Conoscere le origini del movimento paralimpico…

Negli anni ’50 suo marito è stato il pioniere degli sport per disabili in Italia…è la memoria storica dello sport paralimpico ed è ancora molto impegnata ad aiutare i ragazzi con disabilità a praticare attività sportiva. Riccarda Ambrosi ha incontrato Maria Stella Maglio nella sua bella casa di Roma e ha raccolto per te le sue riflessioni…

I media

“Intanto volevo ringraziare tutti i media che si dedicano a questo movimento – esordisce Maria Stella Maglio – perchè denota quanti passi siano stati fatti rispetto al passato…la comunicazione ora ha raggiunto dei livelli incredibili e lo sarà sempre di più e voi ne siete un esempio come anche la Rai con Sportabilia di Lorenzo Roata. Sono iniziative che io nel tempo ho profondamente apprezzato perchè sono importanti per il mondo, perchè cresce, perchè così si fa cultura, perchè i ragazzi sono gratificati…”

L’orientamento allo sport

“La persona che si prende in carico il disabile – prosegue Maria Stella Maglio – che ha avuto un evento qualunque o perchè ci è nata, bisogna sapere per quale tipo di sport è portata e predisposta e non va a toccare quella che è la sua patologia. Bisognerebbe fare un protocollo e istituzionalizzarlo…”

Lo sport, un diritto di tutti

“Lo sport per tutti per me significa – sottolinea Maria Stella Maglio – sport anche per quelle persone che non hanno la possibilità di poter accedere alla pratica sportiva perchè non hanno le risorse necessarie per poterle praticare ne le istituzioni hanno la possibilità di poterle aiutare per carenza di fondi e non se ne fanno carico…”

Conoscere le proprie origini

“Il movimento paralimpico in Italia è nato per l’Italia! Dobbiamo dire grazie a Guttmann e grazie a Maglio che ha recepito quel messaggio…e ancora le istituzioni non hanno nessuna documentazione, ad eccezione dell’Inail…però sta lì, come io ho la mia…I lavori scritti da Antonio Maglio – conclude Maria Stella Maglio – se stanno nelle segrete stanze non porta a nulla, sono documenti che vanno trasmessi. Detto proprio con il cuore, per il bene di questo movimento mi sento di dirlo apertamente…”

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