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Francesca Cipelli: “L’atletica è un modo per sfogarmi”

In occasione dei Grand Prix FISPES di Grosseto, Francesca Cipelli è intervenuta alle nostre telecamere per raccontarsi a 360 gradi.

Agli scorsi Grand Prix FISPES di Grosseto, abbiamo avuto modo di conoscere da vicino Francesca Cipelli, atleta con disabilità che recentemente ha partecipato ai Mondiali di Dubai. Durante la nostra chiacchierata, Francesca si è raccontata a tutto tondo, partendo dalla sua condizione fisica per arrivare al concetto della Disabilità Positiva. Ripercorriamo i passi principali dell’intervista.

Una disabilità acquisita

L’esempio di Francesca Cipelli ci rammenta che, spesso, una disabilità è acquisita. Cioè, non intercorre dalla nascita, ma scaturisce a seguito di un’incidente. Per la giovane atleta, si è trattato di un “trauma cranico all’età di 10 anni, accaduto semplicemente durante una lezione di educazione motoria di quinta elementare”. Ancora oggi, Francesca ricorda la dinamica dell’evento: “Sono caduta sul piede di un mio compagno, la mia testa ha sbattuto prima addosso al muro e poi sul pavimento”. Dagli esami venne fuori “un’ematoma che stava fagocitando i vari centri nervosi di controllo”.

La storia sportiva di Francesca Cipelli

La giovane veneta ha mosso fin da piccola i primi passi nel mondo sportivo. “Io non ho scelto l’atletica, è lei ad aver scelto me”, ci dice. In questo modo, si è trovata catapultata in un mondo nel quale “fare amicizia con persone che non conoscevo”, considerando che proveniva “da un ambiente molto restrittivo e da una scuola privata dove venivo bullizzata“. Così, questa disciplina sportiva è diventata “un modo per sfogarmi ed essere me stessa“. 

La difficoltà degli atleti con disabilità

Il concetto che stiamo per affrontare è molto simile a quanto ci aveva accennato anche Giusy Versace: in Italia ci sono poche politiche d’accesso verso lo sport per le persone con disabilità. “Se un disabile deve fare sport – ci spiega Francesca Cipelli -, in genere prima di cominciare deve avere un background per capire dove praticarlo, a chi rivolgersi e dove reperire risorse”.

Un problema non di poco conto, se teniamo in considerazione quanto la società italiana sia discriminatoria in tal senso. “Ci sono tantissime persone con disabilità e pochissime fanno sport”. E, di fatto, uno dei motivi per cui non praticano nessuna disciplina sportiva è la grande difficoltà nel reperire risorse e informazioni adeguate al proprio obiettivo. 

La Disabilità Positiva secondo Cipelli

Come accaduto per Diego Gastaldi, abbiamo chiesto a Francesca Cipelli quale fosse la sua definizione di Disabilità Positiva. “In primis, è l’approccio che si vuole dare alla disabilità”, osserva la campionessa. “Il limite – aggiunge – è nella mente di chi lo vede”.

Ultima modifica: 25/05/2020

Junior Ferreira

La sua esperienza nel mondo della disabilità spazia dallo sport (paralimpiadi, mondiali, europei e tornei in tutte le discipline paralimpiche) agli approfondimenti medici e scientifici riguardanti la disabilità. Con reportage di eventi, foto, riprese, montaggio video e gestione dei canali social contribuisce alla costruzione della struttura dei siti Abilitychannel.tv ed Heyoka.it