Ad oggi non ci sono farmaci in grado di curare l’Alzheimer, la forma più comune di demenza senile che colpisce il 5% delle persone oltre i 60 anni; le cure e i trattamenti disponibili riescono semplicemente a contenerne i sintomi. Ma i ricercatori americani della Duke University, una delle università più famose e più prestigiose degli Stati Uniti con sede a Durham, nella Carolina del Nord, in uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience avrebbero scoperto la causa principale dell’Alzheimer, cosa che potrebbe permettere lo sviluppo di nuove e più efficaci cure.
Microglia e arginina
Come riportato da repubblica.it è stato rilevato che quando le microglia, cellule del sistema immunitario del cervello, cominciano a consumare enormi quantità di un aminoacido chiamato arginina, fa la sua apparizione l’alzheimer.Questo processo, nei topi da laboratorio (modificati geneticamente in modo che il loro sistema immunitario potesse essere simile a quello umano), è stato bloccato con la somministrazione di un noto ‘inibitore enzimatico’, la “difluorometilornitina” (Dfmo), già usata in sperimentazioni contro alcune tipologie di tumore: si è ridotto il consumo di arginina, da parte delle microglia e si è ridotto sia il numero di queste cellule che delle cosiddette ‘placche amiloidi’, quelle che insieme al malfunzionamento delle proteine Tau provocano la malattia.
Se nel prossimo futuro si riuscirà a dimostrare che il consumo di arginina nell’uomo ha lo stesso ruolo ed importanza emersa in queste sperimentazioni forse ci saranno buone possibilità di riuscire a curare l’Alzheimer.
Puoi leggere l’articolo sui sintomi dell’alzheimer se vuoi saperne di più su come si manifesta questa patologia che solo in Italia ha colpito oltre mezzo milione di persone.