Ahmed Raourahi – Santa Lucia Roma

In occasione del prima uscita della Nazionale Italiana di Basket in Carrozzina per l’All Star Game 2016 che si è svolto a Camposampiero vicino Padova, il 6 febbraio scorso, Riccarda Ambrosi di AbilityChannel ha intervistato il giocatore del Santa Lucia Roma Ahmed Raourahi.

Dal Marocco all’Italia: basket, religione, cucina…

Dal Marocco all’Italia, Perché?

“Perché il basket, e soprattutto lo sport, ti fa arrivare in tutto il mondo. Ho iniziato a giocare in Marocco, ho fatto esperienza in campionato là, mi sono spostato nel campionato spagnolo e poi sono arrivato qua in Italia.”

Hanno visto quanto eri bravo e ti hanno preso in Italia…

“Si… mi hanno chiamato dall’Italia.”

Giocare a Basket dopo l’incidente che ti è successo; un incidente importante che ti ha provocato delle importanti disabilità ma che ti vede giocare in campo: sei talmente bravo che tiri meglio di chiunque altro spesso e volentieri…

“All’inizio mi danno un vantaggio, credono che uno non sa giocare e mi fanno favori nel gioco…”

Invece sei riuscito a dimostrare che sei molto bravo, molto agguerrito da questo punto di vista. Ma cosa ti ha colpito dell’Italia?

“Dell’Italia mi ha colpito la cultura, l’arte e la gente…”

Ti piace la gente italiana?

“Si…molto.”

So che sei di fede musulmana e riesci ad andare in Moschea e a continuare a praticare la tua religione. Ti trovi bene anche da questo punto di vista?

“Si… mi trovo bene. La differenza è nei chilometri che devo fare: in Marocco nemmeno cinque minuti e arrivi, qua devi fare almeno 30 chilometri. Ma va bene comunque, lo faccio volentieri.”

Quindi anche quando giochi segui il Ramadan e pratichi tutto senza problemi?

“Si… lo pratico sempre quando mi capita. Gioco e mi alleno ma faccio Ramadan lo stesso.”

Quale è il tuo ruolo in campo?

“Il mio ruolo è ala”

E che cosa ti contraddistingue in campo, che cosa ti dicono i tuoi compagni in squadra?

“Mi dicono di non fare falli. E poi niente… ognuno aiuta l’altro: quando tiro e sbaglio trovo sempre qualcuno che mi da morale e mi da una mano. Questo è importante.”

Sei in Italia ormai da quanto tempo?

“Dall’ottobre del 2006.”

Cosa significa vestire la maglia azzurra, la maglia della Nazionale?

“E’ sempre un onore. La sento mia, la devo difendere: non mi piace perdere, soprattutto con la maglia della Nazionale.”

Sappiamo che avete un grande allenatore adesso che vi segue. C’è da imparare, da seguire… com’è il rapporto con lui?

“C’è sempre da imparare. Quando uno ha un bagaglio di esperienze devi sempre cercare di imparare da questo e migliorare.”

Sei un bravo cuoco? Ti piace cucinare?

“Io? Si certo!”

E il Kebab lo sai cucinare?

“No! Cucino solo cose semplici”

“Ti piace la cucina italiana?

“Si.. è buona anche per lo sport.”

La vita dopo l’incidente: la famiglia e i sogni

Un tuo sogno che non hai ancora realizzato?

“Quello di vincere una medaglia paralimpica, quindi pensiamo alla preparazione per la prossima Paralimpiade.”

Con l’incidente che hai avuto e quindi con questa disabilità importante immagino che tu riesca comunque a fare tutto, oltre a fare sport e a giocare ti sei fatto una famiglia qui in Italia, giusto?

“Si, sono sposato, ma adesso con la scusa del Basket sto sempre in giro e sono sempre impegnato.”

Non hai mai sognato di poter riavere le gambe e il braccio, nonostante sia una cosa purtroppo impossibile?

Si si… se mi promettessero di andare avanti più facilmente e di camminare quello si, ma per bellezza no… non mi serve. Riesco a fare tutto lo stesso”

Un portavoce per la magia azzurra

Allora sarai un portavoce, soprattutto per la carica, per tutto quello che hai e che ti contraddistingue, per la Nazionale e per la maglia azzurra?

“Si…”

Devi continuare così, ok?

Grazie Ahmed…

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