Troppo forte! – Alessia Scortechini

Alessia Scortechini, campionessa del mondo a Città del Messico nel 2017, si racconta in questa divertente intervista.

“Non so tanto parlare con la telecamera – confessa Alessia Scortechini – devo prenderci un pò di confidenza…non sono abituata mi sento un pò a disagio! Però piano piano poi mi sciolgo…”

La timidezza di Alessia Scortechini

“Sono stata sempre timida – racconta Alessia Scortechini – ancora lo sono timida, però dipende dalle persone, se mi riescono a mettere a mio agio, se capiscono subito quella che sono, però io all’inizio sono molto chiusa e mi vergogno tantissimo. A scuola sempre! Quando mi chiamavano per l’interrogazione ero sempre rossa oppure quando mi doveva presentare a qualcuno divento rossa…sempre rossa sono praticamente…come adesso sicuramente sono rossa”.

“Da piccola ero meno timida, parlavo tanto e non mi vergognavo di niente, crescendo, dalla fine delle elementari all’inizio delle medie che dovevo cambiare un pò gli amici, l’ambiente di scuola ho iniziato ad essere timidissima perchè avevo paura di come la gente mi poteva vedere e pensare di me…”

La disabilità alla mano

“La mia disabilità è la mano, vedo tutti con le mani uguali…vedere una ragazza con una mano in un modo e una in un altro ti viene di guardarla per capire che cosa ha, come è fatta…molti mi hanno chiesto di vedere la mano perchè non l’avevano mai vista…io la nascondo sempre, quindi non si vede mai, però quando la vedono comunque parlano con l’amico, poi mi guardano e riparlano…un pò in soggezione ti ci senti”.

“Lavoro in uno studio dentistico come assistente alla poltrona, con la mano…ho il guanto a cui ho tagliato le dita, e anche questo mi ha aiutato perchè comunque nel lavoro la devo far vedere per forza…nessuno mi ha mai detto niente al lavoro, devo essere sincera…”

Il nuoto

“Nuotavo vicino casa al Quarticciolo. Ho iniziato lì perchè ci nuotavano tutti i miei amici e mamma ci portava lì. All’inizio non ero tanto pronta per il nuoto perchè non avevo voglia di fare niente, stavo sempre in braccio al maestro che faceva su e giù e io facevo sù e giù con lui. A sette anni sono entrata in agonistica perchè io ho iniziato con i FIN e poi dall’anno scorso ho iniziato il percorso FINP dove ho trovato me stessa perchè ho iniziato a capire la mia disabilità e a d accettarla perchè ancora non la ho accettata molto bene. Nel gruppo che c’è adesso mi ci trovo benissimo, ho conosciuto persone simpatiche, dolci, che mi hanno aiutato…comunque andare ad un mondiale dove incontri tutto il mondo è difficile da gestire, le emozioni, le gare…il gruppo mi ha aiutato tantissimo”.

La vittoria di Alessia Scortechini

“Dopo tutti i sacrifici che fai, nuoti tutti i giorni, vincere è il massimo risultato che puoi ricevere…mille emozioni…in Messico dove sono arrivata prima con i 100 delfino…una marea di emozioni, avevo i brividi, non riuscivo neanche a parlare…è stata una cosa inaspettata e bella! Ero piena di brividi! Non riuscivo neanche a cantare l’inno…lo cantavo a bassa voce…alcune volte ero talmente emozionata che non mi venivano neanche le parole!”

Il delfino

“Il delfino è lo stile più complicato e faticoso, però io in questo stile fatico tanto però nella fatica trovo sempre un qualcosa che mi piace…il movimento, la nuotata, mi è uscito naturale! Respirando davanti fatico di più perchè mi devo alzare di più, invece respirando di lato mi alzo di meno e fatico di meno…così penso perchè non lo so in realtà, mi ci trovo meglio”.

“Io nuoto e sono serena – conclude Alessia Scortechini – esco dall’allenamento stanca perchè ho lavorato tantissimo però sono serena perchè ho fatto quello che mi piace fare…”

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