Cefalea cronica, l’Italia la riconosce come malattia sociale

Redazione:

Con 235 voti favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione, il Senato ha approvato una legge che riconosce la cefalea cronica come malattia sociale. La decisione è arrivata l’8 luglio scorso e pone un tassello importante per la rivalutazione culturale di una condizione debilitante nota anche in personaggi famosi come Sigmund Freud, Elizabeth Taylor ed Elvis Presley.

Cefalea cronica: cosa dice la legge?

La nuova legge sulla cefalea cronica punta a riconoscerla come malattia sociale in base ad alcune forme, che Quotidiano Sanità ha elencato nei seguenti punti:

  • emicrania cronica e ad alta frequenza;
  • cefalea cronica quotidiana con o senza uso eccessivo di farmaci analgesici;
  • cefalea a grappolo cronica;
  • emicrania parossistica cronica;
  • cefalea nevralgiforme unilaterale di breve durata con arrossamento oculare e lacrimazione;
  • emicrania continua.

Quando sarà attuabile la nuova legge? Servirà un decreto del ministro della Salute da adottare entro 180 giorni entro la data in vigore della normativa, dopo però aver trovato un’intesa con regioni e provincie autonome.

Cefalea cronica, Lazzarini: “Primi in Europa”

La prima firmataria della legge, la deputata della Lega Arianna Lazzarini, ha commentato con orgoglio l’approvazione della norma in una nota: “L’Italia diventa così il primo Paese in Europa ad adottare un provvedimento come questo. Un primo punto di partenza e di attenzione verso i circa sette milioni di italiani che ne soffrono, con una prevalenza netta di donne e nella fascia 20-50 anni. Un segnale concreto che accende i riflettori su questa malattia, affinché i soggetti che ne soffrono non siano più abbandonati a loro stessi e possano finalmente avere una speranza e una nuova dignità di vita”.

“Questa – aggiunge – è una malattia invisibile che oggi esce finalmente dal cono d’ombra in cui è sempre stata. Non parliamo del semplice ‘mal di testa’ passeggero, ma di una malattia cronica e invalidante vera e propria, molto più diffusa di quanto si possa immaginare, che purtroppo ha già portato alcuni pazienti a compiere anche gesti estremi”.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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