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Nuotatori Paralimpici

Come hai iniziato a nuotare? E’  stato per la riabilitazione con l’idrokinesiterapia, te l’hanno consigliato oppure già ti piaceva il nuoto?

Ho iniziato a nuotare più o meno un anno dopo l’incidente, avevo già nuotato da piccolino ma non ai ritmi di adesso. E’ stato all’inizio un avvicinamento per vedere come ci si sentiva in acqua e poi pian piano abbiamo iniziato ad aumentare gli allenamenti e adesso sono praticamente in acqua tutti i giorni.

La mia passione per il nuoto è iniziata con la fisioterapia da piccolo, e dopo averla scoperta ho iniziato a fare le prime gare, da lì è nato il tutto.

E’ iniziato tutto per la riabilitazione, perché avevo bisogno di movimento in acqua.

Me lo hanno consigliato in fisioterapia, come metodo terapeutico, poi mi sono innamorata dell’acqua ed ho continuato.

Sì, ho iniziato ad un anno per la riabilitazione.

Nuotavo già da tanto tempo, e volevo continuare a fare un’attività sportiva qualsiasi, ma dato che c’ero già dentro ho detto continuiamo a nuotare e mi hanno indicato un gruppo di Padova.

Soprattutto grazie a mamma perché già a tre mesi sono stata messa in acqua a nuotare e a fare riabilitazione per recuperare il problema che ho avuto alla nascita.

Quando ero piccola non sapevano indicarmi uno sport, a tre anni, siccome mio fratello andava in piscina, mi hanno portato in acqua e da lì non ho più smesso.

Molte società FIN sono affiliate alla FINP. Quindi disabili e normodotati che nuotano assieme. I disabili sono da esempio e i normodotati da stimolo? Com è l’equilibrio?

Sicuramente l’equilibrio nel corso degli anni sta aumentando, piano piano ci stiamo integrando sempre di più,  e riusciamo ad avere molta considerazione per consulti tecnici.

Diciamo una bella realtà che non è presente da molto, è sicuramente di stimolo ed aiuta a far conoscere anche a persone normodotate che le persone con problemi fisici possono fare le stesse cose che fanno loro.

Si perché non c’è una differenza, il nuoto è uguale per tutti sia per i diversamente abili che per i normodotati, in acqua siamo tutti uguali.

C’è rispetto. Diciamo che è d’aiuto sia per gli uni che per gli altri come stimolo.

Posso garantire che c’è equilibrio, non tutti ovvio, però magari fai una gara con i master e puoi lasciare indietro i normodotati.

Diciamo che negli ultimi anni si sta creando un equilibrio ma prima era molto più lontano il mondo FIN da quello FINP invece adesso negli ultimi anni si stanno quasi avvicinando.

Già gareggiare con i normodotati mi da uno stimolo in più, perché si possono imparare tante cose da loro.

Io nuoto con una società FIN, quindi posso dire che un equilibrio c’è, i ragazzi li vedo contenti, imparano un sacco di cose da me che ho avuto un po’ più di esperienze di loro che magari fanno solo gare nazionali e regionali. Io mi trovo molto bene.

Ogni atleta ha dei riti scaramantici tipo musica o altre cose, come ci si carica? Come ci si concentra?

Sicuramente un ottimo modo per concentrarsi è il fatto di chiudersi in se stessi per un attimo e pensare a tutti i sacrifici fatti per svolgere al meglio questa gara.

Il mio rito scaramantico viene dal fatto che ho molta fede, è la mia fede che mi fa andare avanti perché chiedo aiuto al signore.

Musica. La musica è veramente la miglior cosa.

Io non li ho, quindi davvero non ti so dire.

La concentrazione prima di una gara è importante,  c’è chi usa appunto la musica c’è chi invece come me cerca la pace personale dentro se stessi prima di ogni gara.

Un po’ di tutto, la musica soprattutto, dipende dal periodo.

Si ascolta musica che carichi veramente.

Io non ho un rito, mi concentro mi sale l’ansia e non vedi l’ora che finisce tutto.

Bisogna essere caricati da se stessi psicologicamente, non bisogna pensare troppo alla gara ma concentrarsi su una cosa che ti piace e immaginarla, qualsiasi essa sia, bisogna concentrarsi su quella cosa e seguirla.

Io in realtà sono una chiaccherona quindi scarico la tensione chiaccherando e magari sono pure una scocciatura per chi mi sta vicino e vuole stare un po’ in silenzio.

Gli allenamenti sono molto lunghi, qual è il pensiero che ti accompagna per andare avanti, qual è la differenza tra allenamento e competizione

Gli allenamenti sono molto duri, però il mio sogno è di andare avanti per le persone che credono in me che mi stanno aiutando a portare avanti questo sogno, e io lo faccio per loro.

L’allenamento è duro quindi a volte ci si può anche scocciare. Diciamo che va fatto per far si che la gara poi risulti nel modo migliore.

C’è molta differenza tra allenamento e competizione, ho vari obiettivi anche nell’allenamento però la competizione è tutta un altro mondo.

Quando nuoti magari pensi “chi me l’ha fatto fare, voglio tornare a casa, sono stanca”  però poi quando vedi che i tuoi sforzi danno i frutti sei soddisfatto.

L’allenamento è la parte più difficile,  perché una gara si svolge una domenica in tre minuti, l’allenamento fa parte della tua vita quotidiana è difficile allenarsi, io mi alleno e basta non lavoro, ed è difficile allenarsi due volte al giorno. A volte non si ha voglia però è la passione che ci porta ad andare avanti.

Durante le gare si è pieni d’adrenalina, hai sempre paura di sbagliare le virate,  ti metti addosso tante paranoie. Invece durante gli allenamenti se fai un piccolo sbaglio sai che puoi correggerlo con facilità.

C’è differenza tra allenamento e competizione, in allenamento si fanno tanti lavori di resistenza, di velocità , di esercizi per migliorare se stessi durante la gara.

Io mi diverto in entrambi i casi, faccio più fatica quando devo nuotare da sola in allenamento perché lì ci vuole tanta concentrazione.

Chi è per te l’allenatore? Un punto di riferimento? Uno stimolo? Un esempio? Un punto di riferimento?

Prima di tutto deve essere un amico, dopo sicuramente è una persona che ha studiato per fare il suo lavoro a cui bisogna dare ascolto e poi mettere in atto quello che lui ci dice.

Sia un amico che mi aiuta nei momenti in cui sono giù e sia un motivatore per aiutarmi ad andare avanti.

Un motivatore, un punto di riferimento ed un padre.

Un motivatore.

Per me l’allenatore è sia un amico, sia un punto di riferimento sia un motivatore.  Dato che comunque dal mio punto di vista sto cercando di intraprendere la carriera di allenatore FINP.

Motivatore perché ti da la forza di andare avanti e raggiungere gli obbiettivi che uno ha prefissato.

E’ un motivatore.

Tutto, quando mi alleno e gareggio diventa tutto. E’ molto importante soprattutto il sostegno psicologico.

Un motivatore, un mio amico e anche quello che mi stimola di più ad allenarmi ed andare avanti.

Io ne ho due, uno è un po’ un papà perché lo conosco da una vita, l’altro lo conosco da poco però è diventato importantissimo anche lui come un padre anche perché io vivo lontana da casa.

Hai mai provato altri sport prima del nuoto? Perché proprio il nuoto?

Perché è uno sport che mi accompagna fin dalla mia infanzia, ho una malattia rara, l’osteogenesi imperfetta e quindi ho molte probabilità di fratturarmi, allora il nuoto essendo uno sport non molto traumatico mi permette di nuotare senza rischi.

Il nuoto perché mi stacco dalla sedia a rotelle, e sono uguale a tutti gli altri. Gli altri sport mi costringono sulla sedia a rotelle

No ho cominciato subito con il nuoto e non ho provato altri sport perché il nuoto mi da tutto quello che cerco.

Provato atletica, poi il nuoto così, per scherzo e per impegnare il tempo, mi hanno detto perché non ci provi ed io ho provato poi adesso faccio paratriathlon.

No solo il nuoto perché è quello più congeniale alla mia patologia.

A me piacerebbe fare un altro sport, atletica leggera, però era lontano da casa.

Ho provato un po’ di sport come tennis, danza però mi è piaciuto di più il nuoto e ormai mi diverte da tanti anni.

No mai fatto altro sport. Il nuoto perché in acqua non ci sono veramente differenze, non devo ne usare la protesi ne usare la carrozzina sono come gli altri e, mi piace da morire.
L’alimentazione di un atleta deve essere sempre precisa e corretta, esistono però spesso degli strappi alla regola, qual è il tuo?

Il sabato e la domenica quando si esce con gli amici, è normale un piccolo strappo sennò che si vive a fare?

Il mio strappo alla regola è ogni tanto una pizza.

Il McDonalds.

Si, di strappi ce ne sono, ogni tanto un po’ di cioccolata fa bene.

Una sigaretta dopo il caffè.

La pizza.

Sempre sempre strappi alla regola, la cioccolata in primis e la pizza anche, spesso e volentieri.

Le patatine fritte, o la cotoletta alla milanese.

La pizza.

La settimana prima delle gare bisogna regolarsi, però fuori dalle gare, mangio tutto.

Quando ero a Sheffield c’erano sempre fish and chips per esempio e anche molta carne.

Il cioccolato.

Ti fa sentire realizzato, figo partecipare ad una gara di nuoto?

Fighissimo. Fighissimo.

A volte sì, soprattutto se ottengo ottimi risultati.

Quando riesco a fare il tempo che mi aspetto quello sì.

No, lo faccio per spendere il tempo. Sono una persona normale. Ovvio che a tutti piace vincere.

Se va bene soprattutto, se va un po’ male rispetto agli obbiettivi che mi sono prefissata pazienza.

Sì se va bene, se va male mi arrabbio moltissimo. Sono molto severa con me stessa.

 

Ultima modifica: 11/02/2020

Redazione - Ability Channel

Dal 2011 la redazione di Ability Channel tiene informati i suoi lettori su tutto ciò che riguarda il mondo della disabilità: partendo dalle patologie, passando per le attività di enti ed associazioni, fino ad arrivare a raccontarne la spettacolarità sportiva paralimpica. Ability Channel è l'approccio positivo alla disabilità, una risorsa fondamentale della nostra società.