Ma che cos’è e a cosa serve il Conclave? È l’organo preposto all’elezione del nuovo Papa, che nel 2025 porterà alla nomina del 267esimo della storia. Gli aventi diritto al voto sono i cardinali elettori, che saranno 133 – come spiega Vatican News.
La parola Conclave deriva dalla locuzione latina “cum clave“, e significa letteralmente “con la chiave“. Allegoricamente, si intende quando i cardinali vengono chiusi in una stanza e possono lavorare all’elezione del nuovo Papa senza interferenze esterne – sebbene oggi i cardinali non vengano isolati del tutto.
Insomma, il principio cardine del Conclave è definire la prossima elezione del Papa il nuovo Papa senza che nessuna persona esterna possa interferire, così da evitare che il posto del vescovo di Roma resti vacante per troppo tempo.
La forma attuale del Conclave, nota come “Ubi periculum“, fu istituita con il Secondo Concilio di Lione il 7 luglio 1274: in quell’anno il Conclave, che andò in scena ad Arezzo, portò all’elezione del nuovo Papa, Innocenzo V, in un solo giorno.
Quando e dove si tiene il Conclave?
Le tempistiche sono rette dalle norme della Universi Dominici Gregis, le quali disciplinano che il Conclave inizia tra il 15esmo e il 20esimo giorno dalla morte del Papa. Prima però, a seguito della morte o delle dimissioni di un Papa, si apre il periodo di Sede Vacante, in cui i poteri del Papa cessano e vengono trasferiti temporaneamente al camerlengo, il cardinale che dirige la Camera Apostolica. Intanto vengono chiamati i cardinali elettori da ogni parte del mondo per formare il Conclave.
Il Conclave 2025 avrà inizio mercoledì 7 maggio a partire dalle 16:30. Prima però tutti i cardinali dovranno partecipare alle 10:00 alla messa votiva “Pro Eligendo Romano Pontefice” presso la Basilica di San Pietro, attraverso la quale giureranno sulla Bibbia. Dopodiché il monsignor Diego Ravelli pronuncerà le parole “Extra omnes” (Fuori tutti), che sigilleranno l’inizio del Conclave.
Il luogo prescelto per l’elezione del nuovo Papa è la Cappella Sistina, dove appunto avvengono gli scrutini rigorosamente a porte chiuse: in questo modo nessuno potrà interferire dall’esterno.
Qual è stato il Conclave più lungo e più breve della storia?
Il Conclave più lungo della storia è stato quello di Viterbo del 12 novembre 1268, in quanto è durato la bellezza di tre anni, fino al 1° settembre 1271. In quella circostanza fu eletto Papa Gregorio X.
Come racconta lo Scriptor dell’Archivio Apostolico, Marco Maiorino, a Vatican News, inizialmente i cardinali erano 20 ma, a causa di dissidi interni per l’elezione, il numero di elettori si ridusse a 16. Si racconta infatti che “nell’autunno 1269 i viterbesi, imprigionarono i cardinali nel palazzo pontificio della città e nel giugno 1270, scoperchiarono il tetto, arrivando a tagliare i viveri ai reclusi. Fra l’autunno del 1269 e l’estate del 1270 il numero dei cardinali elettori si era ridotto a 16. Questi alla fine si accordarono per tenere un’elezione di compromesso: elessero sei di loro con l’incarico di concordare sul nome del candidato al quale gli altri avrebbero aderito“.
Invece il Conclave più breve fu quello che andò dal 31 ottobre al 1° novembre 1503: bastarono una decina di ore per eleggere Papa Giulio II.
Quali sono le regole del Conclave
Il Conclave ha il compito di eleggere la nuova successione potificia, e per farlo deve seguire diverse regole attraverso uno specifico metodo di votazioni, cioè per scrutinium.
Innanzitutto sono distribuite due o tre schede a ogni cardinale elettore, i quali dovranno scrivere il nome del Papa che vogliono candidare. La scheda poi viene piegata e inserita all’interno di una urna: qui vengono contante e poi avviene lo spoglio, cioè la lettura dei nomi.
Al fine di essere eletto, un candidato deve ottenere i due terzi dei cardinali elettori. Se un candidato non riesce a raggiungere il numero prestabilito, le schede vengono bruciate in una stufa collocata all’interno della Cappella Sistina, in modo da mantenere segreta la votazione.
Lo spoglio viene eseguito da tre scrutatori: i primi due leggono in silenzio la scheda, mentre il terzo pronuncia il nome ad alta voce. A quel punto le schede vengono forate all’altezza della parola Eligo, legate insieme con un filo e quindi bruciate nella stufa, sia in caso di avvenuta che di mancata elezione.
Ogni giorno ci sono quattro finestre elettive: due al mattino e due al pomeriggio. Se ci sono difficoltà nelle elezioni, al terzo giorno viene annunciato un giorno di sospensione per la preghiera, per poi riprendere le votazioni. Stessa cosa accade ogni sette scrutini, con un’altra pausa di preghiera. Alla 33esima o alla 34esima votazione, si passa al ballottaggio fra i due cardinali che hanno raggiunto il maggior numero di voti nell’ultimo scrutinio.
Una volta eletto, il Conclave termina le sue funzioni e il cardinale protodiacono darà l’annuncio dell’elezione del nuovo Papa dalla loggia centrale della basilica di San Pietro con la frase “Nuntio vobis gaudium magnum: habemus papa“.
Fumata bianca e fumata nera
Nel caso in cui il Conclave non riuscirà a eleggere il nuovo Papa dopo una votazione, darà la fumata nera grazie a una miscela di perclorato di potassi, antracene e zolfo.
Se invece saranno ottenuti i voti richiesti, dapprima il decano chiederà al candidato se accetta o meno l’incarico, e quale sarà il suo nome da Papa, e successivamente darà la fumata bianca grazie a una miscela di clorato di potassio, lattosio e colofonia.
Generalmente ogni giorno di votazione vi sono due finestre temporali per vedere le fumate: una di mattina alle 12:00; l’altra la sera alle 19:00.
Quanti voti servono per eleggere il nuovo Papa?
In generale i 2/3 dei cardinali elettori sono sufficienti per eleggere il nuovo Papa. Per il Conclave 2025, i porporati elettori saranno 133, per cui basteranno 89 voti per l’elezione del nuovo pontefice.
Cosa accade dopo il Conclave?
Non appena avviene la fumata bianca, il Papa neo-eletto deve andare nella stanza delle lacrime, la sacrestia della Cappella Sistina, simbolo del pianto per l’emozione e per il peso della responsabilità che il ruolo richiede. In questo luogo sono conservate le vesti tradizionali del Papa.
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I cardinali possono comunicare con l’esterno durante il Conclave?
Come detto precedentemente, i cardinali elettori non devono subire interferenze esterne. Tuttavia oggi, con tantissimi strumenti tecnologici a portata di mano, sembra sempre più difficile garantire queste regole.
I cardinali elettori alloggeranno all’interno della Casa Santa Marta e a Santa Marta vecchia, due edifici pressoché adiacenti l’un con l’altro. Non è proibito avere contatti con gli altri cardinali presenti, ma con il mondo esterno sì, in modo tale da evitare ogni interferenza.
Per rispettare questa regola, i cardinali devono lasciare i cellulari a Santa Marta, dove le comunicazioni verso l’esterno saranno interrotte, così come nella Cappella Sistina. Queste regole non valgono solo per loro, ma anche per gli addetti ai lavori e al personale di vario tipo, come cuochi, camerieri o addetti alle pulizie. Ad esempio, quest’ultimi non possono avvicinarsi ai cardinali e avere conversazioni con loro.
Una volta fuori dalla Cappella Sistina, a nessun porporato sarà concesso di avere comunicazioni con la stampa, o anche riceverla. Prima dell’inizio del Conclave, ogni cardinale sarà ispezionato per accertare che non vi siano strumenti tecnologici di ripresa o microspie.
Chi può diventare Papa?
Chiunque potrebbe essere eletto Papa? Generalmente si è portati a pensare che il nuovo Papa sarà uno dei presenti tra i cardinali elettori che vengono isolati dal resto del mondo durante il Conclave. Tuttavia non è l’unica via per diventare Papa, in quanto ci sono dei requisiti obbligatori che possono aprire le porte anche ad altre persone.
Innanzitutto, il Papa deve essere di sesso maschile, deve essere stato battezzato (sebbene è possibile ricevere il Battesimo anche prima della proclamazione) ed essere celibe. Teoricamente dunque il ventaglio di possibilità è ampio, ma nella fattispecie sono valutati anche altri requisiti, come l’esperienza ecclesiastica. Non sono regole vincolanti, ma comunque il Conclave ne tiene in considerazione. Dunque, anche una persona laica potrebbe diventare Papa.
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