Alunni disabili e prove Invalsi: discriminazione a scuola?

Redazione:

Discriminazione scolastica? 200.000 studenti con disabilità sarebbero oggetto di discriminazione durante le prove Invalsi, le prove scritte, Italiano e matematica, che dovrebbero valutare i livelli di apprendimento degli studenti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado.

La posizione del ministro Carrozza

Un’inchiesta, in tal proposito non è stata esclusa dalla neo ministra alla Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza, rettore dell’Università di Pisa, la stessa università dove noi di Ability Channel abbiamo realizzato due servizi su due prototipi di esoscheletro, handexos per la mano e neuroexos per il braccio.

La protesta dei genitori del CESP

discriminazione scolasticaIn seguito ad una protesta sollevata dai genitori del CESP, il Centro Stusi per la Scuola Pubblica, che hanno denunciato il fatto, il ministro Maria Chiara Carrozza ha dichiarato che la cosa è sicuramente molto grave anche se sembra che ciò sia avvenuto solo in alcune scuole. Il problema però è che nel regolamento degli Invalsi è previsto che i dirigenti scolastici possano sollevare da una o più prove gli alunni con disabilità intellettiva o altra disabilità grave, impegnandoli in altra attività. Ma, come recita la norma si potrà “fare partecipare a una o a tutte le prove Invalsi gli allievi con disabilità intellettiva o altra disabilità grave insieme agli altri studenti della classe, purché sia possibile assicurare che ciò non modifichi in alcun modo le condizioni di somministrazione”. Con la differenza però di considerare i risultati separatamente da quelli dei normodotati.

La questione è aperta. Il ministro Carrozza ha assicurato che si occuperà della questione. Ma il problema di fondo rimane. Valutare separatamente una persona con difficoltà di apprendimento è forse anche logico e comprensibile. Escluderla a priori da una prova che coinvolge tutti gli studenti però è sempre un fatto grave e discriminatorio. Modificare le regole per trovare un giusto equilibrio sarebbe probabilmente la strada giusta. Se l’abbattimento delle barriere culturali e il percorso dell’integrazione non cominciano proprio dalla scuola allora siamo veramente nei guai…

Redazione - Ability Channel
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