Distrofia muscolare miotonica, cosa sapere

Redazione:

La distrofia muscolare miotonica è una malattia genetica neuromuscolare degenerativa a carattere autosomico dominante caratterizzata da un quadro clinico molto variabile e da un decorso lentamente progressivo il cui esordio può avvenire a qualunque età. Rappresenta la seconda forma di distrofia muscolare più diffusa dopo la Distrofia muscolare di Duchenne.

Distrofia muscolare miotonica

Distrofia muscolare miotonica, cosa coinvolge

La distrofia miotonica colpisce prevalentemente il muscolo scheletrico e a seconda delle forme, quello cardiaco, il corpo vitreo dell’occhio, le ghiandole sessuali, il sistema endocrino, il muscolo liscio e il sistema nervoso centrale.

Il fenomeno miotonico

Il fenomeno miotonico consiste in una contrazione muscolare che persiste anche dopo la cessazione dello stimolo volontario. I muscoli, oltre ad essere più deboli, si rilasciano con difficoltà dopo la contrazione. Tale difficoltà è più evidente a freddo e si riduce con il ripetersi delle contrazioni.

L’importanza dell’ereditarietà

Distrofia muscolare miotonicaLa distrofia miotonica è una malattia ereditaria che si trasmette con meccanismo autosomico dominante. Vengono colpiti maschi e femmine e ogni figlio di una persona affetta ha un rischio del 50% di essere a sua volta colpito dalla malattia.

L’età di esordio e le manifestazioni cliniche sono molto variabili a seconda del tipo di alterazione genetica. Per la Distrofia miotonica di tipo 1 esistono forme congenite gravissime, forme infantili e forme dell’adolescenza e dell’adulto, che sono le più comuni. In un nucleo familiare possono anche coesistere forme senza sintomi evidenti (subcliniche). La Distrofia miotonica di tipo 2, più rara e non completamente definita, ha in genere esordio giovanile o adulto.

Distrofia muscolare miotonica, le varie forme

  • Distrofia miotonica di tipo 1 o Distrofia di Steinert: è la forma più frequente ed è causata dal difetto del gene della miotonina proteina kinasi (DMPK), sito sul cromosoma 19q13.3.
  • Distrofia miotonica di tipo 2 o PROMM (miopatia miotonica prossimale): forma più rara rispetto alla precedente è secondaria al difetto del gene della Zinc Finger Protein 9 (ZNF9), codificata dal cromosoma 3q21.
  • Distrofia miotonica di tipo 3, che non ha ancora una precisa caratterizzazione genetico-molecolare.

I sintomi

Distrofia muscolare miotonica 02 Nella Distrofia muscolare miotonica di tipo 1 l’esordio della malattia è variabile e può coinvolgere diversi sistemi. Nei casi neonatali il bambino ha gravi problemi motori e respiratori, ha difficoltà ad alimentarsi e spesso necessita dell’aiuto di un respiratore; se supera i primi otto mesi critici, lo sviluppo cognitivo e motorio è comunque compromesso. Nei casi infantili vi è invece un ritardo dell’acquisizione delle capacità motorie e psichiche mentre negli adulti il primo segno è la miotonia, evidente soprattutto alle mani: dopo aver afferrato un oggetto, la persona non riesce a lasciare immediatamente la presa. Inoltre può avere difficoltà a correre, con cadute improvvise e stanchezza. In rari casi, quando la miotonia è lieve e sottovalutata, l’esordio è caratterizzato da disturbi cardiaci e respiratori.

Nella Distrofia muscolare miotonica di tipo 2, invece, il fenomeno miotonico può essere solo elettrico e pertanto prevale la debolezza dei muscoli prossimali.

Distrofia miotonica , la diagnosi

Serve un’accurata valutazione clinica neurologica, con la raccolta dei dati della storia familiare e l’esame obiettivo, quindi si procede all’esame elettromiografico e all’indagine genetica sul DNA estratto dai linfociti del sangue. La biopsia muscolare è utile nella PROMM, mentre nella distrofia miotonica di Steinert non è di per sé necessaria per la diagnosi.

La diagnosi prenatale è consigliata quando uno dei genitori è affetto dalla malattia; in questo caso si effettua un prelievo di villi coriali alla decima-undicesima settimana di gravidanza.

Il decorso

Distrofia miotonicaNella Distrofia muscolare miotonica congenita di tipo 1  il neonato, spesso prematuro, è gravemente ipotonico, con importanti difficoltà di suzione e deglutizione, problemi respiratori ed alcune volte anche deformità scheletriche. La grave compromissione delle condizioni generali è spesso fatale, in particolare per le complicanze respiratorie. Se si supera questa fase, generalmente l’ipotonia muscolare diminuisce nel tempo e i bambini acquisiscono, anche se in ritardo, le tappe motorie, mentre rimane grave il deficit intellettivo.

Quasi sempre la forma congenita è trasmessa dalla madre. Nella forma infantile i sintomi sono ipotonia, debolezza della muscolatura mimica facciale o deficit cognitivo, mentre il decorso è simile a quello delle forme adolescenziali e adulte. In queste ultime gli aspetti salienti sono il coinvolgimento sistemico, il lento progredire del coinvolgimento muscolare scheletrico e la variabile compromissione delle capacità cognitive. Molto importanti sono le complicazioni cardiache; generalmente infatti, il decesso avviene per arresto cardiaco improvviso per scompenso cardiaco grave.

Leggi anche: Distrofia muscolare ereditaria

Distrofia muscolare miotonica, cosa fare

Si può intervenire con terapie cardiologiche, endocrinologiche, respiratorie, ortopediche, fisiatriche, foniatriche e dietologiche, al fine di controllare e prevenire i singoli problemi.

E’ opportuno sottolineare che se in famiglia sono stati diagnosticati casi di distrofia miotonica (DM1 e DM2), anche se non si ha alcun disturbo, è importante eseguire una visita neurologica presso un centro specializzato.

Leggi anche: Distrofia muscolare cure

Centri specializzati

Per conoscere il Centro specializzato in patologie neuromuscolari più vicino a te Leggi anche: Distrofia muscolare sintomi, quali sono e come riconoscerli

Le associazioni a cui puoi rivolgerti

Articoli correlati

Distrofia muscolare di Emery-Dreifuss

Distrofia muscolare dei Cingoli

Distrofina, di cosa si tratta

Distrofia muscolare genetica

Distrofia muscolare di Becker, una particolare forma di distrofia

Distrofia muscolare di Duchenne, cosa sapere sulla distrofia dell’infanzia

Riccarda Ambrosi
Volto storico di Abilitychannel è autrice di articoli scientifici sulle patologie neurodegenerative e neuromuscolari, di articoli sui problemi dell'accessibilità e sugli sport paralimpici. Segue la Nazionale Calcio Amputati nel settore di avviamento al calcio per i bambini amputati o con difficoltà motorie. E' Consigliere di Anchio, Onlus di Milano che favorisce l'inclusione al contrario di bambini disabili verso bambini normodotati. E' Presidente dell'Associazione "Tutti in acqua Onlus", creata a Iseo per promuovere lo sport e l'integrazione tra le persone con difficoltà motorie e relazionali e le persone normodotate, scopo sociale che favorisce anche il turismo accessibile e la gestione di eventi dedicati. Per la Fispes, Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali del Comitato Italiano Paralimpico, è Referente Scuola per i rapporti con le famiglie per l'Academy Calcio di bambini amputati e cerebrolesi. Membro della Commissione Paralimpica della Federazione Italiana Bocce, che si occupa di atleti normodotati e di atleti paralimpici e con difficoltà motorie e cognitive.

ARTICOLI CORRELATI

Resta aggiornato

Riceverai nella tua e-mail tutti gli aggiornamenti sul mondo di Ability Channel.

 

Carrozzine per disabili: tutto quello che c’è da sapere

Contenuto sponsorizzato
 

Autonomia e Libertà sinonimi di viaggio

Contenuto sponsorizzato