Film horror: quali guardare e perché hanno successo

Redazione:

Il film horror sono diventati una colonna portante della cinematografia per la loro capacità di provocare paura, tensione e brividi nei suoi spettatori. I film horror di successo solitamente riescono a raggiungere questo obiettivo attraverso una combinazione di elementi ben costruiti. Ecco alcune delle caratteristiche che spesso contribuiscono al successo dei film horror.

Il segreto: la trama avvincente

Un buon film horror deve avere una storia coinvolgente che tenga lo spettatore interessato dall’inizio alla fine. Questo può includere elementi di suspense, mistero o persino un’analisi psicologica dei personaggi. La suspense gioca un ruolo cruciale: deve essere dosata con abilità per mantenere lo spettatore sulle spine e creare un senso di anticipazione.

Un bravo regista sa quando rivelare gli elementi chiave della trama e quando mantenerli nascosti, mantenendo così la tensione. Il mistero è un altro aspetto che può rendere il film horror ancora più coinvolgente. Gli enigmi irrisolti e gli eventi inspiegabili possono affascinare lo spettatore e spingerlo a cercare risposte fino alla fine del film.

Inoltre, un ulteriore risvolto può essere un’analisi psicologica dei personaggi. Esplorare le loro paure, i traumi o le oscure motivazioni può rendere i personaggi più realistici e complessi, permettendo allo spettatore di identificarsi con loro o di provare empatia per le loro situazioni. Questo approccio può anche contribuire a rendere il terrore più tangibile, poiché il pubblico può percepire meglio la psicologia dei personaggi e comprendere le loro reazioni alle situazioni spaventose.

Una buona trama horror dovrebbe anche evitare cliché e prevedibilità. Sorprendere lo spettatore con colpi di scena inaspettati o deviazioni dalla trama tradizionale può mantenere alto l’interesse e garantire che il film resti memorabile nel tempo.

La descrizione dei personaggi dei film horror

I personaggi in un film horror devono essere realistici e complessi. Gli spettatori devono preoccuparsi per il destino dei personaggi, in modo che la tensione sia palpabile quando si trovano in situazioni pericolose. Questa connessione emotiva tra il pubblico e i personaggi è essenziale per il successo del genere horror. Quando i personaggi sono ben sviluppati e riflettono le paure e le vulnerabilità umane, il pubblico può identificarsi con loro e immergersi completamente nella trama. Questo coinvolgimento emotivo aumenta l’intensità delle scene spaventose e fa sì che gli spettatori si preoccupino genuinamente per la loro sorte.

Inoltre, la complessità dei personaggi può aggiungere profondità alla storia. I loro motivi, i segreti nascosti e i conflitti personali possono creare tensione aggiuntiva e rendere la trama più avvincente. Ad esempio, un personaggio con un passato potrebbe essere coinvolto nelle circostanze che portano all’orrore, aggiungendo ulteriori elementi misteriosi e intriganti alla narrazione.

Quando il pubblico si preoccupa per ciò che accade ai personaggi e quando questi sono più di semplici stereotipi, il risultato è un’esperienza cinematografica più coinvolgente e spaventosa che terrà gli spettatori con il fiato sospeso fino alla fine.

Mostri, demoni ed essere spaventosi

Nella maggior parte dei casi, il successo di un film horror dipende dalla qualità del mostro o dell’antagonista. Un cattivo ben progettato può aumentare notevolmente l’effetto spaventoso del film. Il mostro non è solo un elemento di paura, ma un vero e proprio fulcro narrativo. La sua presenza si è fonde con la trama e genera tensione. La sua estetica è stata studiata con cura, combina elementi visivamente disturbanti con una presenza magnetica che attira lo sguardo dello spettatore. L’uso delle luci, delle ombre e degli effetti speciali amplifica l’aura di terrore che avvolgeva questo personaggio.

Pensate a IT o a L’Esorcista: ci sono personaggi spaventosi che fanno empatizzare con il “buono di turno” e che diventano essi stessi i protagonisti. La loro presenza scenica ha reso l’antagonista ancora più inquietante e coinvolgente, contribuendo in modo significativo al successo del film.

Il gabinetto del Dottor Caligari (1920)

Il film Il gabinetto del dottor Caligari, diretto nel 1920 da Robert Wiene, è universalmente riconosciuto come un punto di riferimento nell’espressionismo cinematografico e nella creazione di un genere cinematografico che fonde elementi di fantasy e horror.

La storia ruota attorno al personaggio del dottor Caligari, un sinistro ipnotizzatore che arriva in una piccola città con il suo assistente sonnambulo, Cesare. Il dottore utilizza Cesare per compiere una serie di omicidi, e la trama si sviluppa attraverso il racconto di Francis, uno dei protagonisti, che cerca di scoprire la verità dietro questi misteriosi omicidi.

Ciò che rende il film davvero straordinario è la sua estetica espressionista. Gli scenari sono caratterizzati da decorazioni e set angolari, deformati e distorti, che creano un’atmosfera surreale e inquietante. Questo stile visivo esprime perfettamente l’instabilità mentale dei personaggi e contribuisce a costruire una tensione costante, anche se il film è muto. Da notare l’uso pionieristico del flashback, con il racconto di Francis che rivela gradualmente gli eventi passati e le oscure motivazioni del dottor Caligari. La storia stessa è aperta a interpretazioni multiple, e il finale ambiguo aggiunge ulteriore profondità al film.

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Dracula (1931)

Dracula” è un film horror del 1931 basato sul personaggio di Dracula diretto da Tod Browning e Karl Freund è stato il direttore della fotografia per il film. Il film del 1931 è uno dei più celebri adattamenti cinematografici della storia di Dracula, basato sul romanzo di Bram Stoker. Bela Lugosi ha fornito un’interpretazione iconica del conte Dracula, stabilendo molte delle convenzioni che ancora oggi associamo a questo personaggio.

Il film è noto per il suo atmosferico stile gotico e per il contributo di Karl Freund alla cinematografia. Tod Browning e Karl Freund hanno lavorato insieme per portare sullo schermo questa storia di vampiri e terrore, contribuendo a creare una pietra miliare nel cinema horror.

L’occhio che uccide: un film horror che ha fatto epoca (1960)

L’occhio che uccide” (Peeping Tom) è un film britannico del 1960 diretto da Michael Powell. È uno dei primi thriller psicologici che è diventato noto per la sua audace esplorazione del voyeurismo e della psicologia dei protagonisti. La trama del film ruota attorno a Mark Lewis, interpretato da Carl Boehm, un tecnico cinematografico solitario e disturbato che lavora per una piccola casa di produzione cinematografica. Mark ha un oscuro e inquietante hobby: filma segretamente le espressioni di terrore delle sue vittime mentre le uccide. Questo comportamento deviato si sviluppa a causa di un’infanzia traumatica in cui suo padre, uno psicologo, lo sottoponeva a esperimenti crudeli.

Il film esplora il conflitto interno di Mark tra la sua ossessione per la morte e il desiderio di amore e affetto. A poco a poco, la sua ossessione lo conduce sulla strada del crimine mentre inizia a uccidere donne e a documentare i loro ultimi momenti con una telecamera. Nel frattempo, instaura una relazione complicata con la sua vicina di casa, Helen che inizia a sospettare dei suoi comportamenti strani.

“L’occhio che uccide” ha sollevato un polverone mediatico senza precedenti perché affrontava temi sessuali e psicologici in modo diretto e provocatorio. Michael Powell subì una significativa perdita di reputazione a causa del film, che è stato considerato troppo avanguardistico per l’epoca. Nel corso del tempo, è stato riconosciuto come un capolavoro del cinema britannico.

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La notte dei morti viventi (1968)

film horror alba dei morti viventi

La “Notte dei Morti Viventi” è un il film horror per eccellenza, diretto da George A. Romero e uscito nel 1968. Da tutti è considerato uno dei capisaldi del genere zombie e ha avuto un enorme impatto sulla cultura popolare e sul cinema dell’orrore.

La trama del film ruota attorno a un gruppo di persone che si rifugia in una casa isolata in seguito a un’invasione di morti viventi o zombie. Questi non morti, tornati in vita a causa di un’epidemia sconosciuta, cercano di assalire la casa per nutrirsi della carne dei vivi. Il film segue la lotta dei sopravvissuti per cercare di sopravvivere alla notte mentre cercano di trovare un modo per fuggire dall’orda di zombie che li circonda.

La “Notte dei Morti Viventi” è uno dei primi film a rappresentare gli zombie come creature affamate di carne umana e incapaci di ragionare, contrariamente alle rappresentazioni precedenti in cui gli zombie erano spesso visti come vittime di magia o ipnosi. Questo film affronta anche temi sociali e politici, con alcune interpretazioni che vedono la storia come una metafora per la tensione razziale e sociale dell’epoca in cui è stato realizzato.

Il film, anche se girato in bianco e nero, ha portato una nuova narrazione degli zombie ed è diventato un classico del genere, la pietra miliare di centinaia di film che sono stati girati in seguito.

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Il film horror: L’esorcista (1973)

Questo film del 1973, diretto da William Friedkin e basato su un romanzo omonimo scritto da William Peter Blatty, è ampiamente considerato uno dei migliori film horror di tutti i tempi e ha lasciato un’impronta duratura nel genere.

La trama del film ruota attorno a una madre, Chris MacNeil, interpretata da Ellen Burstyn, che sospetta che sua figlia Regan, interpretata da Linda Blair, sia posseduta dal diavolo a causa di un comportamento strano e violento. La madre si rivolge a un prete cattolico, il padre Damien Karras, interpretato da Jason Miller, per aiutare sua figlia attraverso un esorcismo.

Uno dei motivi per cui ‘L’Esorcista’ è così noto è la sua capacità di creare una tensione e una paura palpabile attraverso una serie di scene disturbanti e iconiche. La trasformazione fisica e comportamentale di Regan durante il possesso demoniaco è stata particolarmente impressionante per l’epoca e ha richiesto un trucco speciale avanzato. Linda Blair, che ha interpretato Regan, è diventata un volto riconoscibile in tutto il mondo grazie al suo ruolo.

Il film ha anche ricevuto elogi per la sua colonna sonora e la sua cinematografia, entrambe contribuendo a creare un’atmosfera inquietante. Il direttore della fotografia Owen Roizman è stato acclamato per il suo uso della luce e delle ombre per intensificare l’horror del film.

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Angelo Dino Surano
Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.

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