Attualmente in Italia non esiste una legge sull'Intelligenza Artificiale che parli di disabilità, ma c'è un disegno di legge. Ecco cosa dice
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In Italia non esiste una legge riguardante l’Intelligenza Artificiale e, più precisamente, una che parli apertamente delle questioni legate alle persone con disabilità. Tuttavia esiste un disegno di legge che, pressoché dai primi mesi del 2025, è in discussione tra Senato e Camera, e che potrebbe cambiare il quadro normativo nazionale sull’uso dell’IA – e che parla anche alle persone con disabilità.
Probabilmente la discussione di questo disegno di legge è tornato in auge a seguito di uno scandalo, noto come “OnlyDown“, che è stato documento qualche mese fa da AIDP (Associazione Italiana Persone Down), riguardante di fake influencer e sex worker con Sindrome di Down generate con l’Intelligenza Artificiale allo scopo di vendere materiale pornografico su OnlyFans (ve ne abbiamo parlato qui).
Attualmente in Italia non esiste una normativa interna riguardante l’Intelligenza Artificiale, ma tutto viene ricondotto al Regolamento Europeo del 13 giugno 2024, il noto AI Act, entrato il vigore il 1° agosto 2024, la cui applicazione completa è prevista per il 1° agosto 2026.
Come spiega il Parlamento Europeo, la priorità è assicurarsi che l’IA utilizzata all’interno dell’Unione Europea sia sicura, trasparente, tracciabile, non discriminatoria e rispettosa dell’ambiente – e che dovrebbe essere supervisionata da persone, e non da processi di automatizzazione.
A tal fine, l’Europa ha preferito generalizzare la definizione di sistemi di Intelligenza Artificiale, così da rendere sotto lo stesso cappello strumenti di diversa portata, natura e funzionamento.
In Italia invece si vuole creare una legge interna ad hoc – che non andrà a sostituire la regolamentazione europea – per definire più nel dettaglio il quadro dell’Intelligenza artificiale applicato nei confini nazionali. E ci sono diversi punti specifici relativi alle persone con disabilità.
Al momento, infatti, esiste un disegno di legge in discussione da inizio 2025 che dovrebbe diventare il prontuario legislativo sull’Intelligenza Artificiale in Italia. Questo ddl n. 1146-B reca le “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale“, e inizialmente era stato approvato il 20 marzo scorso alla Camera dei Deputati, però con modifiche, per cui è tornato al Senato per un nuovo step legislativo (di fatto, inizialmente, il disegno di legge era numerato 1146).
In linea generale, questa normativa prevede il rispetto dei diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione e dall’Unione Europea, la libertà di espressione, il pluralismo dei mezzi di comunicazione e la privacy; dispone di regole precise in vari ambiti sensibili, come quello sanitario, amministrativo, di giustizia e di cybersicurezza mondiale; prevede disposizioni specifiche sul diritto d’autore in relazione alle opere creare con l’ausilio dell’IA.
Ma ci sono anche voci specifiche che riguardano le persone con disabilità. Vediamole insieme:
ART. 3, COMMA 7:
“La presente legge garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale e alle relative funzionalità o estensioni, su base di uguaglianza e senza alcuna forma di discriminazione e di pregiudizio, in conformità alle disposizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, fatta a New York il 13 dicembre 2006, ratificata e resa esecutiva in Italia ai sensi della legge 3 marzo 2009, n. 18“.
ART. 7, COMMA 4:
“La presente legge promuove lo sviluppo, lo studio e la diffusione di sistemi di intelligenza artificiale che migliorano le condizioni di vita delle persone con disabilità, agevolano l’accessibilità, la mobilità indipendente e l’autonomia, la sicurezza e i processi di inclusione sociale delle medesime persone anche ai fini dell’elaborazione del progetto di vita di cui all’articolo 2, comma 1, lettera n), del decreto legislativo 3 maggio“
ART. 22, COMMA 3:
“Lo Stato favorisce l’accessibilità ai sistemi di intelligenza artificiale per il miglioramento del benessere psicofisico attraverso l’attività sportiva, anche ai fini dello sviluppo di soluzioni innovative finalizzate a una maggiore inclusione in ambito sportivo delle persone con disabilità. Nel rispetto dei princìpi generali di cui alla presente legge, i sistemi di intelligenza artificiale possono essere utilizzati anche per l’organizzazione delle attività sportive“
Gli ultimi due articoli qui elencati hanno come obiettivo la regolamentazioni di aspetti molto interessanti riguardanti le persone con disabilità. Da una parte, vi è l’esigenza di garantire l’accessibilità di questo strumento a chiunque, in quanto l’IA viene visto come uno strumento capace di migliorare le qualità di vita delle persone con disabilità; dall’altra, potrebbe trovare applicazione nelle organizzazione delle attività sportiva.
Su questo secondo punto, siamo curiosi di scoprire cosa accadrà, poiché in Italia esiste un movimento sportivo paralimpico molto forte, e l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale – attraverso questa potenziale legge – potrebbe portare ulteriori benefici agli atleti paralimpici. È una scommessa, ma l’ardua sentenza dovrà essere data dai posteri – sempre che non verranno fatti sostanziali cambiamenti durante l’iter legislativo.
Infine, l’ultimo aspetto importante riguarda le disposizioni penali, disciplinate dall’articolo 26, dove si legge:
“Chiunque cagiona un danno ingiusto ad una persona, cedendo, pubblicando o altrimenti diffondendo, senza il suo consenso, immagini, video o voci falsificati o alterati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale e idonei a indurre in inganno sulla loro genuinità, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Il delitto è punibile a querela della persona offesa. Si procede tuttavia d’ufficio se il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio ovvero se è commesso nei confronti di persona incapace, per età o per infermità, o di una pubblica autorità a causa delle funzioni esercitate“.
E probabilmente qui si torna alla questione legata allo scandalo OnlyDown. È indubbio che sia necessaria una legge riguardante l’Intelligenza Artificiale in Italia, ma è anche sotto gli occhi di tutti che sia necessario insegnare a tutti su come usarla. Perché, altrimenti, in futuro rischieremo di trovarci di fronte a scandali ancora più grandi, ancora più complessi, ancora più denigratori.
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Ultima modifica: 01/09/2025