L’Eurovision Song Contest è una manifestazione canora internazionale che riunisce svariati artisti da tantissimi Paesi (non solo europei), permettendo a tante culture, sonorità e storie di incontrarsi tra loro. Metaforicamente però, resta una sfida per conquistare il titolo di migliore canzone europea.
Si tratta di un contesto spettacolare, e mediaticamente parlando è un megafono prestigioso e straordinario per chiunque. Chiunque, appunto, nessuno escluso: anche quando si tratta di artisti con disabilità.
Perché sì, all’Eurovision Song Contest hanno partecipato artisti che presentavano una disabilità, i cui brani però non sempre hanno ottenuto un largo consenso di critica e pubblico. Attenzione, però: non vogliamo cercare cantanti in quanto rappresentanti della disabilità, ma analizzare se l’Eurovision Song Contest è un palcoscenico aperto veramente a tutti.
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Serafin Zubiri, il primo artista con disabilità all’Eurovision Song Contest
Molto probabilmente il primo artista con disabilità a esser salito sul palco dell’Eurovision è stato Serafin Zubiri, nato a Pamplona il 20 aprile 1964, che nel 1992 a Malmo (Svezia) ha rappresentato la Spagna con il brano “Todo esto es la música“.
Ma non è stata l’unica apparizione per il pianista cieco, in quanto nel 2000 ha replicato la sua partecipazione, quella volta però con la canzone “Colgado de un sueño“. Entrambe le partecipazioni però non andarono a buon fine: nel 1992 si classificò in 14esima posizione, mentre nel 2000 peggiorò, arrivando 18esimo.
Oltre all’Eurovision Song Contest, Zubiri è conosciuto per aver firmato la colonna sonora del film Disney “La Bella e la Bestia“, per aver condotto diversi programmi televisivi, per la sua carriera di attore e per esser stato nominato nel 2005 vicepresidente della Federazione Internazionale Sport Ciechi. La sua carriera di artista è iniziata all’età di 17 anni, quando a Pamplona formò il gruppo Equus, di cui era cantante e pianista.
Csaba Szigeti: un altro artista cieco all’Eurovision
Dopo la prima apparizione di Zubiri, un altro artista cieco che salì sul palco dell’Eurovision fu Csaba Szigeti. Di lui si hanno pochissime informazioni: l’edizione della kermesse europea del 1995 a Dublino (Irlanda), alla quale prese parte, resta la sua più grande impresa artistica, arrivando 22esimo con il brano “Ùj nèv egy règi hàz falàn“, rappresentando l’Ungheria.
La sua carriera artistica è iniziata nel 1987 con la fondazione del gruppo Snatch, ma due anni dopo si trasferì in Germania per studiare musica classica e jazz. Oggi sembra comporre brani per altri colleghi, oltre ad aver aperto un suo canale Youtube.
Georg Nussbaumer all’Eurovision 1996
Neanche un anno dopo dall’apparizione di Szigeti, ecco che un altro artista cieco fa capolino sul palco dell’Eurovision Song Contest, stavolta nell’edizione del 1996 a Oslo (Norvegia). Si chiama George Nussbaumer, classe 1963, nato a Dornbirn e cieco dalla nascita.
Proprio in quell’anno Nussbaumer ottenne una discreta fama europea, piazzandosi al decimo posto della kermesse con il brano dialettale “Weil’s dr guat got“, rappresentando l’Austria. All’epoca era il miglior piazzamento ottenuto da un artista con disabilità.
La sua carriera artistica è iniziata a 16 anni quando iniziò a suonare nella band The Asphalt Blues Company. Il suo primo singolo, Love me pretty woman, è stato pubblicato nel 1984. È stato anche un conduttore radiofonico e dal 1999 lavora per la stazione radiofonica Antenne Vorarlberg.
La prima artista con disabilità all’Eurovision 2002
Finora l’Eurovision Song Contest si è dimostrato abbastanza inclusivo, dando l’opportunità a tutti gli artisti di gareggiare nella propria manifestazione, indipendentemente dalla presenza o meno di una disabilità. Tuttavia la prima artista donna con disabilità, in questo caso cieca, a gareggiare nella kermesse europea arriverà solo nel 2002 a Tallinn (Estonia).
Stiamo parlando di Corinna May, artista pop e jazz nata il 6 ottobre 1970 a Brema, cieca dalla nascita, che ha rappresentato la Germania con il brano “I can’t Live Without Music“. Tuttavia la sua apparizione non ha ottenuto un ampio consenso, visto che si è classificata al 21esimo posto su 24 disponibili.
In realtà May avrebbe potuto partecipare già all’Eurovision Song Contest del 1999, ma la sua canzone scelta all’epoca, “Hor den Kindern einfach zu“, fu squalificata perché già presente nell’album di qualche altro artista. Nel 2006, durante le preselezioni tedesche per l’Eurovision, insieme al comico Hape Kerkeling cantò una versione del brano Insieme, la storica canzone italiana che vinse la kermesse europea nel 1990.
La sua carriera però non decollò, poiché nello stesso anno subì la rescissione contrattuale con la sua etichetta discografica a causa delle scarse vendite. Oggi lavora presso la Columbia University School of Arts.
La seconda artista cieca all’Eurovision Song Contest
Dopo May, arrivò Diana Gudaevna Gurtskaya, una cantante cieca georgiana nata il 2 luglio 1978 a Sukhumi, nell’allora Unione Sovietica, oggi Georgia e capitale de facto dell’autoproclamata Repubblica di Abcasia. La sua storia è molto particolare, in quanto da piccola scappò con la famiglia dalla guerra georgiano-abcasa per rifugiarsi a Mosca, in Russia.
Qui inizierà a studiare musica e, anni dopo, precisamente nel 2008 a Belgrado (Serbia), rappresenterà la Georgia all’Eurovision Song Contest con il brano “Peace will come“, conquistando l’11esimo posto. Un anno prima aveva già tentato di partecipare all’Eurovision, però presentandosi come rappresentate della Bielorussia: alle selezioni finali nazionali però il suo brano “How Long” non sarà scelto, poiché vinse Dmitry Koldun con “Work Your Magic“.
In Italia quasi sicuramente viene ricordata perché qualche anno fa, precisamente nel 2019, ha duettato con Al Bano nel brano “Bambini“. In generale però ha collaborato con artisti di fama internazionale, come Toto Cutugno, Ray Charles e Demis Roussos. Inoltre ha creato la Fondazione Diana Gurtskaya, impegnata nel sostegno per l’integrazione dei bambini ipovedenti nella società. Nel 2006 il presidente russo Vladimir Putin le consegnò il titolo di “Artista Onoraria della Federazione Russa”.
Monika Kuszyńska, la prima cantante in carrozzina all’Eurovision
Poi venne l’Eurovision Song Contest 2015 a Vienna (Austria), che da molti viene ricordata come l’edizione più inclusiva di sempre, visto che il palcoscenico di quell’edizione venne calcato da numerosi artisti con disabilità. A cominciare da Monica Kuszyńska, cantante e cantautrice della Polonia, nata il 14 gennaio 1980 a Lodz (Polonia), la prima artista in carrozzina sul palco di questa kermesse europea. Si presentò con il brano “In the name of love“, classificandosi però solamente al 23esimo posto.
Kuszyńska, che ancora oggi lavora come arista, si era già fatta notare in patria negli anni Duemila come voce della pop rock band Varius Manx. Tuttavia il 28 giugno 2006 restò coinvolta in un gravissimo incidente stradale, riportando una paralisi agli arti inferiori. Da quel momento si dedicò alla promozione dello sport per le persone con disabilità e nel febbraio 2013 ha ricevuto la Croce d’oro al merito dall’allora presidente polacco Bronisław Komorowski.
La fibrosi cistica all’Eurovision 2015
Non solo carrozzine, ma l’Eurovision Song Contest 2015 diede spazio ad artisti che presentavano disabilità diverse tra loro, anche invisibili agli occhi del pubblico. Per fare un altro esempio, a Vienna partecipò anche il duo Electro Velvet in rappresentanza del Regno Unito con il brano “Still in love with you“, che non riuscì però a ottenere un grande risultato: 24esimo posto su 27 disponibili.
Il duo, che oggi sembra aver cessato la propria attività, era composto da Alex Larke, frontman della tribute band dei Rolling Stones, The Rolling Clones, che nel 2023 ha ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide, e Bianca Nicholas, artista con fibrosi cistica che si era fatta conoscere per le sue partecipazioni a The X Factor e The Voice UK, per essere apparsa nella pellicola cinematografica Sleepy Hollow nel 1999 e per essersi esibita per il Principe William e la Duchessa di Cambridge con il singolo “Hold on to your dreams“.
Anche le disabilità intellettive all’Eurovision
E per non farci mancare niente, l’Eurovision 2015 ha lasciato il microfono anche ad artisti con disabilità intellettiva, in particolare con Sindrome di Down e autismo. Stiamo parlando dei PKN, acronimo di Pertti Kurikan Nimipäivät, un gruppo punk della Finlandia attivo dal 2009 fino al 2016, anno in cui ha cessato la propria carriera artistica.
Prima della fine però, la band calcò il prestigioso palco europeo con il brano “Aina Mun Pitää“, che non riuscì a superare la prima semifinale, in quanto si classificò all’ultimo posto. Nonostante ciò, i PKN conquistarono una grande popolarità, con tournée nel Regno Unito, in Svizzera, in Kosovo, in Germania, negli Stati Uniti d’America, in Norvegia, in Canada e nei Paesi Bassi. Il gruppo era formato da Pertti Kurikka (chitarra, composizioni, testi), Kari Aalto (voce, testi), Sami Helle (basso) e Toni Välitalo (batteria).
Curiosa è la nascita di questa band. Pekka Karjalainen, un famoso regista finlandese, voleva un gruppo musicale composto esclusivamente da persone con disabilità intellettiva all’interno del suo film “Vähä austätä“. Così l’associazione Lythy di Konala (Helsinki) ne creò una dal niente, i PNK appunto, che nel corso della loro storia ebbe come manager e arrangiatore musicale l’istruttore per persone disabili Kalle Pajamaa. La storia della band è stata anche oggetto del documentario “The Punk Syndrome“.
Lo strano caso di Julija Samojlova all’Eurovision 2017 (anzi, 2018)
La più recente artista con disabilità che salì sul palcoscenico dell’Eurovision Song Contest è Julija Olegovna Samojlova, cantane russa nata il 7 aprile 1989 con atrofia muscolare spinale, che in realtà avrebbe potuto partecipare a due edizioni della kermesse europea, ma le fu negata la doppietta.
Di fatto nel 2017 aveva ottenuto la possibilità di rappresentare la Russia all’Eurovision con il brano “Flame is burning“, ma l’Ucraina (l’allora Paese ospitante) le vietò la partecipazione in quanto nel 2015 si era esibita in Crimea.
L’artista riuscì comunque a prendere parte all’edizione dell’anno successivo, con la canzone “I won’t break“, non riuscendo però a superare la prima semifinale. In molti la ricordano per aver aperto le XI Paralimpiadi Invernali di Sochi 2014 con il brano “Vmeste“.