Contro la sclerosi multipla…un trattamento anti-cancro

Sclerosi MultiplaCurare la sclerosi multipla utilizzando le stesse cellule staminali impiegate per curare il cancro. Nel Regno Unito una terapia sperimentale, basata su trattamenti di solito usati contro alcuni tipi di cancro, sta dando risultati promettenti contro la sclerosi multipla, la malattia che colpisce il sistema nervoso e che può portare a gravi lesioni invalidanti per chi ne soffre.

 

Cos’è la sclerosi multipla

Sclerosi MultiplaIn Italia la sclerosi multipla colpisce ogni anno circa 1800 persone, per un totale di circa 68 mila pazienti. Ad essere colpita dalla malattia è la mielinauna sostanza che avvolgendo i nervi funge da isolante e consente una rapida trasmissione dell’impulso nervoso. La sclerosi multipla è la conseguenza di una risposta anomala del sistema immunitario che non non riconosce come proprio il sistema nervoso centrale, danneggiando appunto la guaina mielinica. Senza mielina i nervi sono meno isolati ed i segnali elettrici si disperdono, con una conseguente alterazione nella trasmissione dell’impulso nervoso. Tale processo degenerativo può verificarsi in più aree del cervello (da qui “multipla”) ed ha come risultato la formazione di cicatrici (sclerosi).

Ci sono diversi tipi di sclerosi multipla, ma la forma più comune è caratterizzata da attacchi acuti e frequenti ricadute, con periodi in cui i sintomi sono più marcati (tra un episodio e un altro possono passare anni).
Le attuali terapie mirano a tenere sotto controllo il sistema immunitario, in modo da impedirgli di attaccare il sistema nervoso.

La sperimentazione di Sheffield va avanti

Sclerosi MultiplaI ricercatori che stanno conducendo la sperimentazione a Sheffield, in Inghilterra, hanno spiegato alla BBC che è nella fase precoce della malattia che il trattamento sarebbe più efficace, mostrando dei miglioramenti notevoli. Alcuni dei pazienti che si sono sottoposti alla terapia sperimentale infatti erano paralizzati, ed in seguito al trattamento sono stati in grado di compiere qualche movimento.

Il team del Royal Hallamshire Hospital di Sheffield è partito dall’idea che il sistema immunitario attacca il cervello e il midollo spinale, causando infiammazione, dolore e disabilità. La terapia elaborata si basa sulla distruzione del sistema immunitario “impazzito”, attraverso altissime dosi di farmaci chemioterapici.

In cosa consiste il trattamento

Sclerosi MultiplaIl trattamento in corso di sperimentazione è il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) che sono prelevate dallo stesso paziente in cui verranno trapiantate. Prima di precedere al loro reinserimento, il sistema immunitario malfunzionante viene eliminato attraverso un trattamento chemioterapico. In sostanza, i ricercatori sono riusciti a “resettare” il sistema immunitario dei pazienti attraverso un trapianto di midollo osseo, in modo da sostituire le cellule difettose con altre in uno stadio di sviluppo talmente precoce da non presentare ancora le alterazioni che portano allo sviluppo della malattia.

I costi del trattamento sarebbero inoltre paragonabili a quelli di alcuni trattamenti attualmente usati per far fronte alla malattia (circa 40 mila euro all’anno).

Le ricerche in corso suggeriscono che trattamenti a base di cellule staminali come il trapianto di staminali ematopoietiche possano offrire speranze”.

Queste le parole di Emma Gray, responsabile degli studi clinici presso la Società per la Sclerosi Multipla del Regno Unito.

D’altro canto, come sostenuto dalla Dott.ssa Gray, nonostante i benefici mostrati il trattamento non è esente da rischi trattandosi di una procedura invasiva ed aggressiva. Saranno dunque necessarie ulteriori ricerche che ne accertino la sicurezza e l’efficacia a lungo termine.

Altri studi, come quello pubblicato di recente su Jama Neurology da un gruppo di studiosi americani hanno dimostrato che a oltre 3 anni di distanza da un trapianto di staminali ematopoietiche l’86% dei pazienti con sclerosi multipla non presenta segni di ricadute e che il 91% non mostra alcun segno di progressione della malattia.

Speriamo dunque che questa sia la volta buona e che la ricerca per la cura della Sclerosi Multipla sia davvero vicina ad una svolta.

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