Il Long Covid è una condizione caratterizzata dalla persistenza dei sintomi a seguito dell'infezione da Covid. Scopriamo cosa sappiamo
La pandemia da Covid ha lasciato due strascichi importanti: la nebbia cognitiva post-Covid e il Long Covid, nota anche come Sindrome Post Covid, condizione che rientra nei Long-Haulers, termine che indica individui caratterizzati da sintomi persistenti nel tempo. In questa guida delineeremo le caratteristiche principali, come riconoscerlo e quali sono le nozioni principali da sapere.
Nell’ottobre 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’esistenza del Long Covid come condizione che si verifica “in individui con una storia di probabile o confermata infezione da Sars-CoV-2, di solito a 3 mesi di distanza dall’inizio del Covid-19 con sintomi che durano per almeno 2 mesi e non possono essere spiegati da una diagnosi alternativa”.
A oggi il Long Covid non è l’unica condizione persistente notata a seguito della pandemia, ma sono state individuate altre due situazioni in cui sono stati notati sintomi permanenti per lungo tempo:
Trattandosi di una condizione legata a un nuovo virus, ancora oggi non è detto che conosciamo tutti i sintomi: addirittura l’OMS ha segnalato più di 200 segni nei pazienti. Di certo, sappiamo che possono durare in media 2 mesi. Nel corso del tempo però autorevoli piattaforme mediche e istituzionali hanno cercato di consegnare un elenco aggiornato dei segni. Ad esempio l’Istituto Superiore di Sanità scrive che tra le manifestazioni più frequenti abbiamo:
Anche il Centers for Disease Control and Prevention e il National Health Service hanno redatto un elenco completo dei sintomi più noti:
Chiunque può essere colpito dal Long Covid, persino i bambini. Nell’aprile 2021 uno studio condotto dai pediatri della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, pubblicato su Acta Paediatrica, ha coinvolto 129 ragazzi e bambini con età media di 11 anni, e con diagnosi di Covid avuta tra marzo e novembre 2020. La ricerca ha analizzato i casi in diverse fasce temporali di distanza dall’avvenuta diagnosi, scoprendo che:
Tra i sintomi di Long Covid maggiormente riscontranti – particolarmente frequenti a distanza di 2 mesi dalla diagnosi di Covid – troviamo l’insonnia (18,6%), la persistenza di sintomi respiratori (14,7%), la congestione nasale (12,4%), la fatigue (10,8%), dolori muscolari (10,1%) e alle articolazioni (6,9%) e difficoltà di concentrazione (10,1%). Insomma, anche nei bambini possono essere riscontrati sintomi simili a quelli visti negli adulti.
In base alle informazioni riportate dall’Istituto Superiore di Sanità, i pazienti più colpiti da questa condizione sono donne, persone in età avanzata, persone obese o in sovrappeso e chi è stato ospedalizzato per Covid, soprattutto se vi è un’apparente correlazione con patologie croniche preesistenti e con la gravità degli interventi richiesti.
Ancora oggi non è chiaro cosa scateni questa condizione. Una delle ipotesi circolate all’inizio della pandemia riguardava la risposta anomala del sistema immunitario, che continuava a combattere la Sars-CoV-2 anche se l’infezione non era più in atto, innescando così una risposta infiammatoria intensificata.
Tuttavia secondo un recente studio realizzato da alcuni ricercatori dell’Università in Paennsylvania, ci sarebbe una correlazione con i livelli di serotonina, l’ormone della felicità. Gli esperti hanno scoperto che su 58 pazienti che avevano avuto il Long Covid tra i 3 e i 22 mesi dall’infezione, sono stati riscontrati livelli bassi di serotonina.
Diagnosticare il Long Covid è molto un’operazione complessa, in quanto attualmente non esiste un test specifico. L’unica caratteristica che può creare il dubbio dell’esistenza della condizione è la persistenza di sintomi legati all’infezione da nuovo Coronavirus.
Tuttavia la presenza di sintomi persistenti non basta ad affermare con certezza che si tratti di Long Covid, poiché i sintomi di questa nuova malattia sono sovrapponibili ad altre situazioni, come per esempio l’influenza stagionale. Nel 2021 l’Istituto Superiore di Sanità ha comunque stilato alcune indicazioni da seguire per una diagnosti clinica precisa:
Attualmente non sappiamo la durata precisa del Long Covid, in quanto la comprensione degli esperti al riguardo non è ancora del tutto chiara. Il 29 luglio 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha descritto persistenza dei sintomi fino 3 e a 6 mesi, ma potenzialmente anche fino a 9.
Attualmente non esiste nessuna terapia. Come sempre poi, ogni condizione viene affrontata dal personale sanitario in base alla storia clinica della persona.
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Ultima modifica: 25/01/2024