Giovani d’oro – Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal

Giacomo Bertagnolli, in coppia con Fabrizio Casal, è una delle punte di diamante della nazionale di sci alpino paralimpico che parteciperà alle prossime paralimpiadi invernali di PyeongChang in Corea. Nel 2017 ai mondiali di Tarvisio ha conquistato la medaglia d’oro nella combinata.

Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal

La neve è un’amica – esordisce Giacomo Bertagnolli – senza neve è difficile sciare, quest’anno sta nevicando di più e sono contentissimo anche se la settimana scorsa eravamo a St. Moritz e purtroppo ci hanno rispedito a casa. La gara più bella che ho fatto finora è stata quella dei mondiali di Tarvisio dove abbiamo vinto un oro mondiale. Gareggio insieme a Fabrizio Casal che è la mia guida e anche mio coscritto, abbiamo la stessa età…

Noi ci siamo conosciuti la prima volta a 12 anni – racconta Fabrizio Casal – mentre eravamo a casa sua a giocare e ci siamo conosciuti grazie ai nostri genitori che lavoravano insieme…ricordo che facevamo le carrucole sugli alberi vicino casa.

La disabilità di Giacomo

Ho un’atrofia del nervo ottico su entrambi gli occhi dalla nascita e vedo 0,5 decimi dall’occhio sinistro e 0,8 decimi dall’occhio destro sottolinea Giacomo Bertagnolli –  A scuola sono sempre stato inizialmente abbastanza timido poi, quando comincio a conoscere le persone con cui sto parlando divento una persona a cui piace scherzare, sono una persona aperta, a scuola mi sono sempre trovato bene con i compagni e con le compagne. Fuori da scuola sono un ragazzo a cui piace stare molto in compagnia e fare tutti i tipi di sport.

Classico ragazzo di 14 anni – dichiara il suo primo allenatore Achille Crispino – con i suoi video giochi, il computer, compiti…perchè doveva nel frattempo portare avanti gli studi…si è quasi instaurato un rapporto tra padre e figlio…gli gridavo, gli stavo dietro…

Io un pò di ansia la ho sempre…sia che si tratti di stare al cancellato di partenza di una gara o essere sul banco o interrogato da un professore…però riesco sempre a gestirmela molto bene e poi appena comincio a sciare o a parlare durante l’interrogazione poi passa tu e va liscio come l’olio.

Mi sono reso subito conto delle sue potenzialità e delle sue doti – continua Achille – atleticamente e poi la voglia che aveva di fare e di migliorare e quindi è stato anche molto veloce ed infatti l’anno successivo siamo entrati in nazionale paralimpica e avevamo già tutti i punteggi per fare le gare in qualsiasi competizione ed in qualsiasi specialità.

Il rapporto con la guida e la discesa

La prima gara che abbiamo fatto assieme è stata a St. Moritz – prosegue Fabrizio Casal –  è stato un SuperG, Gigante e Slalom…è stata una gara Ipcas, quindi per ottenere i punteggi base per la Coppa Europa.

Fidarsi è una delle cose più importanti per un atleta con disabilità visiva quando scia – afferma Giacomo –  perchè se tu hai paura che succeda qualsiasi cosa davanti a te approverai sempre la gara in maniera diversa. Se invece non te ne importa allora riesci a dare il meglio di te!

La responsabilità per me è qualcosa che ha a che fare soprattutto con l’intesa, è un affidamento sui miei sensi e su quelli di Giacomo…

La mia discesa comincia dal cancelletto dove spesso un pò di ansia c’è, e poi la parte più bella è quando esci dal cancelletto e l’ansia passa e cominci a divertirti…sei lì tutto frenetico, tutto concentrato nel fare il meglio possibile, nell’andare il più velocemente possibile! E poi arriva l’ultima parte, quando tagli il traguardo, quando tiri un respiro di sollievo perchè dici l’ho finita! La guida davanti a me ha un compito molto importante che è quello di segnalarmi tutte le imperfezioni della pista, le figure che si trovano sul tracciato…ed io invece dietro ho il compito di avvisarlo se per caso rimango indietro, se deve aumentare il ritmo e la velocità, se invece è tutto a posto e continuare così…

Il campione

Essere un campione non significa aver vinto tante medaglie, tante gare – conclude Giacomo Bertagnolli – ma significa essere soddisfatti di ciò che si porta a casa ogni giorno sia in quel che si vince sia in quel che si perde, negli errori che si fanno…e soprattutto essere un campione significa anche essere umili e rispettare gli altri…a partire dai propri avversari fino ad arrivare agli allenatori, ai genitori e amici che ti stanno intorno e che ti sostengono sempre…

 

 

Redazione - Ability Channel
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