Diritti e disabilità

Calendarizzazione del Ddl Zan al Senato: ecco le prossime tappe

Il Ddl Zan ha ricevuto una candelarizzazione a Palazzo Madama, ma la nomina del relatore fa discutere: scopriamo cosa sta succedendo

Il 28 aprile 2021 in Senato la commissione Giustizia ha votato per dare priorità a numerosi provvedimenti, tra cui figura anche il ddl Zan (noto anche come legge contro l’omotransfobia, l’omolesbobitransfobia, la misogenia e l’abilismo), che con 13 voti a favore e 11 contrari (tutti del centrodestra) ha ottenuto di essere calendarizzato. Ma resta invece aperta la polemica sulla nomina del relatore.

Oltre alla calendarizzazione del ddl Zan a Palazzo Madama, infatti, c’è la questione del relatore del provvedimento. In aula il senatore Andrea Ostellari, in forza alla Lega, si è “autonominato relatore per continuare con il suo ostruzionismo”, spiega il primo firmatario Alessandro Zan in un video sui social: “Ostellari è sempre stato un nemico di questa legge, vuole utilizzare il suo ruolo di presidente per affossarla. Ma potrebbe essere un autogol perché la commissione a maggioranza è favorevole alla legge e dunque potrebbe sfiduciarlo attraverso un voto contrario”.

Dal canto suo, Ostellari ha replicato (sempre sui social) che “il voto sul calendario dei lavori ha certificato che, in commissione Giustizia, la maggioranza è spaccata. Al successivo incardinamento del disegno di legge Zan, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative. Il regolamento prevede che il relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari. Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega”.

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Pubblicato da Andrea Ostellari su Mercoledì 28 aprile 2021

Cosa dice il ddl Zan e a che punto siamo con la calendarizzazione?

Il testo unificato e completo del ddl Zan contiene 10 articoli:

  • ARTICOLO 1: disciplina le specifiche delle definizioni di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere;
  • ARTICOLO 2 e 3: introducono i reati fondati sesso, sul genere, sul­l’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità;
  • ARTICOLO 4: garantisce la difesa del pluralismo delle idee e della libertà di espressione, contrastando i casi di discriminazione;
  • ARTICOLO 5: entra nel merito delle pene previste, come la reclusione per 4 anni in caso di discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità;
  • ARTICOLO 6: modifica del codice 90 quater del codice penale in merito alle condizioni di particolare vulnerabilità;
  • ARTICOLO 7: istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la biofobia e la transfobia ogni anno al 17 maggio, data non a caso in quanto, oltre a coincidere con la Giornata Mondiale, è il giorno in cui nel 1990 l’omosessualità fu rimossa dalla lista delle malattie mentali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
  • ARTICOLO 8: l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali dovrà elaborare una strategia nazionale al fine di prevenire e contrastare le discriminazioni;
  • ARTICOLO 9: il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità avrà un incremento di 4 milioni di euro l’anno;
  • ARTICOLO 10: l’Istat dovrà realizzare ogni 3 anni un report statistico per capire come sta andando il contrasto alla discriminazione in materia.

Al momento la calendarizzazione del ddl Zan è stata ampiamente redatta, tuttavia la proposta di legge è ferma da mesi al Senato, a causa di una discussione tra le parti che si è protratta fino a luglio 2021. Al centro delle divergenze politiche ci sono gli articoli 1, 4 e 7. Tuttavia il 12 ottobre 2021 Zan ha fatto sapere sui social che l’iter potrebbe riprendere il 25 ottobre 2021.

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Ultima modifica: 15/10/2021

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.