Si può prevedere la comparsa dell’Alzheimer? Secondo un nuovo studio, pubblicato recentemente su Genome Biology, sarebbe possibile grazie ad un semplice test del sangue che potrebbe consentire di individuare i primi segni della malattia e l’avanzare delle placche di beta-amiloide, la proteina tossica che soffoca i neuroni e fa progredire la malattia. Tutto questo prima che questa patologia possa danneggiare il cervello provocando la perdita di memoria, la perdita dei ricordi e degli affetti più cari.
Le ricerche
Oltre 200 persone sono state testate analizzando 140 frammenti di microRna (parti del codice genetico) in pazienti con Alzheimer e in persone sane. Il confronto, effettuato dai ricercatori tedeschi dell’Università di Saarland, ha permesso di evidenziare 12 microRna presenti in quantità maggiori nelle persone con Alzheimer.I risultati del test si sono rivelati molto precisi con una percentuale di accuratezza pari al 93%. Prevedere l’Alzheimer a 20 anniPer ora si tratta solo di studi sperimentali, quindi la commercializzazione di questi test del sangue è ancora prematura.
Comunque anche un gruppo di ricercatori di vari istituti e università americane, il Banner Alzheimer’s Institute in Arizona, la Boston University e la University of Antioquia, avrebbero individuato dei “marcatori” diagnostici, i segni presenti nel sangue che indicano un’eventuale patologia, in grado di rivelare già a 20 anni se ci si ammalerà di Alzheimer.
Anche la ricerca su Lancet Neurology ha permesso di scoprire una “spia” genetica, la mutazione del gene chiamato presenilina 1 (PSEN 1), che anticipa la diagnosi della forma di Alzheimer familiare, quella che può essere “ereditata” tramite il patrimonio genetico dei genitori e che può manifestarsi già dopo i 40 anni con i primi segni di deficit cognitivo.
Speriamo che questa tecnica, che potrebbe essere estesa anche all’Alzheimer più comune, possa essere utilizzata presto prevenendo la patologia con la somministrazione di farmaci adeguati.
