A SCUOLA CON ARRIGONI

Durante HappyHand abbiamo chiesto al giornalista Claudio Arrigoni di farci una breve lezione di giornalismo paralimpico.

 

L´importanza del linguaggio Per seguire eventi sportivi come le  Paralimpiadi bisogna conoscere e utilizzare  una terminologia particolare per farsi poi capire dai lettori o dai telespettatori? Per Claudio Arrigoni il linguaggio è molto importante. Usare una terminologia giusta fa crescere anche la cultura: parlare invece che di disabile di persona con disabilità cambia il modo di intendere perché si centra l´argomento sulla persona e non sulla sua condizione. Quando si parla di sport e si dice paralimpico invece di persona disabile che fa sport è una maniera migliore per mettere in evidenza che ci sono atleti di grandissimo livello dove la disabilità non esiste ma c´è solo una differenziazione di modalità. Questo vale oggi, fra sei mesi o due anni cambierà ancora tutto.

Quando nascono le guide – Soprattutto durante le Paralimpiadi vengono date ai giornalisti da molti Comitati paralimpici delle guide, dei glossari sul linguaggio; ma perché questo nasce con la paralimpiade? Se è vero che oggi possiamo trovare informazioni attraverso internet, pensiamo al passato: le Paralimpiadi nascono dal 1960 in poi (soprattutto dal 1988) e non c´erano questi mezzi di comunicazione, quindi il luogo dove si trovavano tutti assieme così tante persone con disabilità era in assoluto la Paralimpiade. Era molto semplice veicolare tutte le informazioni che riguardavano la comunicazione del linguaggio.

Per chi volesse approfondire c´è il  sito del Centro Nazionale di giornalismo e disabilità americano (www.ncdj.org) che ha un glossario completo e si richiama alla convenzione sui diritti delle persone con disabilità dell´ONU che ha cambiato il modo di comunicare.

 

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