli ebrei?
Come abbiamo detto poc’anzi, le vittime dell’Olocausto nazista furono principalmente gli ebrei, ma anche altre minoranze, come le persone con disabilità. Sempre secondo lo United States Holocaust Memorial Museum, fondamentalmente c’è una matrice di odio raziale e antisemitismo, pregiudizi ideologici che portarono la Germania nazista a indicare gli ebrei come causa dei propri problemi sociali, economici, politici e culturali. In base poi al principio razziale secondo cui una razza fosse superiore all’altra, gli ebrei venivano considerati come facenti parte della razza più inferiore e pericolosa di tutte.
Questi sentimenti di odio poterono attecchire nella società tedesca poiché i cittadini erano arrabbiati per la sconfitta rimediata nella Prima Guerra Mondiale, a cui seguirono crisi economiche, politiche e sociali che resero la nazione instabile e facilmente manipolabile da odio e pregiudizio.
Le persecuzioni naziste nei confronti degli ebrei furono operate in vari modi: propaganda antisemita, leggi antisemite, violenza organizzata, boicottaggio della vita sociale ed economica all’interno della Germania, lavoro forzato, internamento, espulsione e deportazione. Inizialmente però la politica nazista non prevedeva il genocidio, ma iniziò nel 1941 quando si iniziò a parlare di “Soluzione finale alla questione ebraica“, cioè l’omicidio di massa sistematico nei confronti degli ebrei europei.
Cosa si fa durante la Giornata della Memoria?
Durante la Giornata della Memoria, in Italia e in molti altri Paesi vengono organizzate numerose iniziative per ricordare le vittime dell’Olocausto e riflettere sui temi legati alla discriminazione e all’intolleranza. Le attività variano da eventi commemorativi a momenti educativi, coinvolgendo scuole, istituzioni, associazioni e la società civile in generale.
Un cittadino può partecipare alla Giornata della Memoria in molti modi, contribuendo così a preservare la memoria storica e a contrastare le discriminazioni. Una delle cose più significative che può fare è partecipare a eventi pubblici o cerimonie organizzate in città, come quelle presso monumenti o luoghi simbolici legati all’Olocausto. Questi momenti di riflessione collettiva sono un’opportunità per dimostrare solidarietà e rinnovare l’impegno contro l’odio e la violenza.
Inoltre, un cittadino può decidere di approfondire il proprio sapere sull’Olocausto, leggendo libri, guardando documentari o film che raccontano quella tragica pagina della storia. Questo non solo arricchisce la propria conoscenza, ma aiuta anche a comprendere meglio le conseguenze della discriminazione, affinché non si ripeta più.
Riflettere personalmente su quanto accaduto, magari avviando conversazioni con amici e familiari sul significato della memoria storica e sul ruolo che ogni individuo può avere nel contrastare l’intolleranza oggi, è un altro modo per rendere la Giornata della Memoria un momento di crescita e consapevolezza. La memoria, infatti, non è solo un atto di commemorazione, ma un impegno concreto per il presente e il futuro.
Perché è giusto ricordare il Giorno della Memoria?
C’è un concetto incredibile che andrebbe trasmesso in questa Giornata: essere testimone dei testimoni, tramandare le atrocità di quanto avvenuto durante l’Olocausto senza mai perdere la Memoria. Un’esercizio quanto un lavoro fondamentale per evitare di dimenticare.
Un approccio che rappresenta un atto fondamentale di responsabilità collettiva verso le vittime dell’Olocausto e di tutte le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale. Non si tratta solo di celebrare una data storica, ma di preservare la memoria di chi ha sofferto e di evitare che le atrocità del passato possano ripetersi.
Ricordare significa anche riconoscere l’importanza di contrastare l’intolleranza, il razzismo e tutte le forme di discriminazione che continuano a esistere nel mondo di oggi, e che in certi casi si stanno acutizzando. La memoria storica, infatti, è uno strumento di educazione e di sensibilizzazione: ci aiuta a capire come l’odio possa degenerare in violenza sistematica e ci ricorda che ciascuno di noi ha il dovere di proteggere la dignità di ogni essere umano, senza distinzioni.
Leggi anche: Sterminio disabili: il progetto Aktion T4 e l’Eugenetica nazista