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Ecoansia: cos’è, quali sono i sintomi e come si sviluppa

L'ecoansia consiste nel provare paura, angoscia e disperazione nei confronti dei problemi ambientali e alla crisi climatica. Scopri di più

L’ecoansia è un fenomeno relativamente nuovo che sta diventando sempre più presente nella società contemporanea. Si tratta di un concetto che descrive il senso di ansia e angoscia che molte persone sperimentano di fronte ai problemi ambientali e alla crisi climatica. L’ecoansia è il risultato della crescente consapevolezza dell’impatto negativo che l’uomo ha sull’ambiente e della sensazione di impotenza di fronte alla complessità dei problemi ambientali.

Difficile spiegare cosa sia nel dettaglio e quali sintomi comporti nello specifico perché è una tipologia di ansia che deriva da una presa di coscienza consapevole. La crisi climatica oggi rappresenta una minaccia concreta per la nostra esistenza e per il nostro pianeta.

Questa consapevolezza può derivare da una vasta gamma di fonti come la lettura di rapporti scientifici, l’osservazione diretta dei cambiamenti climatici, le conseguenze della deforestazione e dell’inquinamento o le immagini di catastrofi naturali che riempiono i notiziari.

Cosa significa avere ecoansia

Nella maggior parte dei casi, l’ecoansia si manifesta come un senso di disperazione e rassegnazione, come se non ci fosse nulla che si possa fare per invertire la situazione. La sensazione di impotenza di fronte ai problemi ambientali può aumentare la sensazione di disperazione e frustrazione, che a sua volta può portare a sintomi di ansia e depressione. Inoltre, l’ecoansia può essere accentuata dal senso di colpa che molte persone provano per il loro impatto sull’ambiente e per il loro modo di vita consumistico.

Ad ogni modo, l’ecoansia non va confusa in alcun modo con l’ansia in generale. L’ecoansia è specifica della crisi ambientale e non è un problema individuale, ma un fenomeno collettivo. L’ecoansia può spingere le persone a prendere azioni concrete per proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto dell’uomo sul pianeta. Può anche essere un’opportunità per creare una maggiore consapevolezza dei problemi ambientali e delle soluzioni possibili.

Quali sono i sintomi dell’ecoansia

Sebbene ogni individuo esprima i propri stati d’animo in modo unico, ci sono sintomi comuni che possono aiutare a riconoscere l’ecoansia. Tra questi, vi è la solastalgia, un termine che descrive un senso di angoscia emotiva o esistenziale causato dall’impatto negativo dei cambiamenti o della degradazione ambientale sulla sensazione di “casa” o di “luogo” di una persona.

Altri sintomi includono difficoltà quotidiane nel rapportarsi con familiari, colleghi e amici che non danno peso alla questione ambientale. Chi soffre di ecoansia soffre di crisi quando si affrontano questioni ambientali senza poter individuare una soluzione. Spesso si provano anche sentimenti come la rassegnazione, l’impotenza e la disperazione.

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Come si gestisce l’ecoansia

Ci sono molte strategie che possono essere utilizzate per gestire l’ecoansia e ridurre i sintomi di ansia e preoccupazione. Queste includono l’adozione di uno stile di vita più sostenibile, la partecipazione a gruppi ambientalisti e il sostegno di organizzazioni che lavorano per la protezione dell’ambiente. Inoltre, è importante cercare di mantenere una prospettiva positiva e concentrarsi sulle azioni positive che possono essere intraprese per proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto dell’uomo sul pianeta.

Per gestire l’eco-ansia, le persone possono mettere in atto un comportamento proattivo. Fare aiuta a non pensare e più cose si fanno per l’ambiente, più ci si sentirà meglio. Ecco una lista di azioni utili che possono aiutare a combattere l’ecoansia:

  • Ridurre l’uso di energia e risorse: si possono utilizzare fonti di energia rinnovabile e adottare pratiche per ridurre l’uso di energia, ad esempio spegnendo le luci e gli apparecchi elettronici non utilizzati.
  • Ridurre gli sprechi: per l’ambiente è utile ridurre gli sprechi di risorse e materiali, ad esempio acquistando oggetti fatti di carta o plastica riciclata.
  • Sensibilizzare amici e parenti: le persone possono sensibilizzare i propri amici sull’importanza dell’eco-sostenibilità e promuovere pratiche sostenibili. Parlarne con amici e parenti può aiutare nella gestione dell’ecoansia.

I consigli dell’Istituto di Psicopatologia

Nel dibattito sull’ecoansia, è intervenuto anche l’Istituto di Psicopatologia che sul sito ha pubblicato alcuni consigli per superare questa tipologia di ansia. Si parla proprio di ecoterapia, una nuova tecnica psicoterapeutica con espliciti interventi ambientali o ecologici che favoriscono il contatto della persona con la natura.

Questi trattamenti si sono rivelati efficaci non solo in alcuni disturbi di natura medica (come l’ipertensione, l’obesità, il recupero post-chirurgico) ma anche in patologie psichiatriche. Ecco alcuni degli interventi messi in atto nell’ecoterapia (tratti dal loro sito):

  • l’orticoltura sociale e terapeutica intesa come una forma di interazione tra le persone e piante. Può essere di tipo passivo come visitare e godere di un giardino, o attivo tramite giardinaggio o coltivazione di ortaggi.
  • la pet therapy: si parla di attività con animali domestici, cavalli e altri animali addomesticati.
  • ogni forma di esercizio nel verde, fare attività fisica o camminare all’aperto, nei parchi o in campagna, con un focus sociale di condivisione con gli altri il mondo naturale.
  • arti nella natura e artigianato: come disegnare, dipingere, fotografare, scrivere poesie all’aperto in parchi o in campagna.
  • terapia forestale: intesa come passeggiata semplice, la meditazione, yoga e attività manuali.

Il caldo come causa e conseguenza

Qualche giorno fa il quotidiano Repubblica ha pubblicato un articolo in cui si faceva riferimento a uno studio americano sull’ecoansia. Il risultato è sorprendente. Uno studio condotto su due milioni di persone per dieci anni mostra che un aumento protratto del caldo sopra i 30 gradi produce un aumento del 2% dei disturbi psichici e comportamentali per ogni grado in più.

Secondo la psicologa USA Susan Clayton infatti, una delle maggiori esperte di psicologia ambientale, esistono connessioni fra il cambiamento climatico e la psicologia umana. Le emergenze climatiche (e la preoccupazione per il futuro) hanno un impatto diretto sulle condizioni psicologiche e provocano disturbi di ansia, depressione, disturbo post traumatico da stress, che si protraggono per anni e che sono difficili da gestire.

Lo stesso vale per gli eventi acuti come l’aumento delle temperature, che ha ripercussioni notevoli sull’aumento dello stress cronico. Tutto questo può tradursi in ecoansia: alcuni studi Usa citati nell’articolo di Repubblica infatti parlano di una forbice tra il 17 e il 25% di persone che presentano problemi di ecoansia.

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Cosa possono fare insegnanti e genitori

Gli insegnanti, secondo alcuni studiosi, dovrebbero riflettere attentamente prima di introdurre discussioni in classe sui cambiamenti climatici. Non sono temi facili e ogni alunno potrebbe avere il proprio modo di affrontarli. Ad esempio, alcuni consigliano di considerare il contesto socio-politico attuale e il background dei propri studenti. Stevenson e Peterson invece sottolineano la necessità di considerare l’importanza dello status socioeconomico degli studenti.

Secondo alcuni autori, è importante incoraggiare gli studenti ad adottare azioni concrete per proteggere l’ambiente, anche se piccole. Questo senso di responsabilità può aumentare la loro consapevolezza ambientale e migliorare la loro salute mentale. Inoltre, è utile far impegnare gli studenti in comportamenti pro-ambientali prima di introdurli alla conoscenza teorica del problema. Questo per evitare che la sola conoscenza diventi schiacciante e non efficace nel promuovere l’azione.

Gli insegnanti dovrebbero incoraggiare gli studenti a formulare queste azioni da soli, invece di suggerirle. Si consiglia inoltre di enfatizzare l’importanza dell’azione collettiva e di orientare le discussioni in classe verso la ricerca di soluzioni, esplorando gli aspetti etici, morali, politici e sociali dei cambiamenti climatici. L’obiettivo è promuovere un equilibrio tra la consapevolezza ambientale e la speranza costruttiva. In questo modo, i ragazzi possono sviluppare fiducia in se stessi e nell’umanità.

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Ultima modifica: 24/07/2023

Angelo Dino Surano

Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.