Comunicare con la Sindrome Locked-In, forse è possibile

Locked InTornare a comunicare per chi è segregato all’interno del proprio corpo, totalmente immobile, incapace di compiere ogni tipo di movimento, forse è possibile. Una potenziale soluzione arriva infatti dal Wyss Center for Bio and Engineering di Ginevra, dove un gruppo di ricercatori è riuscito ad elaborare un’interfaccia in grado di “leggere nella mente” dei pazienti con Sindrome Locked-In.

Leggere nella mente 

Il sistema di comunicazione alternativo oggetto di studio dei ricercatori di Ginevra consiste in un cuffia particolare dotata di elettrodi in grado di analizzare le variazioni del flusso sanguigno a livello cerebrale. 
In pratica quando vogliamo compiere un’azione (che sia anche il semplice rispondere ad una domanda), nel nostro cervello il flusso di sangue (e di conseguenza il livello di ossigeno) aumenta in corrispondenza delle aree cerebrali deputate al controllo dell’azione in causa.
Ed è su questi meccanismi si è basato lo studio coordinato dal ricercatore Niels Birbaumer, testato su 4 pazienti affetti da SLA. La Locked-In infatti è una condizione che spesso accompagna le fasi terminali di patologie degenerative come la Sclerosi Laterale Amiotrofica ed è caratterizzata dalla paralisi completa di tutti i muscoli volontari del corpo, tanto che la persona non è in grado di compiere nemmeno movimenti minimi come lo spostamento delle pupille. Nonostante questo però, il cervello funziona e la capacità cognitive sono per lo più intatte; la persona è cosciente ma è incapace di comunicare ed interagire con il mondo esterno.

Con la cuffia indosso è stato chiesto ai pazienti di rispondere a domande di vita quotidiana che richiedevano semplici risposte affermative o negative (Sì o No) e, in base alle variazioni del flusso di sangue che avvenivano a livello cerebrale nel momento della risposta, gli studiosi hanno potuto interpretare i pensieri dei pazienti formulando delle risposte con una accuratezza del 75%. 

I risultati forniti dal sistema, attualmente ancora in via sperimentale, sono più che incoraggianti e l’obiettivo ora è quello di perfezionarlo per poter ottenere risultati più affidabili e nel minor tempo possibile.
Ma la vera innovazione sta nel fatto che, abbattendo i costi e rendendolo portatile, il dispositivo potrebbe essere utilizzato da un numero sempre maggiore di pazienti, rappresentando la chiave per poter migliorare notevolmente la vita di queste persone. 

 

[Foto: Wyss Center]

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