La Sla e l’eutanasia legale: il dramma di Massimo Fanelli

 

Massimo FanelliScegliere di vivere con dolori fisici e psicologici o decidere di mettere la parola fine alla propria vita in modo dignitoso. Dovrebbe essere un diritto poter scegliere cosa è meglio per la nostra vita? Questo è l’eterno dilemma che coinvolge la coscienza, la cultura, l’etica, la morale, la fede di ognuno di noi e che divide il mondo tra coloro che sono a favore dell’eutanasia legale e quelli che sono totalmente contrari..

E’ il dramma che sta vivendo Massimo Fanelli, 54 anni di Rimini ma residente a Senigallia, un dirigente d’azienda che ha viaggiato tanto in giro per il mondo sempre a sostegno di progetti e campagne umanitari. Nel settembre 2013 gli viene diagnosticata la Sla. Oggi vive disteso nel letto, respira grazie alla tracheotomia e ha bisogno di un’assistenza costante, 24 ore su 24. Massimo decide allora di lanciare un appello video per rivendicare il proprio diritto all’autodeterminazione, “nel pieno rispetto degli altri e con unico giudice, la propria coscienza”.

Oltre alla moglie, che si è schierata senza esitazione alcuna a fianco del marito, anche l’associazione Luca Coscioni ha cominciato a sostenere la lotta di Massimo e al suo diritto all’autodeterminazione.

Se ti dovessi confrontare con un dramma umano come quello che sta vivendo Massimo, come ti comporteresti?

Per maggiori approfondimenti sulla storia di Massimo: Ciao Max

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