Luca Pancalli lancia Grosseto per i prossimi Europei del 2016

Durante i Campionati Italiani Assoluti di atletica paralimpica, prima tappa del IPC Athletic Grand Prix, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli ha spiegato a Riccarda Ambrosi di Ability Channel il suo rapporto con il mondo dell’atletica e il sostegno che si prepara a dare alla Fispes per l’organizzazione dei Campionati Europei di Atletica Paralimpica nel 2016.

La specialità dell’atletica preferita da Luca Pancalli

“Essendo stato un pentatleta e, come è noto nel Pentathlon Moderno, almeno a qquello a cui io sono maggiormente legato, in una visione romantica che era quella di trent’anni fà, noi facevamo i 4000 mt campestre…a me piacciono tutte le gare di mezzofondo, sono quelle che mi appassionano maggiormente…della pista quello che mi piace di più in assoluto sono i 1500 mt, forse perchè da ragazzino mi dilettavo a partecipare ad alcune gare di atletica nei 1500…”

Consigliare i giovani

“Consigliare è una parola grossa, poi credo che il miglior consiglio ai ragazzi lo possono dare soltanto i loro tecnici, in funzione delle loro abilità, versatilità…”

atletica paralimpica

Donne e atletica

“Tante donne nell’atletica, un dato positivo…uno sport italiano che si tinge di rosa anche dal punto di vista dei risultati…sia nella dimensione olimpica che paralimpica. Devo dire che se dovessi fare un’analisi più complessiva per l’universo in rosa è un pò più difficile attivare un’adeguata promozione, fatichiamo un poco, se guardiamo tutti i dati aggregati delle varie discipline, per cui sapere che l’atletica si tinge di rosa io sono assolutamente contento”.

L’Italia scelta per il Grand Prix

“Motivo d’orgoglio e di soddisfazione. Devo dare atto e merito al lavoro che fa la Fispes, al suo presidente Sandrino Porru…con cui abbiamo condiviso tanti anni da atleti, lui nell’atletica leggera io nel nuoto…devo dire che, complici anchge i risultati di Londra forse inaspettati per l’atletica paralimpica, sta lavorando in maniera egregia, sta facendo un ottimo lavoro perchè se poi abbiamo la capacità di diventare attrattivi anche nel circuito internazionale è merito di un lavoro che viene apprezzato per la sua serietà e di questo va dato atto a sandrino, a tutti i suoi collaboratori e allo staff della Fispes”.

Gli Europei del 2016

“Io sono convinto che il mondo paralimpico abbia necessità di continuare a lavorare così come ha fatto perchè nell’universo sportivo i risultati in termini di visibilità e di crescita del movimento che ha registrato la dimensione paralimpica non siano ravvisabili in nessun altro settore…ma noi abbiamo bisogno adesso che siamo cresciuti di metterci alla prova anche con l’organizzazione di eventi internazionali: nell’atletica leggera sicuramente in vista del 2016…è fallito il tentativo di acquisire gli europei per il prossimo anno però bisogna lavorare su quelli del 2016 dimostrando che siamo capaci. In fondo questo è un patrimonio dello sport italiano, non solo paralimpico, noi quando organizziamo le cose le sappiamo fare bene. So che c’è questo progetto, Sandrino avrà sicuramente il Comitato Italiano Paralimpico dietro le sue spalle a sostenere e a tifare affinchè possa acquisire l’assegnazione dell’evento così come anche Roberto Valori che è in lizza per gli Europei di nuoto. Sull’onda di Londra abbiamo bisogno di riuscire ad organizzare grandi eventi a casa nostra”.

L’eredità di Pistorius

atletica paralimpica“Sarebbe semplice pensare ad Oliveira, l’atleta che lo ha battuto a Londra, però sono convinto che l’atletica paralimpica internazionale stia crescendo tanto perchè quello che ha saputo comunicare è importnte non soltanto dal punto di vista dei risultati ma della promozione. Sicuramente tanti giovani grazie a quelle meravigliose immagini di Londra avranno più facilità nel porsi quell’interrogativo che mi posi io a 17 anni dopo l’incidente…e perchè no?”

“Ciascuno di noi vive dei percorsi molto personali, nessuno di noi fa testo, nessuno di noi è esempio, nessuno di noi può essere regola. Ciascuno di noi fa un percorso diverso dagli altri, però io, che vengo dagli spogliatoi, dai campi di gara, esorto sempre a darsi una risposta…perchè no? Perchè non provare, perchè non mettersi di nuovo in gioco, perchè non provare a scoprirsi o, dipende dai casi, riscoprirsi atleta. Lo sport non deve essere soltanto una continua ricerca di competizione e di medaglie. Lo sport può essere molto di più soprattutto in termini di benessere e di rivalutazione, ma anche di divertimento. Poter andare a correre con la propria compagna, i propri amici, utilizzando una carrozzina piuttosto che le gambe, fa parte anche di un processo di ri-inclusione ma per non essere sempre banali o solidalpietistici…è un modo per divertirsi, per occupare il proprio tempo libero. Poi questo può anche diventare un sogno di vivere la grande competizione, ma questo non è necessariamente l’obiettivo…”

Perchè no?

“Provate! Venite in pista! Vi divertirete, state all’aria aperta, lo sport è bello, lo sport è sano, siamo tutti amici…il bello della dimensione paralimpica è che abbiamo mantenuto l’idea della squadra, di una grande squadra allargata, di una grande famiglia allargata che credo possa insegnare molto anche al mondo olimpico”.

 

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