Legge 104, estesi i permessi anche ai conviventi

legge-104 permessi Con la sentenza 2013 dello scorso 23 settembre, la Corte Costituzionale ha dichiarato la Legge 104/92 in parte illegittima, decidendo di estendere il diritto ai permessi mensili retribuiti dall’INPS e volti all’assistenza di una persona disabile anche ai “conviventi more uxorio”, ovvero non legati da vincolo matrimoniale. 

Una sentenza a tutela dell’eguaglianza

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

legge-104-permessi 02E’ all’Articolo 3 della Costituzione che i giudici della Corte Costituzionale si sono appellati lo scorso 23 settembre al momento della deposizione della sentenza. Il diritto alla salute ed al benessere psicofisico della persona sono un qualcosa di inviolabile e che va difeso, come ricorda la stessa Costituzione Italiana. In questa prospettiva e senza equiparare conviventi e coniugi, una persona con handicap gravi ha quindi il diritto di veder tutelata la propria salute psicofisica, con la garanzia di aver vicino la persona con la quale esiste un legame affettivo.

La decisione della Corte Costituzionale è stata presa nonostante INPS e Presidenza del Consiglio si siano costituiti in giudizio chiedendo che fosse mantenuto il regime di esclusione di beneficio per i conviventi.

Permessi Legge 104, cosa è cambiato

La Legge 104/92 prevede dei permessi mensili di tre giorni riconosciuti dal datore di lavoro, e quindi retribuiti dall’Istituto di Previdenza Sociale, che consentono al coniuge o a parenti prossimi alla persona con handicap grave (entro il secondo grado di parentela) di prestare assistenza alla persona disabile.
Con la sentenza 213, che ha validità immediata, tali permessi saranno estesi anche ai conviventi purché si tratti di convivenze caratterizzate da un grado accertato di stabilità.

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