La ping pong terapia potrebbe rappresentare un’opzione non farmacologica per la forma di demenza più conosciuta e spietata che esista, il Morbo di Alzheimer. Il ping pong è uno sport praticabile da tutti (anche da seduti) in grado di proteggere il cervello, migliorarne le funzioni e migliorare coordinazione ed equilibrio. E non solo.
Una terapia per mente e corpo
Riconosciuto disciplina sportiva olimpionica nel 1988, il tennistavolo è uno sport accessibile a tutti che può essere praticato ad ogni età ed in ogni luogo, al chiuso o all’aperto. Praticato già nel lontano 1634, i benefici che questo sport è in grado di apportare sono molteplici e di diversa natura.
Un recente studio ha rivelato che il ping pong rappresenta un importante sostegno e mezzo di miglioramento delle condizioni cognitive e psicofisiche anche per chi convive con l’Alzheimer, poiché sarebbe in grado di rallentare il processo di degenerazione che la malattia comporta. Questo è quanto sostenuto dalla Fondazione Bounce Alzheimer Therapy e dal suo progetto “Drug Free Alzheimer’s Therapy Programme” che prevede due obiettivi principali:
- Effettuare ulteriori studi di ricerca che evidenzino i potenziali benefici della pratica del tennistavolo per le persone con Alzheimer;
- Distribuire specifiche attrezzature (tavoli da ping pong, racchette, ecc.) nelle case di cura specializzate nell’assistenza di pazienti con il morbo di Alzheimer.
I benefici del ping pong
Secondo il portavoce della Fondazione, il ping pong:
- nelle prime fasi della malattia può comportare un miglioramento di facoltà superiori che spesso sono compromesse dall’evoluzione della malattia (ragionare, prendere decisioni, ecc.);
- migliora coordinazione ed equilibrio;
- attivando contemporaneamente più porzioni del cervello relative al pensiero ed alla condizione di allerta fisica, il livello di consapevolezza e lo stato cognitivo aumentano;
- aumenta la velocità di pensiero e di reazione e l’efficienza dei riflessi;
- stimolando l’afflusso di sangue al cervello lo protegge dalla degenerazione associata alla demenza e rallenta il decorso della malattia.
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