Quando un disabile diventa famoso

Quando un disabile diventa famosoLa sempre più frequente utilizzazione di persone con diverse disabilità in trasmissioni televisive di grande popolarità, potrebbe configurarsi come un espediente per migliaia di persone di lavarsi la coscienza, strappare qualche lacrimuccia, provocare forte commozione, per poi lasciare che tutto torni nell’indifferenza. Tutto come prima.

Da Ballando con le stelle a…Sanremo

Solo per fare qualche esempio, la partecipazione di Giusy Versace, vincitrice della scorsa edizione di Ballando con le stelle, e l’inserimento nel cast della attuale edizione di Nicole Orlando, la giovane atleta down che per la sua simpatia e l’innegabile capacità è stata cooptata nella popolare trasmissione condotta da Milly Carlucci, meritano qualche minuto in più della nostra attenzione, di noi tutti. E’ un problema di grande delicatezza.

Ed ancora, la commovente esibizione al Festival di Sanremo di uno straordinario e sensibile artista come il musicista e compositore Ezio Bosso, colpito nel 2011 da una grave forma di sclerosi laterale amiotrofica degenerativa, ha fatto piangere mezza Italia ed ha colpito, con la sua performance musicale preceduta da un discorso di grande profondità, verità e leggerezza nello stesso tempo, la sensibilità di innumerevoli persone.

Quando un disabile diventa famoso: da Youtube le riflessioni di un giovane ragazzo

Un giovane il cui nickname è Derzh, in seguito all’esibizione di Bosso a Sanremo ed alla lettura di un articolo scritto a riguardo dal Fatto Quotidiano, ha espresso in un suo video postato su Youtube poche ore dopo la fine della prestazione del musicista, una serie di riflessioni personali sul tema della disabilità e su quanto, salvo rare occasioni, sia distante da noi nella vita di tutti i giorni.

Un servizio ed una riflessione che noi di AbilityChannel ci sentiamo di condividere nella misura in cui ci auguriamo che, in un futuro sempre più vicino, si guardi innanzitutto alla persona ed al segno che in quanto unica lascia, indipendentemente dal fatto che sia in piedi o in carrozzina, che abbia due braccia piuttosto che una, che sia affetta da una malattia degenerativa o che sia sana.

Fa piacere che tante persone sfortunate possano trovare soddisfazione nel mondo dello spettacolo, cercando però il necessario equilibrio per evitare quella scorretta sovraesposizione mediatica di cui, con troppo facile cinismo, il mondo dell’informazione fa largo uso. Va bene tutto purché sia salvaguardata la dignità di tante persone che portano nel proprio destino, oltre alla gioia di vivere, anche le personali sofferenze legate al loro indiscutibile talento.

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