Lia Fusco – la fisioterapista del nuoto paralimpico

Dietro i grandi successi dei nostri atleti si nasconde il lavoro quotidiano di preparatissimi fisioterapisti: Lia Fusco è ormai diventata una pedina fondamentale nei successi della nazionale di nuoto paralimpico.

Lia Fusco e il nuoto

“E’ capitato che una mia collega, Chiara Barbi, aveva delle difficoltà a partecipare ai mondiali di Eindhoven che ci sono stati nel 2008 o nel 2010 – racconta Lia Fusco – quattro giorni prima della partenza mi ha detto: “io proprio non posso partire, ti va di sostituirmi? Sei una persona in gamba, puoi farcela…” Ho pensato un minuto…ho detto…si, ok, parto! Da allora sono qua…”

“Io ho sempre fatto nuoto fin da bambina perchè avevo un po di scoliosi – continua Lia Fusco – quando io ero in età adolescenziale, si curava la scoliosi con il nuoto. E così mi sono avvicinata al nuoto, ho imparato a nuotare, ho fatto qualche piccola gara, qualche piccola soddisfazione…però non ho la stoffa per essere un’atleta agonista e non avevo nemmeno i tempi…per cui proprio non era la mia strada…”

“Andavo agli scout quando ero ragazzina; è successo che lì devi fare dei servizi nel sociale, allora ho scelto Amnesty International e, casualmente, una casa di accoglienza per ragazzi disabili. Da quel momento in poi ho sempre pensato che sarebbe stato bello aiutare gli altri, fare qualcosa per qualcuno…

La fisioterapia e le patologie degli atleti

C’è una patologia tipica che viene detta la “cuffia del nuotatore“, in realtà è una sofferenza della cuffia dei ruotatori della spalla, ma semplicemente perchè loro spingono tantissimo con l’acqua e quindi inevitabilmente il capo lungo del bicipite, il sovraspinoso, il piccolo rotondo, hanno una dinamica che spesso e volentieri va in conflitto e quindi le spalle si infiammano. Se fate un sondaggio quasi tutti i nuotatori al mondo hanno avuto almeno una volta un’infiammazione della cuffia dei ruotatori”.

La tecarterapia e Fisiowarm

“Devo dire che Fisiowarm è molto utile e la usiamo tantissimo per le patologie neurologiche soprattutto da ipertono. Ha la capacità la tecar di fare un lavoro enorme sull’ipertono, i ragazzi si sentono molto più sciolti dopo che hanno finito la seduta di Tecar. Poi ha un effetto enorme sull’acido lattico, questo è un altro problema degli atleti. Quando vanno sotto sforzo in queste occasioni dove c’è un carico esagerato i loro muscoli vanno in acidosi e con un buon massaggio drenante associato alla tecar abbiamo degli effetti incredibili. Si è visto anche qualcosa sul jetleg…perchè con tutte le trasferte che facciamo all’estero potrebbe essere una buona cosa per recuperare subito il fuso orario e le forze”.

Il tablet di Fisiowarm

“Poi il fatto che sulla tecar ci sia il tablet è molto più semplice per noi riuscire a gestirla anche a distanza. Quando si ha il paziente sul lettino spesso e volentieri è complicato girarsi, sistemare l’intensità, prendere la crema… con il tablet è tutto più semplice perchè te lo porti dietro e riesci a gestire tutte le cose”.

“Poi devo dire un’altra cosa che per noi è fondamentale: l’unipolare capacitivo è fantastico perchè non avendo bisogno di piastra, per molte spalle dei nostri nuotatori che hanno dei mezzi di sintesi sulla colonna che potrebbero avere delle reazioni un pò particolari con l’utilizzo della piastra dietro la schiena perchè i metalli non vanno d’accordo in genere con la tecar perchè essendo un campo magnetico è perfetto perchè riusciamo a lavorarci liberamente senza avere nessun problema e nessuna contro indicazione per i ragazzi”.

“Ce ne sono tantissimi…forse la medaglia d’oro a Rio di Bocciardo nei 400 stile…c’è da dire una cosa su Federico Morlacchi…conclude Lia Fusco – che lui in realtà quando nuota sembra che plana sull’acqua, l’accarezza…è una cosa incredibile, davvero sembra una libellula sull’acqua, un’emozione ogni volta vederlo nuotare…”

 

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