Arco Compound, cos’è e come funziona

L’atleta Alberto Simonelli della Nazionale di Tiro con l’Arco ti spiega cos’è e come funziona l’arco compound.

Alberto Simonelli, per gli amici Rolly, vincitore della medaglia d’Argento a Pechino nei giochi Paralimpici del 2008, nel campo di gara dei Campionati di Tiro con l’Arco di Torino ti racconta il suo incontro con l’Arco Compound.

L’arco compound nasce in America e originariamente il suo utilizzo veniva impiegato prettamente per la caccia. Nel tempo è stata scoperta la sua funzionalità e facilità di utilizzo: attraverso l’applicazione di modifiche è stato portato nel mondo dell’arceria, anche se il suo uso continua nel mondo della caccia, iniziando a farsi largo soprattutto tra le discipline sportive dei giochi Olimpici e Paralimpici.

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Arco Compound, amore a prima vista

C’è stato amore a prima vista per Alberto con l’arco compound: dopo aver frequentato in ospedale un corso di tiro con l’arco,  si è innamorato di questo arco cosi tecnologico, particolare, con una struttura completamente diversa da quella dell’arco Olimpico.  Alberto si reca in un arceria per acquistarne uno. Non perde tempo, inizia subito ad usare questa struttura come fantascientifica, iniziando a fare le prime gare e raggiungendo in breve tempo degli ottimi risultati. Ma non è solo competizione,  è anche divertimento. L’Arco Compound non è un arco solo per gente muscolosa e forte fisicamente, è un arco per tutti: lo possono utilizzare infatti bambini, donne, e uomini, persone con disabilità come la paraplegia o amputazione agli arti sia superiori che inferiori; ci sono archi di vari libbraggi (peso) che si possono quindi adattare a qualsiasi persona. Il consiglio di Alberto, comunque,  è quello di fare prima un corso di tiro con l’arco.

L’Arco compound si differenzia dall’arco Olimpico in quanto sviluppa un lavoro di inerzia, le due carrucole poste alle estremità dell’arco compound svolgono tutto il lavoro di messa in tensione della corda, il peso è differente in quanto ha una struttura che può essere in carbonio o in diverse tipi di leghe particolari, quindi si possono trovare in commercio archi di tutti i generi, tipi e di tutti i pesi. Insomma qualsiasi persona può avvicinarsi a questo sport!

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Arco Compound, i componenti base

Parte fondamentale dell’attrezzatura di un arciere è lo sgancio. Alberto possiede uno sgancio di tipo meccanico; applicando una leggera pressione con il dito sul grilletto, viene spostato un dentino che sganciando un cordino libera la corda tesa dell’arco consentendo alla freccia di partire.

Il tipo di sgancio da utilizzare è soggettivo, la scelta varia solitamente da persona a persona, c’è chi preferisce uno sgancio di tipo a scoppio o a rotazione, la scelta è comunque e sempre personale.

Una delle differenze tra le due tipologie di archi è che l’arco compound dispone di una lente con una livella interna che serve per inquadrare il bersaglio con estrema precisione e una visette che incrociandola visivamente con la lente precedente si riesce a mettere bene a fuoco il bersaglio.

Le distanze dal paglione (bersaglio) sono le stesse dell’arco Olimpico, 70 mt, 50 mt e 30 mt, variando in base alla competizione che si sta svolgendo.

L’utilizzo dell’arco compound può essere vario, lo si può usufruire per la caccia, per la pesca e per uso sportivo, Alberto rivela di essersene avvalso in tutte e tre le occasioni, ma l’utilizzo che preferisce è ovviamente quello sportivo dove il divertimento è comunque assicurato.

L’arco compound è uno strumento versatile, divertente e soprattutto, se praticato negli spazi opportuni sicuro.

Riccarda Ambrosi
Volto storico di Abilitychannel è autrice di articoli scientifici sulle patologie neurodegenerative e neuromuscolari, di articoli sui problemi dell'accessibilità e sugli sport paralimpici. Segue la Nazionale Calcio Amputati nel settore di avviamento al calcio per i bambini amputati o con difficoltà motorie. E' Consigliere di Anchio, Onlus di Milano che favorisce l'inclusione al contrario di bambini disabili verso bambini normodotati. E' Presidente dell'Associazione "Tutti in acqua Onlus", creata a Iseo per promuovere lo sport e l'integrazione tra le persone con difficoltà motorie e relazionali e le persone normodotate, scopo sociale che favorisce anche il turismo accessibile e la gestione di eventi dedicati. Per la Fispes, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali del Comitato Italiano Paralimpico, è Referente Scuola per i rapporti con le famiglie per l'Academy Calcio di bambini amputati e cerebrolesi. Membro della Commissione Paralimpica della Federazione Italiana Bocce, che si occupa di atleti normodotati e di atleti paralimpici e con difficoltà motorie e cognitive.

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