PORTABANDIERA A LONDRA 2012: OSCAR DE PELLEGRIN

Portabandiera dell’Italia alle Paralimpiadi di Londra 2012 sarà Oscar De Pellegrin. Il Presidente Pancalli ha così commentato: “E’ il giusto premio a un grande atleta e un grande uomo”.

Portabandiera a Londra 2012, cosa dice il Presidente del CIP

La Giunta Nazionale del CIP ha deliberato che il portabandiera della Squadra Italiana ai XIV Giochi Paralimpici Estivi di Londra 2012 sia l’arciere Oscar De Pellegrin.
“E’ il giusto riconoscimento e premio ad un grandissimo uomo di sport, che tanto ha dato e tanto continuerà a dare al movimento degli sport paralimpici – ha commentato Luca Pancalli – la scelta di De Pellegrin portabandiera della squadra italiana è la scelta di un uomo che è esempio dentro e fuori i campi di gara e che, sono certo, rappresenterà al meglio quei valori sportivi di cui il CIP, da sempre, si fa portatore”.

“In tanti anni e in tante partecipazioni ai Giochi Paralimpici, De Pellegrin ha ottenuto tanti risultati prestigiosi – ha aggiunto Pancalli – contribuendo, in ogni occasione in cui è stato chiamato a prender parte, a tenere alto il nome dell’Italia”.

Portabandiera a Londra 2012: la reazione di Oscar

“E’ un’emozione fortissima essere portabandiera alle paralimpiadi non sto più nella pelle – ha dichiarato Oscar De Pellegrin dopo aver appreso la notizia – ringrazio tutti i membri della Giunta per le parole spese nei miei confronti”.
“E’ una cosa fantastica, troppo grande e bella – ha proseguito Oscar – il coronamento di anni di carriera, di dedizione e di insegnamento a tanti giovani che si sono avvicinati allo sport. Un riconoscimento che sarà di ulteriore stimolo per continuare a impegnarmi… e per proseguire in quell’opera di diffusione dei valori veri della pratica sportiva”.

L’incidente a vent’anni

Il portabandiera azzurro Oscar De Pellegrin è finito in carrozzina a poco più di venti anni mentre guidava il trattore nell’azienda familiare…un attimo e la sua vita cambia per sempre. Diventa paraplegico a causa di una lesione midollare che non gli impedisce però di sposarsi, adottare un bambino e diventare uno sportivo paralimpico di grande successo.

“Con l’aiuto delle persone giuste e della famiglia – sottolinea De Pellegrin – sono riuscito prima ad uscire dalla fase critica e poi ad accettare la mia condizione e a lavorare, ad impegnarmi al massimo per tornare una persona normale, integrata nella società in piena autonomia e posso dire che ci sono riuscito, anche attraverso lo sport”.

Oscar De Pellegrin Portabandiera

L’Avvicinamento allo Sport del portabandiera azzurro

“Mi sono avvicinato tramite un amico – spiega De Pellegrin – anche lui in carrozzina, che faceva sport e mi ha dato la fiducia necessaria…è partito così, proprio per uscir di casa, perchè 27 anni fa vedere uno in carrozzina non è come oggi, quindi è stata proprio quella la molla, di uscire…”

“Ho provato varie discipline – confessa Oscar – dall’arco al tiro a segno, all’atletica, ma devo dire che i due sport che mi hanno veramente affascinato sono stati il tiro a segno e il tiro con l’arco…i primi grandi risultati, le mie prime partecipazioni alle Paralimpiadi sono state con il tiro a segno, sia a Barcellona che ad Atlanta: a Barcellona ho partecipato con l’aria compressa…è andata benissimo, al mio esordio  sono riuscito a salire anche sul podio, al terzo posto…è stata una grande emozione…poi Atlanta…e da là ho deciso di cambiare e passare all’arco…

I Valori Nello Sport

“…bisogna essere amici perchè in una squadra – continua il portabandiera di Londra 2012 –  bisogna condividere tante cose, però sulla linea di tiro la rivalità è indubbia…vado per vincere…bisogna tirar fuori la grinta e andare avanti”.

“Mi ricordo sempre nel 1990 quando ho vestita per la prima volta la maglia azzurra, mi viene ancora la pelle d’oca…dopo un percorso così critico, esser stato capace di accettarlo e superarlo e sapere che da domani fai parte della nazionale…una cosa grandissima, non ci sono parole per spiegarlo…è un’emozione unica che ti resta per tutta la vita…augurerei a tutti di provarla solo che ci vuole tanto impegno, sacrificio e dedizione…però quando ci si deve impegnare per arrivare alle prime gare, al primo campionato, a fare sacrifici vedo che non sono molte le persone disposte a farlo”.

I Successi E L’Oro Paralimpico

“…ho partecipato a cinque paralimpiadi, da Barcellona fino a Pechino, le prime due nel tiro a segno e poi da Sydney 2000, dove ho vinto l’oro olimpico, fino a Pechino con il tiro con l’arco…una cosa fantastica…un oro e quattro bronzi, sono veramente soddisfatto…Il mio obiettivo ora  è riuscire a fare l’ultima Paralimpiade…magari col botto!”

L’Importanza Della Famiglia

“tra impegni sportivi e impegni federali, (De Pellegrin è vice-presidente della FISPES e consigliere FITARCO), quello che trascuro è la famiglia…sono periodi della vita, per divulgare sempre di più lo sport disabili, aiutare sempre più persone…ritengo sia una buona causa…la famiglia capisce e mi ha sempre spronato…”.

Oscar De Pellegrin e il rapporto con la moglie

“Eravamo fidanzati da due tre anni, quando ho avuto l’incidente…aver avuto una donna che mi abbia dato tanto amore ha fatto la differenza, dandomi la forza necessaria per reagire e per recuperare…qualcuno con cui condividi…insieme puoi costruire una vita…e sono veramente felice…Insieme abbiamo avuto una forza che nel 1999 ci ha fatto adottare nostro figlio dalla Romania…che ora ha tredici anni…però siamo uniti, quest’anno abbiamo appena festeggiato i 25 anni di matrimonio…finchè c’è intesa e rispetto, finchè ci sono stimoli…sono veramente felice…forse è quello che mi da la carica per fare tutte queste cose…”.

Il Cip E Luca Pancalli

“Se siamo arrivati a questi livelli, se abbiamo una buona visibilità è merito del CIP e del presidente Luca Pancalli che ha creduto fin dall’inizio in questo progetto, in questo movimento…e non dimentichiamo che ora le paralimpiadi vengono valutate anche per l’assegnazione delle Olimpiadi…il nostro movimento ha grandi valori…non possiamo ancora dire che siamo atleti alla pari ma ci stiamo avvicinando…sono convinto – conclude il portabandiera azzurro – che sulla linea di tiro, l’impegno, il sudore, il sacrificio, la voglia di vincere è uguale per tutti… se crediamo in questi atleti che sono atleti con la A maiuscola perchè hanno maggiore difficoltà per fare quello che fanno sicuramente possiamo crescere ancora”.

ARTICOLI CORRELATI