Il boia in carrozzina

Se non stessimo parlando di una pagina tragica e triste della nostra storia potremmo paradossalmente parlare di pari opportunità. Tra i giustizieri dell’Isis (il famigerato Stato Islamico), quelli che tagliano le teste, bruciano le persone, le impiccano e molto altro ancora, adesso c’è anche un disabile, un tunisino in carrozzina. E’ stato arruolato per terrorizzare ancora di più, come se già non bastasse, la popolazione della città libica di Sirte.

Nelle immagini diffuse dall’Isis si vede il boia in carrozzina accanto alla sua vittima poco prima che quest’ultima fosse uccisa e crocifissa. Una fotografia che è stata resa pubblica non a caso il giorno della visita in Italia del Segretario di Stato americano John Kerry. E che forse vuole essere anche un macabro tentativo di lanciare una sorta di campagna per le “pari opportunità” perché lo Stato Islamico vuole rappresentare i mussulmani di ogni genere e razza.

Sul sito del quotidiano inglese The Mirror è uscito questo inquietante video con l’intervista di un kamikaze disabile, biamputato, che lo ritrae insieme ai soldati del Califfato che lo aiutano ad indossare una cintura esplosiva prima di una missione suicida.

 

Ma non sono tutte “rose e fiori”:  le “pari opportunità” nello Stato islamico finiscono qui. Infatti, riprendendo una “Fatwa” (un responso giuridico sul diritto islamico) emessa da un giudice Saudita specializzato nella Sharia (la Legge sacra islamica), è stato stabilito che tutti i neonati affetti da sindrome di down o da malformazioni congenite debbano essere uccisi o con un’iniezione letale o per soffocamento entro le prime tre settimane di vita. Storia degna del programma nazista Aktion T4.

Inoltre, a differenza del protagonista del nostro video, i jihadisti hanno fatto largo uso di disabili, costretti con la forza, per attaccare l’esercito iracheno con camion bomba durante la battaglia di Mosul. E durante una controffensiva delle truppe di Bagdad gli uomini dell’Isis hanno barbaramente assassinato una bimba in carrozzina colpevole di non potersi alzare e camminare durante l’evacuazione della città. Stessa sorte toccata poi agli sventurati accompagnatori della bambina.

Molte capitali e città europee sono state sconvolte da attacchi di commando addestrati ed organizzati, da squilibrati con coltelli e spade, da camion e furgoni impazziti che travolgevano tutto e tutti. Nel nome di Allah dobbiamo cominciare a temere anche i disabili?

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