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Influenza aviaria: che cos’è e cosa sta succedendo coi pinguini in Antartide

L'influenza aviaria sta complicando la vita dei ricercatori in Antartide che studiano i pinguini. Ecco cosa succede e di cosa si tratta

È ufficiale, l’influenza aviaria sta interrompendo diverse ricerche su pinguini, foche e altri animali in Antartide. Questo ceppo mortale infatti sta costringendo moltissimi ricercatori provenienti da ogni parte del mondo ad abbandonare le proprie ricerche previste fino al 2025, allo scopo di evitare che ci possa essere un contagio umano e rendere questo focolaio di portata pandemica.

In questo approfondimento, capiamo cosa sta accadendo da diversi mesi a questa parte nella regione antartica, cosa dicono i ricercatori e come mai c’è tanta preoccupazione per l’influenza aviaria.

Influenza aviaria e pinguini dell’Antartide: cosa succede?

“Diversi progetti sono stati annullati quest’anno – rivela a Nature il microbiologo Antonio Quesada del Corral, che gestisce il programma spagnolo di ricerca sull’Antartide -, perché volevamo ridurre il rischio di contrarre un’infezione alle persone o di essere un vettore che diffonde la malattia tra diverse colonie animali”.

Una decisione sofferta, ma al momento l’unica percorribile, anche se “avevamo programmato per il prossimo anno altri nuovi progetti sulle colonie animali: alcuni di questi probabilmente non verranno realizzati”.

Tutta colpa del sottotipo H5N1 dell’influenza aviaria, rilevato per la prima volta nella regione antartica nell’ottobre 2023 in uccelli morti, inclusi gabbiani e stercorari, precisamente nel territorio sub-antartico della Georgia del Sud e del Sud Isole Sandwich. In realtà in questa zona il virus era già stato individuato tra elefanti, foche orse, albatros, sterne, pinguini Papua e pinguini reali.

Da qui il timore degli scienziati di restare contagiati e causare un disastro di portata globale. Quindi per il momento solo i ricercatori specializzati in malattie infettive e virus possono accedere alle colonie animali.

“Abbiamo sospeso tutte le attività che avevano un contatto diretto con gli animali – ha raccontato anche Martín Ansaldo, ecologista dell’Istituto Antartico Argentino di Buenos Aires -. Ovunque abbiamo osservato animali con comportamenti insoliti o un insolito aumento del numero di morti”.

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By leungchopan da envato elements

Che cos’è l’influenza aviaria, quali sono i sintomi e come si contrae?

L’influenza aviaria fu identificata per la prima volta in un allevamento commerciale di oche nel Guangdon, in Cina, e da quel momento in giro per il mondo si manifestano spesso dei focolai epidemici. Si tratta di una malattia virale che colpisce principalmente gli uccelli selvatici, che possono diffondere il virus all’interno delle aziende avicole, che molto spesso sono costrette a uccidere un gran numero di volatili per arginare la diffusione dell’infezione.

Questo virus può avere conseguenze allarmanti e devastanti: da una parte ha un alto tasso di mortalità, e quindi è potenzialmente mortale, dall’altra può avere un impatto economico decisamente negativo, a causa delle politiche di repressione del l’infezione. In aggiunta, può infettare anche l’uomo e, visto che va incontro a numerosi fenomeni di mutazione, c’è la possibilità che la popolazione umana risulti ancora più suscettibile, dando origine a una pandemia (così come profetizzato dalla Malattia X).

I sintomi principali dell’influenza aviaria possono includere segni riconducibili all’influenza generale, come febbre, mal di testa, mal di gola, dolori muscolari, diarrea e tosse. Le malattie associate a questa condizione invece sono le infezioni oculari, l’encefaliti, l’infezione a carico dell’apparato respiratorio e il decesso.

A oggi la cura dell’influenza aviaria (per la quale bisogna sempre rivolgersi a un medico) dipende dalla forma in cui si manifesta, specifica l’Istituto Superiore di Sanità. A oggi sono disponibili farmaci antivirali (Oseltamivir e Zanamivir) che diminuiscono la durata della malattia e alleviano i sintomi.

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Ultima modifica: 22/03/2024

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.