Mohammed Lazzouli il classificatore paralimpico

Abbiamo incontrato Mohammed Lazzouli, Membro del IPC (International Paralympic Committee)  che ci ha concesso un po di tempo per raccontarci la sua esperienza nel mondo paralimpico e dello sport per disabili. Ci ha raccontato del centro di riabilitazione motoria dove ha lavorato e di come lo sport possa aiutare i piazianti durante il percorso riabilitativo e possa dare una nuova speranza a queste persone.

Come tutto ebbe inizio

Mohammed tu eri uno studente di riabilitazione motoria, come sei entrato in contatto con  il mondo dello sport paralimpico?   

Prima di tutto grazie per questa intervista. La mia storia con il movimento paralimpico è iniziata quando ero uno studente in Algeria, e l’anno in cui mi sono laureato, il 1991, sono stato chiamato dal mio professore che faceva parte del Comitato medico paralimpico e il Comitato di classificazione, e chiese a me e ad altri 5 o 6 studenti se volevamo aiutarlo e  iniziare a lavorare come volontari o part-time con persone disabili che praticano attività  sportiva. Quindi prima di iniziare a lavorare in  ospedale , dove avevo un contatto, mi sono unito al NPC in Algeria nel comitato di classificazione e medico.

L’associazione sportiva di Mohammed Lazzouli

In Algeria  hai lavorato in un centro di riabilitazione molto importante. Lo sport è una partefondamentale nel percorso di riabilitazione. Che tipo di disabilità trattavate e quali sport  potevano praticare in pazienti?

Come fiseoterapisti noi ci occupiamo di molti tipi di incidenti, ma principalmente problemi alla spina dorsale, ischemia, deformazioni congenite, bambini  o persone con condizioni fisiche permanenti. In quegli anni ero parte del NPC in Algeria e come terapista insieme ad altri 3 o 4 amici ci siamo chiesti: “Perchè non mettiamo a disposizione dei pazienti che devono passare tutto il giorno in ospedale per lungo tempo la possibilità di fare attività sportiva che  li può aiutare a migliorare le loro abilità?” Così nel 1992 fondammo un associazione ufficiale, sostenuta dal governo , costituita solo da terapisti e medici dell’ospedale. Fortunatamente il nostro ospedale disponeva di ottime attrezzature, come un campo da basket, una palestra, 2 piscine coperte e una all’aperto, una sala per attività sportive e per l’atletica avevamo un area specifica, non una vera pista ma  un giardino dove si poteva praticare il lancio del peso o il lancio del giavellotto o del disco. Dopo aver fondato l’associazione abbiamo kmesso a disposizione degli allenatori finanziati dal governo in modo che dopo il programma di riabilitazione i pazienti possono riposarsi un paio di ore e hanno la possibilità di rimanere in ospedale 24h su 24  e poter praticare successivamente attività sportiva. Oltre ad una bella esperienza è stato anche uno studio e ci siamo resi conto che gli atleti migioravano più velocemente.

I piani per il futuro

Dopo l’Algeria sei stato a Dubai e in Quatar. Quali sono i piani per il futuro?

Sì, ho lavorato in ALgeria per circa 6 anni poi ho avuto un contatto con un ospdale di Dubai  al quale mi sono unito laavorando. Era un ospedale generico ma mi sono unito anche al NPC degli Emirati Arabi aiutandoli nelle classificazioni del Basket e dell’atletica. Poi dopo un paio di anni sono stato chiamato per unirmi da un ospedale sportivo in Quatar, dove mi sono unito anche all’NPC del Quatar per portare la mia esperienza  nelle classificazioni, principalemnte nell’atletica, in quanto sonooramai membro del IPC (International Palaympic Commitee) come classificatore e anche un insegnante di classificazione a livello mondiale. I miei piani per il furuto sono ovviamente  di tornare a casa in Algeria e aiutare le persone li e magari fondare anche un altra associazione sportiva e sicuramente essere membro del NPC in Algeria.   Buona Fortuna e Grazie mille Mohamed.  Grazie a voi per l’intervista e buona fortuna per le gare e per l’NPC Italia.                              

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