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Perché Israele partecipa all’Eurovision Song Contest?

Come mai l'Israele prende parte all'Eurovision Song Contest pur non essendo uno Stato europeo? C'è un motivo particolare

L’Israele non è un paese europeo, eppure ogni anno partecipa all’Eurovision Song Contest, molte volte ha pure vinto il titolo come migliore canzone d’Europa e ha avuto anche l’opportunità di organizzare la kermesse in casa propria. Perché?

Come mai Israele partecipa all’Eurovision Song Contest?

Nella storia dell’Eurovision Song Contest, Israele è stato il primo Paese non europeo a partecipare attivamente alla manifestazione canora, seguito poi dall’Australia. Così come la nazione oceanica, anche Israele gode di questa possibilità in quanto è membro effettivo dell’Unione Europea di Radiodiffusione, nota anche come UER, dal 1957. In quanto membro effettivo, dunque, può organizzare la kermesse nel proprio Paese in caso di vittoria.

Va ricordato infatti che l’Eurovision Song Contest è una manifestazione canora che elegge la miglior canzone d’Europa, chiamando però a raccolta tutte quelle nazioni che fanno parte, appunto, dell’UER. Nel caso dell’Israele, è l’emittente televisiva Israel Broadcasting Authority ad aver permesso la sua iscrizione alla competizione. Iscrizione che comunque non fu accolta bene da Egitto e Siria, che espressero parere contrario all’accesso del Paese israeliano, salvo poi abbandonare definitivamente l’UER.

La discussa partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest

Il fatto che Israele partecipi all’Eurovision Song Contest è stato sempre motivo di aspri e accesi dibattiti, e nel corso degli anni ci sono stati episodi che hanno acceso i riflettori proprio sui cantanti in gara, e non solo. Per fare un esempio, l’edizione che si è tenuta nel 1973 a Lussemburgo ha visto un controllo di sicurezza “insolitamente rigoroso” e “misure di sicurezza speciali per la delegazione israeliana”, scrive il sito ufficiale dell’evento.

L’edizione 2024 invece si è aperta, inevitabilmente, con le contestazioni in riferimento alla guerra in corso a Gaza, ma già da settimane si è parlato moltissimo del brano in gara, “Hurricane” di Eden Golan, che inizialmente si intitolava “October Rain”. Come riporta il giornalista israeliano Eran Swissa, il brano conteneva riferimenti ai fatti del 7 ottobre 2023. Inoltre, conteneva la parola fiori, in riferimento ai militari dell’IDF morti in battaglia, un contenuto che va in contrasto con il regolamento della kermesse, che pone un divieto su riferimenti politici o militari all’interno delle canzoni.

Dopo la minaccia da parte dell’emittente televisiva di Stato Kan (Israel Broadcasting Corporation) di abbandonare la competizione, alla fine il Presidente Isaac Herzog ha dato mandato agli autori di cambiare il testo e il titolo del brano. A quel punto l’UER ha dato l’ok ad Israele per partecipare alla manifestazione. Decisione che ha però non ha trovato largo consenso, visto che in molti chiedono l’esclusione di Israele così come accaduto alla Russia per via della guerra in Ucraina.

Già nel gennaio 2024 diversi artisti del Nord Europa, capeggiati dall’Islanda, ma anche da Svezia e Danimarca, tentarono di escludere Israele attraverso una raccolta firme, motivando la propria richiesta in riferimento ai “crimini di guerra” commessi sulla striscia di Gaza, minacciando anche il ritiro del paese islandese.

In risposta, Jean Philip De Tender, vicedirettore generale dell’UER, aveva affermato in un comunicato stampa che “l’Unione Europea di Radiodiffusione riconosce la profondità dei sentimenti e le forti opinioni che l’Eurovision Song Contest di quest’anno – ambientato sullo sfondo di una terribile guerra in Medio Oriente – ha suscitato. Comprendiamo che le persone vorranno impegnarsi in un dibattito ed esprimere le loro opinioni profondamente radicate su questo argomento. Siamo tutti rimasti colpiti dalle immagini, dalle storie e dall’indiscutibile dolore sofferto da coloro che vivono in Israele e a Gaza. Tuttavia desideriamo affrontare le preoccupazioni e le discussioni che circondano questa situazione, in particolare le campagne mirate sui social media contro alcuni dei nostri artisti partecipanti”.

“Pur sostenendo fermamente la libertà di parola e il diritto di esprimere opinioni in una società democratica – si legge – ci opponiamo fermamente a qualsiasi forma di abuso online, incitamento all’odio o molestia nei confronti dei nostri artisti o di qualsiasi individuo associato al concorso. Ciò è inaccettabile e totalmente ingiusto, dato che gli artisti non hanno alcun ruolo in questa decisione”.

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Quali sono i risultati di Israele all’Eurovision Song Contest?

Israele ha una lunga storia di successi all’interno dell’Eurovision Song Contest, essendo riuscita a primeggiare per ben 4 volte nella competizione canora. Tra le varie vittorie, viene ricordata quella del 1998, quando a vincere per il Paese israeliano fu Dana International, la prima cantante apertamente trans a partecipare (e vincere) la kermesse.

Leggi anche: Eurovision Song Contest: l’elenco dei vincitori (e se l’Italia ha mai vinto)

AnnoArtistaBranoPosizionamento
1973IlanitEy sham
1974PoogyNatati la khayay
1975Shlomo ArtzAt va’ani11°
1976Shokolad Menta MastikEmor shalom
1977IlanitAhava hi shir lishnayim11°
1978Izhar Cohen & AlphabetaA-Ba-Ni-Bi
1979Gali Atari & Milk & HoneyHallelujah
1980The Brothers & the SistersPizmon ChozerRitirato
1981Hakol Over HabibiHalayla
1982Avi ToledanoHora
1983Ofra HazaHai
1984IlanitBalalaikaRitirato
1985Izhar CohenOlé, olé
1986Moti Giladi & Sarai TzurielYavo yom19°
1987Lazy BumsShir habatlanim
1988Yardena AraziBen adam
1989Gili & GalitDerekh hamelekh12°
1990RitaShara barkhovot18°
1991Duo DatzKan
1992DafnaZe rak sport
1993Lahakat ShiruShiru24°
1994Nessuna partecipazione
1995LioraAmen
1996Galit BellShalom olamNon qualificato
1997Nessuna partecipazione
1998Dana InternationalDiva
1999EdenYom huledet
2000PingPongSame’ach22°
2001Tal SondakEn davar16°
2002Sarit HadadLight a Candle12°
2003Lior NarkisWords for Love19°
2004David D’OrLeha’aminNon qualificato
2005Shiri MaimonHasheket shenish’ar
2006Eddie ButlerTogether We Are One23°
2007TeapacksPush the ButtonNon qualificato
2008Boaz MaudaThe Fire in Your Eyes
2009Noa & Mira AwadThere Must Be Another Way16°
2010Harel SkaatMilim14°
2011Dana InternationalDing DongNon qualificato
2012IzaboTime13°
2013Moran MazorRak bishvilo14°
2014Mei FinegoldSame Heart14°
2015Nadav GuedjGolden Boy
2016Hovi StarMade of Stars14°
2017Imri ZivI Feel Alive23°
2018NettaToy
2019Kobi MariniHome23°
2020Eden AleneFeker libiEdizione cancellata causa Covid
2021Eden AleneSet Me Fre17°
2022Michael Ben DavidI.MNon qualificato
2023Noa KirelUnicorn
2024Eden GolanHurricane

Ultima modifica: 13/05/2024

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.