Giornate Mondiali e Nazionali

Giornata mondiale dell’orgoglio LGBTQIA+: perché il 28 giugno

Ogni anno il 28 giugno è la Giornata Mondiale dell'orgoglio della comunità LGBTQIA+. Scopriamo com'è nata e il significato della sigla

Giugno è il mese dell’orgoglio della comunità LGBTQIA+, grazie soprattutto a due ricorrenze, quali il Pride e la Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQIA+. E non è un caso che è proprio durante il Pride Month che viene celebrata questa ricorrenza.

Come per la parata dell’orgoglio, anche la Giornata Mondiale non è una semplice festa, ma un momento di memoria e rivendicazione: ogni anno milioni di persone in tutto il mondo marciano e manifestano, ricordando le conquiste ottenute nella storia e tutto il cammino che ancora c’è da fare.

Oggi scopriremo come mai questa Giornata internazionale si celebra ogni anno il 28 giugno e cosa significa LGBTQIA+.

Perché il 28 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQIA+?

Contrariamente a quanto siamo abituati a vedere, le celebrazioni del 28 giugno non sono state scelte da un’organizzazione internazionale o da un’autorità centrale, ma è stata una risposta simbolica e militante, che è partita dal basso. Sostanzialmente, è la società civile ad aver preso il giusto spazio per rivendicare l’orgoglio LGBTQIA+.

Questo movimento dal basso non è nato casualmente, ma è stata una risposta ai celebri moti di Stonewall – che in passato vi abbiamo raccontato in questo approfondimento.

In questo articolo, riepiloghiamo una sintesi degli eventi: nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 ci fu una rivolta nel Stonewall Inn di New York, un bar frequentato esclusivamente dalla comunità LGBTQIA+ dell’epoca. Durante quegli anni però, esisteva una forma di discriminazione ancora più repressiva e robusta contro le persone omosessuali e non solo. Questo non faceva sentire al sicuro molte persone, che utilizzavano locali come lo Stonewall Inn per rifugiarsi e trovare un luogo dove non sentirsi discriminati.

Purtroppo la polizia era solita fare irruzione in questi locali per controllare che alcune normative venissero rispettate. Quella notte però, a Stonewall Inn, la comunità reagì e si difese con le unghie e con i denti. Gli Stonewall Riots durarono 5/6 giorni e fu la miccia che accese la nascita del termine Pride come orgoglio di far parte di questa comunità e, successivamente, per la nascita della Giornata Mondiale.

Cosa significa la sigla LGBTQIA+?

Solo recentemente la sigla LGBTQIA+ è entrata nel linguaggio comune, ma verso la fine degli anni Ottanta si parlava di comunità LGBT come acronimo che identificava la cosiddetta comunità gay.

Tuttavia parlare solamente della comunità gay è sempre sembrato riduttivo, visto che le battaglie di rivendicazione dell’orgoglio Pride abbracciano tante altre comunità definite da una precisa identità di genere e da un preciso orientamento sessuale. Motivo per il quale la sigla si è allargata fino a diventare LGBTQIA+. Ogni lettera definisce una precisa parola:

  • L: lesbica
  • G: gay, più generalmente le persone omosessuali
  • B: bisessuale
  • T: transgender
  • Q: queer, ma può indicare anche le persone questioning
  • I: intersessuale
  • A: asessuale, ma c’è chi vede anche la parola Ally, cioè alleato, persone eterosessuali cisgender che promuoveono attivamente i diritti del resto della comunità
  • +: tutte le altre possibilità identità di genere e orientamenti sessuali

Leggi anche: Movimento LGBT: storia, simbologia e significato della bandiera

Ultima modifica: 25/06/2025

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.