Delusione, rabbia, orgoglio…Fernando Zappile

Delusione, rabbia, orgoglio…intervista con il Presidente della Federazione italiana di pallacanestro in carrozzina Fernando Zappile all’indomani della mancata qualificazione alle paralimpiadi di Rio 2016.

La delusione degli Europei

Presidente Zappile…mancata qualificazione della squadra di basket in carrozzina per Rio…cosa è successo a Worchester?

“E’ successo quello che succede nello sport, a volte va bene, a volte  va male – dichiara Fernando Zappile – il risultato conseguito a Worchester è uguale a quello conseguito in Israele, quando ci siamo qualificati per Londra, un sesto posto, solo che lì erano sei gli slots per passare alle paralimpiadi…qui 5 perchè organizzava l’Inghilterra…siamo rimasti sullo stesso livello. Altre nazionali hanno migliorato…soffriamo in particolar modo alcune nazionali…abbiamo affrontato il problema allenatore, che è stata una cosa molto difficile, abbiamo cercato di creare quello stimolo nelle ultime partite per far reagire i ragazzi…però alla fine non è arrivato il risultato… Grande rammarico sicuramente…poco fa mi facevano una domanda, esiste l’allenatore perfetto? Dico che non esiste un allenatore perfetto così come non esiste un presidente perfetto, però sono sicuramente un presidente che si prende le sue responsabilità, che non è un politico… La cosa più semplice sarebbe stata quella di lasciar andare la cosa e poi addossare la colpa all’allenatore e ai ragazzi…no! Non sono questo presidente, ho cercato di giocare l’ultima carta possibile, non è andata bene, abbiamo incontrato la Spagna nell’ultima partita che ci avrebbe dato la possibilità di qualificarci, ma non ci vinciamo da dieci anni…”

Sostituire i grandi campioni: i nuovi talenti

Il capitano della squadra, Matteo Cavagnini, da tanti anni un grande atleta, sempre lui, dove sono le nuove leve?

“Nel 2004 Matteo Cavagnini, nel 2015 Matteo Cavagnini…la settimana scorsa ha segnato 29 punti in campionato…questo ti fa capire lo stato attuale della pallacanestro in Italia…abbiamo bisogno di talenti, abbiamo bisogno di persone che possano sostituire questi grandi del basket. Non a caso sono qui al raduno dell’Under in vista degli Europei del 2016, tanti ragazzini giovanissimi…pochissimi giocano nelle squadre…la decisione di far giocare due italiani fissi in campionato…sono delle cose molto difficili da fare, molto difficili da accettare per le società, ma devo riconoscere che tutte hanno accettato questa cosa e piano piano stanno uscendo fuori questi ragazzini…abbiamo bisogno di tempo. In Germania lo scorso anno hanno visto 3000 ragazzi tra i disabili fisici…3000! Noi in Italia abbiamo il problema della privacy, non li possiamo neanche avvicinare! Io credo e spero che Pancalli con il grande lavoro che ha fatto fino ad oggi, con l’Ente Pubblico che è stato approvato in Consiglio dei Ministri, possa darci quella forza per affrontare anche questi problemi, perchè ci sono famiglie, ci sono ragazzi che non sanno di queste attività a cui non possiamo arrivare…lo dico veramente con grande rabbia! Io non posso contattare un ragazzo per dirgli di venire a fare sport, addirittura a rischio di essere denunciato! Non mi sembra logico, anche perchè è la migliore attività per un ragazzo disabile, dal punto di vista terapeutico, dell’inserimento sociale, allora perchè questi paletti, queste barriere”.

“Questi ragazzini hanno 16/17/18 anni, hanno bisogno di crescere e di lavorare e io sono qui a testimoniare a questi giovanissimi la vicinanza della federazione a questo progetto, come quello della femminile, chi ci credeva? Nessuno! Siamo arrivati a vincere la prima partita agli Europei contro la Turchia…dobbiamo trovare le ragazze, piano piano ci arriveremo, che dobbiamo fare? Poi ti sembra così facile convincere un ragazzo a fare un’attività di questo genere, un’attività di squadra, sacrifici, impegno, dedizione, lontano dalle famiglie, problema scuola…mica è facile, non è come un ragazzino che gioca a ping pong, ma non per screditare il tennistavolo, però lì è solo…qua mettili insieme, minimo dieci/dodici ragazzi, una squadra, per farli allenare in un certo modo…abbiamo bisogno di tempo…”

Gli allenatori

Quattro allenatori in cinque anni…

“Quando è nata questa Federazione avevamo Malik Abes come allenatore ed è stato riconfermato…Malik non è andato troppo bene nonostante avesse acciuffato la qualificazione alle paralimpiadi all’ultima partita contro Israele e lo sostituiamo con Clifford Fisher…In Inghilterra, a Londra, sappiamo tutti come è andata, undicesimi su dodici. Poi è arrivato Cappelletti in cui tutti quanti riponevamo grande stima e fiducia e pure lui alla fine non ha dato quello che ci aspettavamo… Non è una critica nei confronti di nessuno…alla fine per fortuna siamo arrivati a Carlo Di Giusto, che già conoscevamo…Carlo ha dato adesso la sua disponibilità…secondo me Carlo è tra i migliori al mondo…dando la disponibilità prima per la femminile e poi per la maggiore l’abbiamo acchiappato subito!”

“Nessuno ha la bacchetta magica, c’è bisogno di lavorare, c’è bisogno di fortuna…quattro allenatori…mi assumo tutte le responsabilità, ma cambiare un allenatore significa cercare di migliorare, cercare di avere altre opportunità, era cercare di qualificarci…non ci siamo riusciti…”

“A questo punto spero e credo che possiamo stare più tranquilli – conclude Fernando Zappile – una persona di esperienza…meglio di Carlo Di Giusto non abbiamo, riponiamo la fiducia in lui e nei ragazzi e sono convinto che i risultati arriveranno…”

 

 

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