Malattie

Quarta malattia: cos’è, sintomi, diagnosi e cure

La quarta malattia (detta anche morbo di Doke o scarlattinetta) è una malattia infettiva epidemica molto simile alla consueta scarlattina.

La quarta malattia (detta anche morbo di Doke o scarlattinetta) è una malattia infettiva epidemica molto simile alla consueta scarlattina. Fino a qualche anno fa, questa patologia apparteneva (nell’immaginario collettivo) alla famiglia delle malattie pediatriche di tipo esantematico. In greco, esantema significa “sbocciare” ed è il verbo che indicava un gruppo ben definito di eruzioni cutanee. Si chiama in questo modo perché si fa riferimento al classico elenco della letteratura medica (morbillo, scarlattina, rosolia e appunto questa patologia).

Cause della quarta malattia

La prima malattia (morbillo) fu scoperta nel 1627, la seconda (scarlattina) nel 1627 e la terza malattia (rosolia) nel 1881. Alla fine dell’Ottocento dunque, si conoscevano soltanto 3 malattie di questo tipo (oggi esistono anche dei vaccini). Furono Filatov e Dukes a scoprire altre forme di malattie che chiamarono rosolia morbillosa e rosalia scarlattinosa. Nei primi tempi non la si considerava una vera e propria malattia e i medici erano scettici nel considerarla in modo univoco.

Secondo gli studiosi, questa malattia fa parte degli esantemi atipici che si differenziano da quelle classiche (morbillo, rosolia, scarlattina, quinta, sesta malattia e varicella). In linea di massima, questa patologia ha manifestazioni cutanee diverse da quelle consuete ed è causata da agenti eziologici differenti (parassiti, virus, funghi e batteri). Gli studi di Dukes hanno evidenziato che la quarta malattia è causata da un enterovirus appartenente alla famiglia dei Coxackie, gli stessi della malattia “bocca mani piedi”.

Sintomatologia della malattia

I primi sintomi compaiono dopo poche ore dal contagio. In molte forme, questi sintomi possono essere lievi o piuttosto modesti (a volte anche impercettibili). Ecco i sintomi nello specifico:

  • cefalea;
  • inappetenza;
  • sonnolenza;
  • febbre;
  • gola rossa e infiammata;
  • ingrossamento dei linfonodi.

A questi sintomi, in linea di massima, segue l’esantema. Questo si diffonde soprattutto a livello inguinale e dei glutei: sono puntini di colore rosa che scompaiono dopo 4-5 giorni. Dopo la scomparsa dell’esantema, può seguire una lieve desquamazione cutanea. Nella quasi totalità dei casi, questa malattia non lascia alcuno strascico.

Diagnosticare questa malattia non è facile: alcuni medici nutrono ancora dubbi su questa malattia che spesso viene scambiata per una forma di scarlattina. Non è facile infatti distinguere se febbre e macchie sulla pelle sono causate da in virus o da un batterio specifico o se sono sintomo di un’infezione. In questi casi, è compito del pediatra decidere se effettuare gli esami necessari (tampone) per individuare lo streptococco beta emolitico di gruppo A.

I sintomi in gravidanza

Anche l’adulto, se non ha contratto la malattia da piccolo, può ammalarsi di questa malattia. I sintomi nell’adulto sono ancora più lievi che nei bambini e sono molto difficili da diagnosticare. Ci sono alcuni casi in cui questa malattia, in età adulta, viene scambiata per un’intossicazione alimentare o per uno sfogo allergico. L’unico caso in cui bisogna avere un’accortezza in più è la gravidanza.

La comparsa di febbre e macchie richiede sempre una visita medica (e, nel caso, un tampone). Se il tampone faringeo è positivo allo streptococco beta emolitico di gruppo A, è consigliabile iniziare una terapia antibiotica. Per il feto non c’è alcun rischio: la terapia non ha alcun effetto negativo. Se invece il tampone è negativo è probabile che ci si trovi di fronte a una malattia virale (anch’essa non preoccupante).

Come avviene il contagio

Questa patologia è molto contagiosa. Si tratta di una forma batterica da streptococco che si trasmette attraverso goccioline respiratorie (come il Covid-19). Quindi ogni colpo di tosse o gocciolina di saliva può diventare infetto (come ogni contatto diretto con saliva o muco).

Si rimane contagiosi fino alla scomparsa delle macchie e gli studiosi ancora non sono riusciti a definire una tempistica condivisa sul tempo di incubazione. Il periodo in cui si registrano il maggior numero di contagi è il periodo primaverile/estivo: quando un bambino si ammala, tende a trasmettere la malattia ai suoi compagni.

La scarlattinetta non è una malattia pericolosa. In linea di massima è una forma lieve di scarlattina e ne condivide il decorso. Sono rarissimi i casi in cui lo streptococco responsabile dell’infezione può comportare problemi renali. Il ruolo fondamentale lo gioca il pediatra: in base ai sintomi del bambino, può consigliare esami approfonditi come quello delle urine.

Come si cura la scarlattinetta

La scarlattinetta si presenta come la scarlattina: l’esantema consiste in molti puntini rosa ravvicinati localizzati in gran parte nella parte di inguine e natiche. Il bambino affetto da questa malattia deve rimanere a riposo e sarà il pediatra a decidere (in base ai sintomi) se iniziare una cura antibiotica per debellare l’agente patogeno.

Quando la febbre supera i 38 gradi, il medicinale più indicato da assumere è il paracetamolo. Il bambino deve riposare e bere molta acqua. Quando il bambino non è più contagioso (non ha più le macchie) può tornare a scuola. Anche se la malattia viene contratta in gravidanza, non ha strascichi negativi e scompare entro 10 giorni dalla scomparsa dei primi sintomi.

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Ultima modifica: 28/01/2021

Angelo Dino Surano

Giornalista, addetto stampa e web copywriter con una passione particolare per le storie di successo. Esperto in scrittura vincente e comunicazione digitale, è innamorato della parola e delle sue innumerevoli sfaccettature dal 1983. La vita gli ha messo davanti sfide titaniche e lui ha risposto con le sue armi più potenti: resilienza e spirito di abnegazione. Secondo la sua forma mentis, il contenuto migliore è quello che deve ancora scrivere.