Comitato Italiano Paralimpico: Video Istituzionale

Il Comitato Italiano Paralimpico ha origini lontanissime. Il movimento paralimpico infatti comincia grazie a Sir Ludwig Guttmann che fu il primo a far praticare dello sport ai soldati dell’esercito inglese che avevano riportato una lesione spianale midollare durante la II Guerra mondiale. All’ospedale di Stoke Mandeville.

Comitato Italiano Paralimpico: il padre dello sport paralimpico in Italia

Il pioniere dello sport paralimpico in Italia è stato il Dott. Antonio Maglio. Anche grazie ai suoi grandi sforzi che sono stati disputati i primi giochi paralimpici di Roma; inoltre molte persone disabili devono a lui il miglioramento della qualità della loro vita e l’integrazione all’interno della società. Ad Ostia, nel centro disabili di Villa Marina, costruito in collaborazione dell’Inail, nei lontani anni 50 si cominciò ad effettuare la riabilitazione con l’ausilio delle attività sportive. Il Dott. Antonio Maglio riprese le attività praticate a Stoke MAndeville dal Dott. Guttmann, ampliano l’offerta delle discipline, tra cui il nuoto, il tennistavolo, la scherma in carrozzina e la pallacanestro.

Comitato Italiano Paralimpico: il ruolo dell’Inail

L’Inail ha sempre finanziato l’attività sportiva delle persone disabili. La costituzione del primo organismo nazionale, l’ANSPI, Associazione Nazionale Sport Paraplegici, avvenne nel 1974. Successivamente l’ANSPI cambia nome e diventa FISHA, Federazione Italiana Sport Handiccapati; lo scopo era di stabilire un legame più importante con il CONI, Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

Comitato Italiano Paralimpico: il CONI

Nel 1981 la FISHA aderisce al CONI che sei anni più tardi riconoscerà alla stessa Federazione Sport Handiccappati la figura giuridica con il conseguente ingresso nel mondo e nelle attività di tutte le singole Federazioni Sportive Nazionali. Nel governo dello sport la FISHA rappresentava anche la Federazione Italiana dei Ciechi Sportivi e la Federazione sportiva Silenziosi Italiana.

Comitato Italiano Paralimpico: dalla FISD al CIP

Nel 1990 tutte e tre le federazioni danno vita alla FISD, Federazione Italiana Sport Disabili, che nel 2003 diventa l’attuale CIP, Comitato Italiano Paralimpico. Oggi Il Comitato Italiano Paralimpico, riconosciuto come Ente pubblico con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha il compito di promuovere e coordinare l’attività di tutte le Federazioni impegnate ad organizzare attività sportive per le persone disabili su tutto il territorio italiano. Inoltre il CIP deve promuovere lo sport per persone disabili a tutti livelli senza distinzioni di età. Infine deve seguire e coordinare la preparazione di tutte le squadre, e quindi degli atleti, che partecipano alle paralimpiadi estive ed invernali.

Il Comitato Italiano Paralimpico è presente su tutto il territorio nazionale attraverso i comitati regionali e le delegazioni regionali. Il CIP riconosce 18 Federazioni Sportive Paralimpiche e 9 discipline sportive paralimpiche.

Per mezzo delle Federazioni Sportive Paralimpiche viene organizzata l’attività sportiva agonistica internazionale e nazionale, tranne le Paralimpiadi che vengono gestite direttamente dal Comitato Paralimpico. Le Discipline Sportive Paralimpiche devono rispondere a dei parametri stabiliti dal Comitato Italiano Paralimpico; devono comunque svolgere l’attività sportiva in tutta Italia,compresa l’attività agonistica e devono occuparsi di formare sia i tecnici che gli atleti. Esse devono inoltre avere una tradizione sportiva riconosciuta, delle strutture logistiche e organizzative importanti e, soprattutto, coinvolgere un cospicuo numero di persone.

 

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