Ludwig Guttmann, chi era il papà degli sport per persone disabili

Redazione:

Ludwig Guttmann è stato un celebre neurologo e dirigente sportivo anglo-tedesco di origine ebraica, a cui si deve la paternità della sporterapia e della nascita degli sport per le persone disabili, nonché della primordiale edizione di quelle che poi diventeranno le Paralimpiadi.

Al neurologo si devono i Giochi di Stoke Mandeville del luglio 1948 (a cui seguì una seconda edizione), oggi considerati i primordiali Giochi paralimpici noti in tutto il mondo. L’idea di unire sport e disabilità nacque proprio dal lavoro dello stesso Guttmann, che voleva dare un’alternativa terapeutica alle persone con lesioni alla colonna vertebrale, mielolesioni e lesioni spinali.

Biografia di Ludwig Guttmann

Sir Ludwig Guttman nacque il 3 luglio 1988 a Tost (Polonia) e morì il 18 marzo 1980 a Aylesbury (Regno Unito). Fu il primogenito di quattro figli di una famiglia ebrea ortodossa, nato dal padre Bernhard Guttmann (proprietario di locale) e dalla madre Dorothea (figlia di un fattore).

Nel 1902 la famiglia si trasferì nella città di Chorzow (l’allora centro minerario di Königshütte, in Polonia), dove sorgeva uno degli ospedali più importanti al mondo, poiché era il primo a trattare gli incidenti sul lavoro: sarà qui che Guttmann farà le sue prime esperienze di praticantato in campo medico.

I suoi studi di medicina però iniziarono a Breslavia (Polonia), per poi approdare a Würzburg (Germania) e, infine a Friburgo (Germania), dove sì laureò nel 1924 con una specializzazione in neurologia, diventando nel corso degli anni uno dei più noti chirurgi tedeschi che operava sul cervello. La sua prima collaborazione fu con l’Otfrid Foerster a Breslavia. Invece nella cittadina di Friburgo entrerà in contatto con i primi gruppi studenteschi antisemiti. Nel 1927 sposò la moglie Else, da cui ebbe due figli.

Ludwig Guttmann

Ludwig Guttmann e la fuga dalla Germania nazista

Tuttavia negli anni Trenta l’Europa venne scossa dalle prime ondate della Germania nazista. Dopo l’introduzione nel 1933 delle leggi di Norimberga, Guttmann poté operare solo su pazienti di origine ebraica e non gli fu permesso di insegnare all’università.

La Notte dei Cristalli però fu la goccia che fece traboccare il vaso. Nel 1939 Guttmann scappò dalla Germania con la sua famiglia in direzione dell’Inghilterra, dove riprese l’attività medica: qui infatti gli fu offerto un posto come ricercatore presso l’Università di Oxford, per poi passare nel reparto delle lesioni nervose all’Ospedale Ortopedico di Oxford.

Infine, nel 1943 il governo britannico chiese al neurologo di dirigere un centro della cittadina di Stoke Mandeville, poco distante da Londra, che accoglieva piloti della Royal Air Force (RAF) con lesioni alla colonna vertebrale: Guttmann accettò, restando in carica fino al 1966.

Ludwig Guttmann

Ludwig Guttmann e i Giochi di Stoke Mandeville

Ludwig Guttmann intuì che bisognava investire, curare e sviluppare le capacità residue dei pazienti con mielolesioni. Per questo motivo, introdusse lo sport come parte fondamentale di un percorso riabilitativo. Il percorso non fu affatto semplice, ma ebbe delle tappe precise: cominciò con la palla medica, per proseguire con le freccette, il tiro con l’arco, per poi approdare al basket in carrozzina.

Fu un’evoluzione fondamentale non solo a livello sociale, ma anche in campo medico. In quegli anni infatti, una lesione spinale poteva equivalere quasi a una sentenza di morte: erano poche le persone che riuscivano a restare in vita per diversi anni. Oggi non è più così, e gran parte del merito va appunto al neurologo Guttmann.

Il valore prettamente sportivo del suo lavoro fu evidente durante le Olimpiadi di Londra del 1948. Fu in quell’occasione che il medico capì che l’attività sportiva per le persone con disabilità poteva essere non solo parte di una terapia, ma anche parte della vita stessa. In questo modo, avrebbe aiutato i pazienti a recuperare autostima e fiducia in loro stessi, riconsegnando loro anche dignità e inserimento sociale.

Così nel 1948 organizzò la prima edizione dei Giochi di Stoke Mandeville con meno di 20 atleti in carrozzina, di cui 4 donne. Nel 1952 seguì la seconda edizione che assunse un carattere internazionale, in quanto parteciparono anche veterani di guerra olandesi.

Ludwig Guttmann e l’incontro con Antonio Maglio: nascono le Paralimpiadi

Il lavoro di Guttmann ispirò l’interesse di un collega italiano, tale Antonio Maglio, che nel proprio Paese voleva perseguire obiettivi simili a quelli del neurologo tedesco. Lo stesso Maglio convinse a realizzare un’edizione dei Giochi a Roma, pochi giorni dopo la 17esima edizione dei Giochi olimpici.

Grazie alla sinergia dei due medici, nel 1960 andarono in scena a Roma la prima Paralimpiade della storia (riconosciuta come tale nel 1984 dal Comitato Olimpico Internazionale): parteciparono circa 400 atleti provenienti da 23 nazioni diverse. All’epoca il nome dell’evento fu Giochi Internazionali per Paraplegici, poiché gli studi di Maglio – che sono stati raccontati in un film dal titolo “A muso duro” – si erano concentrati su persone con paraplegia.

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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