La Manovra 2025 è finalmente arrivata alla Camera dei Deputati, e dunque è possibile studiare le misure inserite all’interno della bozza della Legge di Bilancio. Grande attenzione è rivolta alle pensioni, visto che anche il prossimo anno non ci sarà una riforma strutturale. Dunque cosa dice la bozza della Manovra?
Bozza Manovra 2025 e pensioni minime: importi nel testo della Legge di Bilancio
Nel corso delle ultime settimane sono state fatte svariate stime su quali sarebbero stati gli importi previsti dalla prossima Legge di Bilancio in materia di pensioni minime.
Secondo quanto scritto da Quifinanza, la cifra avrebbe dovuto aggirarsi attorno ai 630 euro netti al mese, mentre per PMI sarebbe dovuta essere 625,83 euro, con un possibile incremento a 650 euro. Infine per Il Sole 24 Ore, che citava addirittura fonti vicine alla Manovra, la cifra potrebbe attestarsi a 620,92 euro.
Tuttavia la bozza del testo della Manovra 2025 ha fatto emergere un’altra (amara) realtà, in quanto l’incremento delle pensioni minime nel 2025 sarà del 2,2%, mentre diverrà dell’1,3% nel 2026. In cifre, ciò significa che dall’attuale importo minimo di 614,77 euro si passerà a 617,90 euro (un aumento di 3,13 euro). Quest’anno scadeva l’aumento del 2,7% previsto dalla precedente Manovra.
Manovra 2025 e rivalutazioni pensione estero
Per i pensionati residenti all’estero, la Manovra finanziaria 2025 intende applicare una stretta sull’indicizzazione delle pensioni per i trattamenti superiori al minimo INPS. “Qualora il trattamento pensionistico complessivo sia superiore al predetto importo e inferiore a tale limite aumentato dell’incremento disciplinato dal presente comma – si legge -, l’incremento è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato”.
Manovra 2025 e pensioni anticipate
Non ci sono grosse novità per quanto riguarda le pensioni anticipate. Quota 103 viene confermata con le stesse metodologie conosciute: i lavoratori potranno andare in pensione in anticipo con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, imponendo però il ricalcolo contributivo.
Stessa sorte per Ape Sociale e Opzione Donna. La prima misura permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età, soprattutto per lavoratori in situazione di svantaggio (ad esempio i caregiver e le persone con invalidità almeno del 74% e con 30 anni di contributi). La seconda misura invece permette il prepensionamento delle donne con 61 anni e senza figli, con 60 anni e un figlio e con 59 anni e due o più figli.
Manovra 2025: niente TFR
Da qualche settimana si era parlato della possibilità di utilizzare i fondi integrativi alimentati con il Trattamento di Fine Rapporto di lavoro per far andare in pensione chi non ha raggiunto l’importo dell’assegno sociale con il sistema contributo.
Al momento però l’idea sembra tramontata, in quanto non ci sono riferimento all’interno della bozza della Legge di Bilancio. Tuttavia non è escluso che possa essere presentato un emendamento durante l’iter parlamentare per la sua approvazione.
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