Assegnati a Padova gli Angelo Ferro Paralympic Award

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Gli avambracci sono interamente ricoperti di tatuaggi. Lo sguardo è da duro, le parole sono poche. Ma questa apparenza tipica di un bergamasco, un pò taciturno, schivo, chiuso, nasconde il cuore grande di un amico sempre disponibile. Rolly, così è soprannominato Alberto Simonelli, alle Paralimpiadi di Rio ha bissato la medaglia d’argento conquistata a Pechino nel 2008 nel tiro con l’arco. Sarà perchè spesso siamo entrambi ruvidi io e Rolly siamo diventati amici anzi fratelli, come dice lui.

Angelo Ferro Paralympic Award

E’ seduto qui accanto a me, tra un bicchiere di vino e del pesce, nella splendida cornice del Residence Idrokinesi di Abano Terme, la patria dei fanghi termali. Intorno a noi, mischiati tra gli ospiti dell’hotel, tanti atleti e personaggi del movimento paralimpico si aggirano intono al ricco buffet. Ci sono Elisabetta Mijno e Roberto Airoldi, Oney Tapia e Monica Contrafatto, Assunta Legnante e Giovanni Achenza. Sono tutti medagliati ai giochi di Rio che prenderanno parte l’indomani all’Angelo Ferro Paralympic Award, insieme ad Alvise De Vidi, Michele Ferrarin, Francesco Bettella, Martina Caironi. E Rolly ovviamente.

Una vita per gli altri

oic-01bisUn drappelo di campioni che ha frequentato la struttura sportiva e riabilitativa dell’OIC, l’Opera Immacolata Concezione di Padova, sicuramente il più bel campus federale paralimpico che si possa trovare in Italia. Fu fondato da Angelo Ferro, un imprenditore che ha dedicato i suoi sforzi per creare qualcosa di importante che potesse migliorare la qualità della vita delle persone anziane e dei giovani disabili. Ed è a lui che è stato intitolato il prestigioso riconoscimento che è stato assegnato a tutti quegli atleti vincitori di medaglie paralimpiche che si sono allenati qui a Padova, ambasciatori nel mondo di quei valori umani di impegno e sacrificio dei quali Angelo Ferro è stato esempio per tutta la sua vita.

Una manifestazione straordinaria

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Il palazzo dello sport del Campus dell’OIC di Padova è strapieno di gente: anziani, bambini, sportivi di tutte le età con bandierine, striscioni e tanto entusiasmo. Lorenzo Roata, il più popolare ed affermato giornalista paralimpico della Rai si aggira con il suo operatore a caccia di testimonianze ed impressioni mentre sul palco l’ex campione di volley Andrea Lucchetta e la giornalista Elisabetta Caporale, dopo i rituali discorsi di presentazione delle autorità, chiamano sul palco i vincitori del premio.

oic-19bisSotto lo sguardo del suo presidente, da poco rieletto, Mario Scarzella, Rolly si commuove mostrando a tutta la platea quell’animo sensibile che troppo spesso cerca di nascondere. Sul megaschermo scorrono le immagini della gara di Rio, di quel momento unico ed irripetibile, di quell’urlo liberatorio, che, come quelli dei suoi colleghi, rimarranno per sempre indelebili nella storia del nostro sport.

Una bella manifestazione che si chiude con tanti bambini, tutti in “fila” per avere l’autografo delle velociste azzurre Martina Caironi e Monica Contrafatto. Tutti in fila per portare a casa un pezzetto di storia di personaggi straordinari e di un movimento che come nessun altro sta contribuendo in modo decisivo all’abbattimento delle barriere architettoniche e, soprattutto, culturali nel nostro paese. Tutti in fila a testimoniare che l’integrazione e l’inclusione delle persone disabili ormai non sono più valori astratti e lontani.

Dimenticavo…mi devi una grappa fratello mio!

 

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