Le novità nella ricerca sulla sclerosi multipla

Ancora non si è trovata una cura risolutiva, anche se, la ricerca sulla sclerosi multipla va avanti nei laboratori di tutto il mondo per trovare la chiave che possa  debellare questa grave malattia.

La sclerosi multipla è una malattia cronica degenerativa del sistema nervoso centrale e spesso progressivamente invalidante. Si manifesta prevalentemente fra persone tra i 20 e i 40 anni. E’ più frequente fra le donne  con un rapporto di due a uno nei confronti degli uomini. In Italia si verificano circa 1800 casi all’anno e la diagnosi ora è abbastanza rapida attraverso una serie di esami strumentali e alcuni  sintomi caratteristici della malattia. Purtroppo la strada per contrastarla è ancora incerta e lunga.

Le nuove frontiere della ricerca sulla sclerosi multipla

ricerca sclerosi multiplaNel mese di ottobre 2011 si è svolto ad Amsterdam il Congresso Mondiale di Neurologia sulla sclerosi multipla, al quale hanno partecipato 7500 fra ricercatori, neurologi, scienziati e specialisti di immunologia. E’ stata fatta una ampia ricognizione sulla nuova ricerca sclerosi multipla. Circa 1200 sono state le relazioni presentate sugli studi in corso che dimostrano la grande attività scientifica dedicata a questa malattia.

Negli ultimi anni sono stati introdotti nuovi farmaci decisamente più efficaci rispetto a quelli utilizzati nel passato che hanno modificato  le prospettive di cura dei malati. La possibilità di incidere positivamente nella evoluzione della malattia, ha spinto la ricerca, sia scientifica che farmacologica, a tentare nuove strade terapeutiche. Tra le iniziative più importanti che saranno messe in campo, va segnalato il maxi test mondiale che inizierà nei primi mesi del 2012, e che vedrà presenti anche le più importanti strutture di ricerca italiane.

Le cellule staminali mesenchimali

ricerca sclerosi multiplaSu un determinato gruppo di pazienti, verrà testata una terapia che utilizza particolari cellule staminali: la cellula staminale mesenchimale, cellula che è contenute all’interno del midollo osseo. Queste cellule hanno la capacità di autorinnovarsi e autoriprodursi in grande quantità, differenziandosi in cellule specializzate.

Insieme ai centri di ricerca nord americani, sono molto impegnati in questo settore di sperimentazione, i ricercatori dell’Unità di Neuroimmunologia dell’Istituto Scientifico del S.Raffaele di Milano e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova.

Questi ricercatori hanno dimostrato che le cellule staminali mesenchimali, preparate  in maniera opportuna, sono in grado di raggiungere in modo selettivo le cellule cerebrali in quelle aree del cervello danneggiate dalla sclerosi multipla, bloccando molte delle funzioni immunitarie degenerative, coinvolte nella patonogenesi di questa malattia. I modelli sperimentali su cavie stanno dando risultati che hanno sorpreso gli stessi scienziati.

La sperimentazione di Sheffield

Sclerosi MultiplaI ricercatori che stanno conducendo la sperimentazione a Sheffield, in Inghilterra, hanno spiegato alla BBC che è nella fase precoce della malattia che il trattamento sarebbe più efficace, mostrando dei miglioramenti notevoli. Alcuni dei pazienti che si sono sottoposti alla terapia sperimentale infatti erano paralizzati, ed in seguito al trattamento sono stati in grado di compiere qualche movimento.

Il team del Royal Hallamshire Hospital di Sheffield è partito dall’idea che il sistema immunitario attacca il cervello e il midollo spinale, causando infiammazione, dolore e disabilità. La terapia elaborata si basa sulla distruzione del sistema immunitario “impazzito”, attraverso altissime dosi di farmaci chemioterapici.

In cosa consiste il trattamento

Sclerosi MultiplaIl trattamento in corso di sperimentazione è il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) che sono prelevate dallo stesso paziente in cui verranno trapiantate. Prima di precedere al loro reinserimento, il sistema immunitario malfunzionante viene eliminato attraverso un trattamento chemioterapico. In sostanza, i ricercatori sono riusciti a “resettare” il sistema immunitario dei pazienti attraverso un trapianto di midollo osseo, in modo da sostituire le cellule difettose con altre in uno stadio di sviluppo talmente precoce da non presentare ancora le alterazioni che portano allo sviluppo della malattia.

I costi del trattamento sarebbero inoltre paragonabili a quelli di alcuni trattamenti attualmente usati per far fronte alla malattia (circa 40 mila euro all’anno).

Le ricerche in corso suggeriscono che trattamenti a base di cellule staminali come il trapianto di staminali ematopoietiche possano offrire speranze”.

Queste le parole di Emma Gray, responsabile degli studi clinici presso la Società per la Sclerosi Multipla del Regno Unito.

D’altro canto, come sostenuto dalla Dott.ssa Gray, nonostante i benefici mostrati il trattamento non è esente da rischi trattandosi di una procedura invasiva ed aggressiva. Saranno dunque necessarie ulteriori ricerche che ne accertino la sicurezza e l’efficacia a lungo termine.

Verso farmaci innovativi

ricerca sclerosi multiplaUn gruppo di ricercatori canadesi dell’Università di Alberta dichiarano di aver fatto importanti passi avanti con una nuova opzione terapeutica: “Questa è francamente una svolta emozionante che dimostra un enorme potenziale – sottolinea il prof. Chris Power, responsabile della ricerca. Il ruolo dei neurosteroidi nel cervello, era noto da tempo, ma nessuno pensava, fino ad ora, che avrebbe potuto giocare un ruolo determinante per i malati di sclerosi multipla”.  Come si vede la comunità scientifica internazionale ha aperto nuove frontiere alla ricerca per contrastare gli effetti di questa malattia  e sarebbe troppo lungo poterle elencare. Il grande ventaglio di opportunità terapeutiche che la scienza mette a disposizione degli specialisti e dei malati, ha reso necessaria l’istituzione di registri internazionali per coordinare e monitorare la sicurezza dei farmaci. Alcuni di questi farmaci stanno dimostrando nei studi clinici di fase III, di essere decisamente  più efficaci rispetto a quelli che vengono attualmente utilizzati.

Cautela e prudenza

ricerca sclerosi multiplaCosì come alcune ricerche o alcuni trattamenti che venivano accreditati di grande prospettiva terapeutica, non hanno retto alle verifiche stabilite dalla ricerca, o la loro capacità di cura non è stata considerata insufficiente o non convincente. Bisogna evitare terapie “miracolistiche” che non abbiano solide basi scientifiche, con effetti collaterali non accertati o pericolosi. E’ ragionevole evitare inutili “viaggi della speranza” anche se è comprensibile il diritto del malato di tentare ogni terapia pubblicizzata nel mercato della ricerca.

Quando si parla di nuovi metodi di cura o di nuove molecole scoperte, la scienza seria invita alla cautela e alle necessarie conferme.

Una possibile innovazione terapeutica deve avere la possibilità di essere sperimentata sul campo, in accordo con i canoni della ricerca scientifica e facendo in modo che i malati che parteciperanno a questa sperimentazione, debitamente informati come devono sempre essere i soggetti inclusi in studi a carattere sperimentale, contribuiscano al raggiungimento di quelle conoscenze indispensabili per valutare se, nel prossimo futuro, anche questo trattamento possa essere annoverato tra gli strumenti terapeutici a disposizione per il miglioramento della qualità della vita delle persone affette da sclerosi multipla.

Attualmente in Italia i malati di sclerosi multipla sono circa 50 mila.  La buona notizia per loro è che intorno alla loro malattia, scienziati e ricercatori di tutto il mondo stanno compiendo un significativo sforzo nella ricerca. Dal loro lavoro arriveranno buone notizie per una cura definitiva.

ARTICOLI CORRELATI