Il bullismo, un atto di violenza

Redazione:

Bullismo e disabili

Il bullismo, sia di natura fisica che psicologica, è una forma di comportamento sociale intenzionalmente violenta nei confronti di persone che il cosiddetto “bullo” considera dei bersagli facili incapaci di difendersi. Con il termine bullismo in genere non si fa riferimento ad un singolo atto, ma ad una serie di comportamenti che si ripetono nel tempo, solitamente all’interno di un gruppo, da parte di qualcuno che fa o dice cose per poter prevaricare su qualcun’altro.

Cronache di cicatrici

“Le cicatrici sul suo corpo raccontano più di mille parole. Ne ha talmente tante di quelle bruciature, sul mento, sulle braccia, sulla testa, da perdere il conto. Sono quattro anni che viene trattato come un posacenere umano, quattro anni che quei compagni di classe lo bruciano. Lo bruciano dappertutto. Sigarette spente addosso, quasi ogni mese, una, due, tre, venti volte.”
Manuel ha 19 anni e soffre di ritardo cognitivo.

“Tre ragazzi la ricoprono di botte e di sputi. Aicha, una ragazzina marocchina disabile, urla e piange. L’insegnante se ne accorge ma si allontana e tace.”

“Legato con lo scotch a un albero e fotografato da una banda di bulli, l’immagine è finita su Facebook e ora sta facendo il giro del web. Protagonista un uomo di 50 anni , con problemi di alcolismo e di natura psichica.”

«Già dai primissimi giorni di frequenza – dicono il papà e la mamma di Marco – nostro figlio è stato importunato e percosso da compagni di classe. Gli stringevano le mani al collo, come per soffocarlo.”

Questi fatti di cronaca sono alcuni dei numerosi esempi di comportamento violento, sia fisico che di natura psicologica, che ci aiutano a dare un volto al fenomeno comunemente definito “bullismo“.  Fenomeno le cui conseguenze, nel particolare caso di vittime disabili,  si ripercuotono inevitabilmente sulla società.

Che cos’è il bullismo?

Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto da parte di qualcuno più forte ai danni di qualcuno più debole.
Il bullismo, per essere definito tale, deve presentare tre caratteristiche precise:

  1. intenzionalità;
  2. persistenza nel tempo;
  3. asimmetria nella relazione.

Vale a dire: un’azione intenzionale eseguita al fine di arrecare danno alla vittima, ripetuta nei confronti di un particolare soggetto e caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce.

E’ possibile distinguere tra bullismo diretto, che comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima (sia di tipo fisico che verbale), bullismo indiretto, che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone (esclusione dal gruppo dei pari, l’isolamento, la diffusione di pettegolezzi e calunnie), e cyberbullismo, quando le azioni di bullismo si verificano attraverso Internet o il cellulare.
Le vittime di bullismo sono in percentuali simili tra maschi e femmine. Mentre i primi sono a rischio prevalentemente in età preadolescenziale (56,3%) con un calo significativo dopo i 15 anni (i casi scendono al 15,5%), per le seconde il livello di guardia non si abbassa mai.

Come si manifesta?

Essere chiamati con soprannomi antipatici in modo ripetitivo e canzonatorio, ricevere insulti o minacce, essere presi a calci e pugni. E poi ancora, venire molestati fisicamente, essere forzati a donare soldi o proprietà personali. Venire derisi per la propria religione, il colore della pelle, la sessualità, la disabilità, lo status sociale; essere ignorati o emarginati.
Questo significa essere vittima di bullismo.

I protagonisti del bullismo

Quasi come si trattasse di un copione, nelle azioni di bullismo si identificano quasi sempre i seguenti ruoli:

  • bullo: è colui che fa prepotenze ai compagni
  • aiutante/complice: è comunque un prepotente ma non agisce da solo, è seguace de bullo
  • sostenitore: colui che rinforza il comportamento del bullo ridendo, scherzando o semplicemente stando a guardare
  • difensore: rinforza il comportamento del bullo ridendo, scherzando o semplicemente stando a guardare
  • esterno: colui che non fa niente ed evita il coinvolgimento diretto o indiretto in situazione di prepotenza
  • vittima: colui che più spesso subisce le prepotenze.

Bullismo e disabilità

Bullismo e disabiliPrendersela con coloro che sono ritenuti “i più deboli” sembra essere un fondamento ben radicato nel comportamento dei bulli. Rivoltarsi contro una persona incapace di reagire (che sia per un limite fisico, mentale o per semplice paura) rende il gioco molto più semplice e divertente.
Nel caso di vittima disabile però, oltre al danno personale si deve considerare un particolare danno sociale, come quello che deriva dalla distruzione di un investimento costituito dal lavoro abilitativo delle famiglie e dall’impegno riabilitativo dei professionisti, ad esempio.
Un atto di bullismo vissuto o subito vanifica tutto questo lavoro, riduce nelle vittime la fiducia negli altri, rende più grandi e pesanti i limiti.
Sta ad una corretta politica ed etica delle diversità quindi, segnare il passo. La società e la scuola inclusive non si ottengono semplicemente ponendo una pedana davanti ad un gradino o attrezzando il bagno a norma.
E sta a noi istruirci su ciò che non sappiamo, accettare le correzioni sul linguaggio, mostrare un po’ più di curiosità e meno paura per ciò che è diverso, che non conosciamo.
Perché ciascuno di noi è protagonista e responsabile del medesimo ambiente.

Bullismo=reato

Il bullismo nuoce al singolo ed alla società in modi devastanti, sfavorisce lo sviluppo sociale ed economico, alimenta l’aggressività e la criminalità. Non a caso oggi le vittime di bullismo sono considerate vittime di un reato ed hanno diritto ad essere risarcite.

I reati penali che si possono configurare sono molti:

In alcuni casi basta la denuncia ad un organo di polizia o all’autorità giudiziaria per attivare un procedimento penale; negli altri casi la denuncia deve contenere la richiesta che si proceda penalmente contro l’autore di reato (querela).
Il più delle volte il bullismo viola sia la legge penale che quella civile (danno ingiusto, volontario o non intenzionale, alla persona o alle cose), e quindi può dar vita a due diverse tipologie di processo.

Le conseguenze

In uno studio recente, della durata di circa due anni, alcuni esperti hanno osservato dei bambini in età scolastica raccogliendo informazioni sugli episodi di bullismo di cui ciascuno era stato vittima, in relazione ai problemi fisici o psicologici che i bambini stessi manifestavano (depressione, ansia, problemi psicosomatici come mal di testa e mal di pancia, disturbi del sonno, ansia, spossatezza).
Al termine dell’osservazione è emerso che le vittime del bullismo sono in modo significativo più vulnerabili a sviluppare problemi psicosomatici e psicosociali rispetto ai loro coetanei. Gli oppressori, d’altra parte, manifestano con la violenza il loro disagio sociale spesso originatosi nella famiglia di appartenenza o dovuto al generale rifiuto da parte della comunità scolastica e sociale.

Difendersi dal bullismo

Bullismo e disabilitàChe il bullismo abbia alla base un problema di tipo culturale non è di certo una novità. In una società sempre più chiusa verso ciò che è diverso da quello che “le leggi del normale” stabiliscono, fenomeni come il bullismo sembrano crescere sempre più floridi e forti.
Il bullismo non è uno scherzo (nello scherzo l’intento è di divertirsi tutti insieme e non ferire l’altro) né un conflitto fra coetanei, poiché un conflitto è episodico e può esistere in qualsiasi rapporto.
Bisogna trovare il coraggio di chiedere aiuto, insegnare ai nostri figli l’empatia verso gli altri e a rispettare i loro sentimenti. Proprio per questo è importante informare ed informarsi con consapevolezza, parlarne dentro e fuori le mura domestiche, in particolar modo in ambiente scolastico.

Una bella storia

“Una settimana prima della fatidica partita, l’allenatore Vandelli si presenta a scuola con il materiale di gioco e la ditta con le sedie a motore: si parte per l’allenamento, cogliendo l’occasione per spiegare ai ragazzi che cosa sia la disabilità, quali i suoi problemi e difficoltà nella società e così si svolge una lezione anche di vita.”
Dei ragazzi di diciassette anni, che spesso sono ritenuti lontani, disattenti o addirittura avversi a certi temi, hanno insegnato molto agli adulti ed ai loro coetanei: l’intera classe di un liceo classico del bolognese si è attivata per riuscire a giocare una partita di hockey in carrozzina con i compagni disabili.

Quale miglior modo di far vedere come i compagni di classe ABILI e NON riescono a divertirsi insieme? Quale iniziativa promuoveresti per favorire l’integrazione ed eliminare fenomeni violenti ed inaccettabili per una società che si vuole definire civile e moderna?

Redazione - Ability Channel
Dal 2011 la redazione di Ability Channel tiene informati i suoi lettori su tutto ciò che riguarda il mondo della disabilità: partendo dalle patologie, passando per le attività di enti ed associazioni, fino ad arrivare a raccontarne la spettacolarità sportiva paralimpica. Ability Channel è l'approccio positivo alla disabilità, una risorsa fondamentale della nostra società.

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