La Nazionale nel Cuore di Trevignano

Nazionale Calcio Amputati 01Finalmente la Nazionale di Calcio Amputati è arrivata a Trevignano. Per il nostro comune di 5.685 abitanti (tra cui me) Sabato 18 febbraio 2017 è stato un giorno importante, un giorno di rinascita, di condivisione, curiosità ed entusiasmo. Un nuovo inizio. 

Caffè ed interviste

Nazionale Calcio Amputati 02Arrivo in ufficio, Michelangelo sta sistemando i completi sportivi della squadra, io metto su il caffè. Sento la voce di Riccarda provenire dall’altra stanza, è al telefono. Anche oggi ho rinunciato ad una bella colazione per stare a letto dieci minuti in più; ora un po’ di caffeina è proprio quello che mi ci vuole. 

Carichiamo il pullmino, due viaggi non sono sufficienti: flash, stativi, cavalletti, computer, macchine fotografiche. Siamo pronti, si va. Direzione: il Casale, dove alloggiano i ragazzi. Iniziamo!

Sono da poco passate le dieci e dopo aver parcheggiato ci avviciniamo al campetto dove i ragazzi stanno facendo dei test fisici e sportivi. Ho il sole contro e a primo impatto non riesco a distinguere bene i volti. Il primo (e l’unico) che riconosco è Francesco. Anche se non ci siamo mai visti prima ho avuto modo di conoscere la sua storia attraverso i video realizzati da Michelangelo qualche anno fa, quando era ancora un bambino. Davanti a me ora c’è un giovane adulto con i capelli lunghi, raccolti in una piccola cipolla. E’ a lui, al capitano, che faccio le prime domande per compilare la sua scheda-atleta, ma solo dopo mi rendo conto di essermene dimenticata qualcuna. Rimedierò. 

Decido di trovarmi una postazione un pochino più comoda, in piedi non riesco a scrivere bene. Mi metto seduta a bordo campo e, sempre con il sole contro, aspetto che i ragazzi uno alla volta vengano da me, così da poterli conoscere un pochino. Sono tanti, sedici, di tutte le età, dai giovanissimi ai papà. Chi più loquace, chi meno, cerco di stabilire un contatto seppur minimo, di conoscerli non solo come atleti ma anche come persone, per quanto sia possibile in due minuti di conversazione. 

Nazionale Calcio Amputati 03Tra un’intervista ed un’altra alzo lo sguardo verso il campetto dove i ragazzi continuano a tirare e mi accorgo di un “giocatore” che mi sembra di conoscere. Manuel è lì in mezzo a loro, il nostro Manuel di Ability è letteralmente impazzito alla vista del pallone. Appena entrati in campo ha posato l’attrezzatura ed ha preso palla giocando con gli altri. E’ felice, come un bambino. Accanto a me Junior è intento a fare le foto ai giocatori mentre Michelangelo, che già li conosce, ci scherza e ci chiacchiera. 

E’ il turno di Salvatore, che si avvicina a me per la “mini-intervista”. Non posso fare a meno di notare che porta ad entrambe le gambe delle protesi a dir poco artigianali, in alcuni punti persino fissate con dello scotch. Il suo ruolo è quello di portiere e quindi da regolamento, nonostante abbia entrambe le braccia, può usarne solo una. 
Mi racconta della difficoltà che ha nel giocare con le protesi (se così vogliamo chiamarle) che ha, delle gambe che invece di farlo muovere con più agilità lo limitano. Ma in Italia non esiste un centro ortopedico specializzato nella produzione di protesi da calcio e così, uno come Salvatore, deve arrangiarsi come può. 
Salvatore ha 32 anni, gioca a calcio da quando era piccolo ed ha due grandi sogni: vincere con la Nazionale un Europeo ed un Mondiale ed avere finalmente due gambe che gli consentano di giocare e dare il meglio di sé. Veramente.

Il Leone d’Ischia

Nazionale Calcio Amputati 04E’ ora di pranzo, ho fame. Decidiamo di andarci a mangiare un pezzo di pizza al taglio sul lago dove aspettiamo il nostro amico Gianni Sasso, con cui abbiamo appuntamento alle 13.30 per un’intervista. Il “Leone d’Ischia” si sta preparando per la sua nuova avventura, la quinta maratona della sua vita che questa volta correrà a Barcellona, il 12 marzo. Per allenarsi ha pensato bene di percorrere i 34 km di circonferenza del Lago di Bracciano armato soltanto delle sue stampelle. Ed ovviamente della forza che solo un leone possiede. 
Ha i capelli più lunghi dell’ultima volta che ci siamo visti, a Rio de Janeiro. A settembre scorso Gianni è riuscito a coronare il suo sogno di partecipare ad una Paralimpiade, ottenendo la qualifica per la disciplina del Paratriathlon. Non ha portato a casa una medaglia, ma sicuramente la spiaggia di Copacabana si ricorderà di lui. Un’altra vittoria personale è stata portata a casa.

Inizio con le domande, mi vengono spontanee, le parole escono da sole…peccato che abbiamo poco tempo e non posso prolungarmi quanto vorrei. Stanno per iniziare gli allenamenti in vista della partita di domani, dobbiamo andare. Salgo in macchina con lui per indicargli la strada, così ne approfitto per farci ancora due chiacchiere. Mentre guida osservo le sue mani, mani che portano i segni della fatica, l’inseparabile amica di un atleta. Parlano le sue mani, raccontano della vita vissuta intensamente, testimoniano le imprese compiute, pronte ad affrontarle di nuove. 

La semplicità dello star bene 

Nazionale Calcio Amputati 05Dopo due ore di allenamenti e la Conferenza di presentazione del progetto presso il Comune finalmente è arrivato il momento di rilassarsi un po’…Si va a cena! 
Il Commodoro, il ristorante-pizzeria che ci ospita, è pieno di persone tutte riunite a festeggiare questo nuova avventura e…affamate! Placo la fame con gli antipasti che arrivano quasi subito, quindi per la pizza il mio stomaco può aspettare ancora. Il momento perfetto per un bicchiere di vino rosso. Anche due. 
Sto bene, rilassata, a mio agio. Parlo, mi confronto, chiacchiero, ma soprattutto ascolto. Mi piace farlo, e quando sono stanca come ora mi riesce particolarmente bene. Bocca chiusa e orecchie aperte. 
Nazionale Calcio Amputati 06Gli occhi nel frattempo fanno la loro parte, sorridono quando incontrano la felicità circostante. Ci sono dei bimbi che si rincorrono, genitori che li guardano contenti, nonni dagli sguardi premurosi che, per non essere di troppo, tengono le proprie preoccupazioni per sé. Sembra di essere alla cena di Natale di una grandissima famiglia, forse la più numerosa che esista. C’è un’aria quasi di intimità, o forse è la semplicità dello star bene a rendere questa sensazione. Tutto è al proprio posto ed al momento giusto, come il carrello dei dolci che finalmente appare davanti ai miei occhi. Va bene la dieta, va bene lo sport. Ma al cioccolato io non resisto, e poi un po’ di coccole me le merito, a fine giornata. 
Junior è sempre indaffarato, corre a destra e a sinistra cercando di soddisfare le richieste di tutti, ci tiene che sia tutto perfetto, ama il suo lavoro. Questa è una delle cose che abbiamo in comune. Alla vista dei dolci però, cede. Forse solamente per non farmi sentire in colpa nel mangiarli da sola, ma cede. E ne va a prendere un piatto.
Una giornata perfetta come questa non poteva concludersi meglio. 

Qualcosa di straordinario 

Nazionale Calcio Amputati 07E’ domenica mattina, il sole ed il vento ci abbracciano generosi ricordandoci che ad attenderci c’è una partita importante che deve essere giocata. Non è la finale di nessun torneo, in palio non c’è nessuna coppa, ma è la prima partita che la Nazionale Italiana Calcio Amputati si trova a giocare a Trevignano. E per noi, non è poco. 
Arriviamo al campo in perfetto orario, il paesaggio da quassù è bellissimo: il sole che bacia il lago da un lato e il bosco dall’altro. Mi emoziona il rendermi conto che anche il paese in cui vivo pian piano sta muovendo i primi passi verso il mondo degli sport per disabili; per la prima volta non abbiamo dovuto fare un viaggio lungo centinaia di chilometri per poter assistere ad una manifestazione sportiva paralimpica. Ho il cuore pieno di gioia. 

Nazionale Calcio Amputati 08Recupero una sedia per potermi mettere accanto a Riccarda a bordo campo; da qui c’è una buona visuale ravvicinata che mi permette di cogliere al meglio i dettagli. Fissato a terra con dei chiodini c’è il tricolore, che contrasta deciso sul verde del campo. Gli spalti cominciano a riempirsi pian piano, erano anni che non accoglievano così tanta gente. C’è un intero sistema che si è messo in moto per rendere possibile tutto questo, decine di persone che si sono mobilitate, che stanno offrendo il proprio servizio affinché tutto vada per il meglio. Polizia locale, protezione civile, vigili del fuoco, ambulanza. E poi noi dell’organizzazione, chi fa le foto, chi fa le riprese, chi scrive articoli, chi commenta, chi presenta. Siamo qui, tutti insieme, uniti dalla voglia di fare, dai sogni, dall’entusiasmo. Siamo qui semplicemente perché vogliamo esserci.

Nazionale Calcio Amputati 09I ragazzi scendono in campo accompagnati da un applauso ed iniziano a riscaldarsi. Gli ospiti sono i giovanissimi della Virtus Bracciano che hanno accettato il nostro invito senza alcuna esitazione ed anzi, con felicità.
Ora che i muscoli sono caldi si possono formare le squadre miste ognuna delle quali composta sia dai ragazzi della Virtus Bracciano sia da componenti della Nazionale. Oggi prima di giocare uno contro l’altro si gioca insieme, alla pari, si fa squadra veramente, non tanto per dire. La cosa che più mi sorprende è che i giovani non sembrano minimamente notare le differenze con i compagni amputati, giocano fluidi, tranquilli.

Sotto gli occhi di tutti sta accadendo qualcosa di straordinario, qualcosa che non ha bisogno di essere detto, qualcosa di estremamente naturale e, per usare una parola che piace tanto, “normale”. Ci sono semplicemente dei ragazzi che giocano a calcio insieme, niente di più e niente di meno. 

Nazionale Calcio Amputati 10Non ci sono etichette, non ci sono barriere da superare, non ci sono difficoltà da vincere. E soprattutto non c’è distinzione, non c’è diversità, non c’è disabilità.
Ci sono solo il sole, il pubblico, delle persone felici, il lago e lo sport.

Sì, lo sport

 

 

[Immagini di: Junior Ferreira]

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