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Abbiamo contattato Nina Rima e Gardaland per sapere cos’è successo

Abbiamo chiamato l'influencer amputata Nina Rima e i gestori del resort Gardaland per farci raccontare la loro versione dei fatti

Una bomba di indignazione social è scoppiata nelle scorse ore sulla vicenda riguardante Nina Sophia Rima e Gardaland. La prima a parlare è la 22enne influencer amputata, che sulle stories del suo contatto Instagram ha affermato che il resort non le avrebbe dato il “saltafila” perché “non abbastanza disabile”. Fin dall’inizio la direzione ha replicato che la donna avrebbe comunque avuto un pass prioritario.

Sulla faccenda è intervenuta anche la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli con un post: “Quanto accaduto a Nina evidenzia ancora una volta le debolezze culturali ancora presenti rispetto al tema dell’inclusione. Serve approfondire in tutti i contesti della vita quotidiana gli aspetti che riguardano il concetto di accessibilità universale, che dobbiamo intendere come la rimozione di qualsiasi barriera che limita la vita quotidiana di chi ha una disabilità motoria, sensoriale, intellettiva o relazionale, nel rispetto di quanto indicato dalla convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, e nel rispetto della dignità delle persone. Includere non significa dire che siamo tutti uguali, includere significa riconoscere che ci possono essere delle differenze, che vanno rispettate, ma anche che è dovere di tutti attivarsi per evitare che da queste si determinino svantaggi o discriminazioni”.

Per conoscere più a fondo questa storia, accaduta tra il 29 e il 30 ottobre scorso, la redazione di Ability Channel ha contattato sia l’influencer sia la direzione del resort, che hanno raccontato la loro versione dei fatti e hanno specificato alcuni punti cardini della vicenda.

La versione di Nina Rima: “Ecco cos’è successo a Gardaland”

Nella mattinata di oggi abbiamo parlato con Nina Sophie Rima, che in questo momento si trova con la famiglia a Copenaghen (Danimarca), per conoscere più da vicino cos’è accaduto e su quali concetti poggiano le sue critiche.

Ciao Nina Rima, cos’è successo a Gardaland?

“A Gardaland c’è il gabbiotto con le informazioni apposite per le persone con disabilità, al di là del fatto che, visto il weekend di Halloween, abbiamo beccato l’inferno di gente e questo lo sapevamo, non era un problema: anche se sinceramente non credo fosse legale tutta quella affluenza. Comunque, eravamo un gruppo di 6 persone, comprese due bambine, e abbiamo chiesto di poter avere le agevolazioni per la mia disabilità.

Avendo una protesi transtibiale, hanno voluto vedere il certificato, il verbale e la percentuale di invalidità, poi fino a che punto arrivasse la protesi della mia gamba. Mi hanno detto che purtroppo, per la mia disabilità, non era ritenuto necessario poter saltare le code e usufruire di tutti i benefici per chi ha una disabilità. Però non avrei potuto fare le giostre perché purtroppo per la mia disabilità non mi erano concesse.

Cioè, troppo disabile per le giostre: perché quelle non si prendono la responsabilità di farmele fare, però si prendono la responsabilità di lasciarmi 2 ore in attesa in coda in mezzo alla massa per fare un’attrazione. Il problema non era non fare la giostra per ragioni di sicurezza, perché se avessi fatto la coda normalmente o un fast track, le avrei potute fare. Posso anche fare la fila, ma poi arrivo distrutta a fine giornata.”

Hai avuto modo di contattare la direzione di Gardaland?

“Con la direzione abbiamo litigato dalla mattina alla sera e ci siamo trovati male su tutto. Poi, per fortuna o sfortuna, nel nostro gruppo c’è una persona ipovedente, che però vive la vita a modo suo: non vuole minimamente farsi riconoscere, e non avrebbe neanche voluto usufruire della sua malattia per i pass, ma abbiamo scoperto che invece l’ipovedenza, così come tutte le disabilità sensoriali, rispecchiavano i loro standard per la fila e poter fare tutte le attrazioni. Ed è per questo motivo che parlo di persone con disabilità di Serie A e di Serie B. Un grande controsenso, perché un ipovedente può stare 2 ore in piedi, non ha problemi agli arti inferiori, non come chi invece ha una protesi, che fa più fatica.”

All’ANSA la direzione ha replicato alle tue parole. Parlano del fatto che non hai potuto accedere a 4 delle 35 attrazioni.

“Non è vero, ho pubblicato anche lo screen con le attrazioni segnate in rosso che mi avevano detto precisamente diverse persone che non avrei potuto fare: sono 9. Senza contare poi che ovviamente non avrei potuto fare alcuna giostra perché non sarei stata due ore in piedi a fare una coda.”

La stories di Nina Rima in cui parla delle attrazioni a lei accessibili

La direzione ha anche specificato che avete avuto il pass prioritario.

“No, abbiamo avuto un pass prioritario per la persona ipovedente. Noi, in quanto accompagnatori, avevamo un bracciale che serviva, appunto, per poterlo accompagnare e saltare la fila insieme a lui, ma soltanto facendo le attrazioni insieme a lui. Però io non potevo comunque fare le giostre. E poi che vuol dire dare un pass per saltare le code a lui e non a me? Comunque siamo entrambi con una disabilità.”

C’è qualcosa in più che bisogna sottolineare della faccenda?

“Leggendo vari commenti sui social, ho notato che forse ci si è concentrati sul fatto di non poter fare le attrazioni invece che riscattare un proprio diritto, che è proprio quello di avere delle agevolazioni come i saltacoda o riuscire a prendere una navetta senza essere schiacciati dalla folla, e senza aspettare un’ora prima che arrivi l’altra navetta – anche le navette di Gardaland non sono troppo accessibili per chi ha una disabilità motoria, non c’è nessuno che fa salire prima una persona con difficoltà motorie: quello sta al buon senso delle persone. Il fatto che la direzione di Gardaland si dichiara attenta e formata sui bisogni delle persone con disabilità è una grandissima menzogna.”

Sulla vicenda è intervenuta la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli.

“Ci siamo sentite ed è stata molto carina, penso che ci incontreremo settimana prossima per parlare del tutto e anche di tante altre cose.”

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La versione di Gardaland da parte dell’amministratrice delegata De Carvalho

Durante la giornata ci siamo interfacciati con l’ufficio stampa di Gardaland, che ha inviato alla redazione la nota completa che è stata consegnata all’ANSA con un’integrazione scritta dall’amministratrice delegata Sabrina De Carvalho per Ability Channel. Cominciamo con le parole inedite inviate alla nostra redazione.

“Presso il Welcome Desk, l’ufficio del Parco dedicato agli ospiti con disabilità e per tutte le persone con esigenze particolari – si legge nell’integrazione -, non le è mai stata chiesta nessuna documentazione perché la protesi era chiaramente visibile e non c’era bisogno di una certificazione a riguardo. Contrariamente a quanto da lei affermato, fin dal primo giorno, non è mai stata fatta nessuna menzione o commento sul livello di amputazione collegato alla possibilità di ricevere un pass saltacoda.

Si è parlato del livello di amputazione solo relativamente all’accesso alle attrazioni; l’addetta al desk ha infatti spiegato con accuratezza la Guida al Parco per Ospiti con Disabilità Fisica (consultabile qui, ndr), indicandole le attrazioni accessibili e la colonna di riferimento per il suo caso specifico. Alla sua richiesta di spiegazioni riguardanti l’accessibilità alle adrenaliniche, le sono stati esposti i nostri requisiti di sicurezza, imposti dalle case costruttrici a tutela dei visitatori, anche relativamente alla tipologia di protesi.

Aggiungo inoltre che nei due giorni di permanenza al Parco non ha mai fatto accenno di problematiche, né ha richiesto un confronto con il Guest Excellence Manager o altri manager per poter spiegare e/o approfondire quanto già illustrato in fase di ingresso il primo giorno”.

Di seguito invece la dichiarazione completa rilasciata dalla direzione del resort all’ANSA:

“La signorina Nina Rima ha avuto il pass prioritario insieme a tutto il suo gruppo in quanto accompagnatrice di un ospite ipovedente ma non ha potuto accedere a 4 delle 35 attrazioni del Parco per ragioni di sicurezza, ovvero regole dettate dai costruttori e legate alla sua disabilità specifica.

Quando il gruppo ha avuto accesso al Parco, il nostro personale – altamente formato e preparato, per accogliere gli ospiti con disabilità – ha spiegato le limitazioni di accessibilità sia per la casistica sensoriale sia per la casistica di portatori di protesi. La signora non ha voluto portare con sé la Guida al Parco per Ospiti con Disabilità Fisica dove sono elencate chiaramente le attrazioni accessibili.

La salute e la sicurezza dei nostri ospiti sono sempre la nostra priorità, siamo orgogliosi di essere un Resort inclusivo e accessibile e siamo davvero spiacenti per quanto apprendiamo. Cerchiamo di avere la massima attenzione verso ogni tipo di disabilità: abbiamo infatti dedicato uno specifico punto informazioni all’ingresso del Parco, con personale altamente formato e preparato, per accogliere gli ospiti con disabilità e una sezione sul nostro sito in modo da poter accedere a tutte le informazioni utili per la visita.

I requisiti di sicurezza per la fruizione di alcune attrazioni si basano su severe linee guida e migliori pratiche stabilite dai produttori delle attrazioni stesse e dalle associazioni di settore. Ci atteniamo alle loro linee guida con la massima attenzione e precisione per garantire la sicurezza degli ospiti e delle loro famiglie in tutte le potenziali situazioni”.

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Ultima modifica: 02/11/2022

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.