
L’importanza di un’integrazione precoce

Normalmente il personale attivo nell’ambito della prima infanzia non possiede una formazione ed una competenza specifici per l’intervento e l’approccio con bambini disabili, ma attraverso la collaborazione con i servizi sociali ed un’equipe di esperti ed attivi sul territorio, è possibile elaborare e definire gli atteggiamenti ed i comportamenti più adatti allo sviluppo di capacità fisiche e sociali di ciascun bambino. Per ogni sezione che accoglie un alunno con difficoltà, la normativa prevede che sia presente un educatore in più di supporto: in questo modo è possibile garantire la partecipazione del bambino sia a dei momenti di crescita individuale sotto la supervisione di un operatore, sia a delle attività collettive insieme agli altri coetanei.
Disabilità all’asilo nido, il percorso normativo a tutela dell’educazione

- classi costituite da un massimo di 20 alunni;
- insegnanti di sostegno specializzati;
- sostegno specialistico da parte degli enti locali e dello Stato.
Nel 1992, con l’approvazione della Legge Quadro n.104 sulla disabilità veniva sancito il diritto all’inserimento negli asili nido dei più piccoli, con età compresa tra 0 e 3 anni. La legge prevede anche che i bambini piccoli con disabilità grave abbiano priorità di accesso agli asili nido e che le ASL e gli enti locali adeguino queste strutture alle esigenze dei bambini disabili.
La legge 104/92

- Accesso del bambino disabile all’asilo nido
- Integrazione all’asilo nido, definita dal comma 3: “l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”.
- L’integrazione si svolge insieme agli altri bambini.
Il DPR del 24 febbraio 1994

La ASL, in seguito alla segnalazione della famiglia che vuole inserire il proprio figlio a scuola, deve:
- identificare e riconoscere l’handicap;
- garantire l’esecuzione dell’esercizio (salute, assistenza, educazione).
Gli strumenti che impiega per assolvere a questi compiti sono:
- Certificazione medica: attesta la presenza di un deficit fisico, psichico o sensoriale.
- Diagnosi funzionale: documento in cui gli esperti appartenenti all’unità multidisciplinare costituita dal medico specialista nella patologia segnalata, dal neuropsichiatra infantile, dal terapista della riabilitazione e dagli operatori sociali pubblici o convenzionati, descrivono la compromissione funzionale dello stato psico-fisico del bambino in situazione di deficit, raccogliendo tutti gli elementi clinici e psicosociali. Gli elementi clinici si acquisiscono tramite la visita medica diretta dell’alunno e l’acquisizione dell’eventuale documentazione medica preesistente. Gli elementi psico-sociali si acquisiscono attraverso una specifica e dettagliata relazione in cui sono sono riportati:
– i dati anagrafici del soggetto;
– i dati relativi alle caratteristiche del nucleo familiare (composizione, stato di salute dei membri, tipo di lavoro svolto, contesto ambientale, ecc.). - Il Profilo Dinamico Funzionale: segue la diagnosi funzionale ed indica, dopo un periodo di inserimento al nido, il livello di sviluppo mostrato dall’alunno disabile in tempi brevi (dopo 6 mesi) e in tempi medi (dopo 2 anni). Ad elaborarlo è l’unità multidisciplinare che ha redatto la diagnosi funzionale a cui si aggiungono gli educatori, l’insegnante di sostegno e la famiglia. Il PDF comprende inoltre la descrizione delle funzioni del bambino in relazione alle difficoltà e alle potenzialità che il soggetto dimostra di incontrare nelle diverse attività descritte nella diagnosi funzionale.
- Il Piano Educativo Individualizzato (PEI): è elaborato dagli operatori della ASL, dagli operatori della, dall’educatore e dall’insegnante di sostegno del nido, dall’equipe psicopedagogica del municipio di riferimento, e dalla famiglia. Costituisce la pianificazione di tutti gli interventi integrati fra loro (educativi, riabilitativi e formativi) ed è un documento costantemente aggiornabile e consultabile.
E’ importante che ogni asilo nido accolga, inserisca ed includa tutti i bambini senza alcun tipo di eccezione, attivando le risorse necessarie e gli strumenti previsti. Perché chi meglio della scuola e della famiglia è in grado di garantire una formazione priva di limiti e pregiudizi a quelle persone che domani costruiranno il nostro mondo?