Caregiver familiari, è ora di valutare bisogni e livello di stress

Caregiver 01Un gruppo di Caregiver familiari (i cosiddetti “familiari alleati”) con il supporto ed il sostegno dello psicologo e psicoterapeuta Lelio Bizzarri, ha elaborato due strumenti (un test ed un tabella) il cui obiettivo non è valutare le necessità del familiare che assistono ma quelli che sono i loro bisogni reali ed il livello di stress che, ricoprendo il proprio ruolo, possono raggiungere. 

Tutelare la propria salute per salvaguardare quella degli altri

Attorno ad una persona fragile e non autosufficiente ruota un intero mondo fatto di assistenza, cura, riabilitazione, terapie di vario tipo, difficoltà, paure, incertezze, fatica, responsabilità. E spesso, la figura che si trova a dover coordinare tutto questo è quella del caregiver familiare. Di chi stiamo parlando? Di persone (spesso anche professionisti o ex-professionisti in ambito socio-sanitario) che decidono di sacrificare la propria vita per dedicarsi all’assistenza a 360° di un proprio caro disabile ed il più delle volte non autosufficiente.

Quella dei caregiver familiari è una categoria di lavoratori instancabili per la quale sembrano esistere più doveri che diritti. Persone che, nonostante tutto, non smettono di lottare contro l’assenza (disarmante) dello Stato, dal quale si sentono abbandonati ormai da tempo (se non da sempre). 

Nei giorni scorsi un gruppo di “familiari alleati” con il supporto di Lelio Bizzarri, uno psicologo disabile esperto in materia, ha voluto porre l’attenzione, forse per la prima volta, su alcuni dei tanti aspetti finora trascurati che riguardano la vita del caregiver familiare: stato di salute, stress e bisogni reali. 

A questo scopo sono stati elaborati due strumenti, un test ed una tabella, con l’obiettivo di valutare le reali esigenze presenti all’interno di ogni singolo nucleo familiare e di analizzare il contesto familiare all’interno del quale il caregiver si trova ad operare. In questo modo infatti è possibile evidenziare le criticità presenti ed affrontarle secondo un ordine di priorità precedentemente stabilito: solo così sarà possibile garantire il benessere psico-fisico del caregiver e quindi dell’intero nucleo familiare, garantendo una migliore qualità di assistenza.  
Questo genere di difficoltà comunque varia in genere non in relazione al tipo di disabilità, quanto piuttosto al contesto ambientale ed alle risorse presenti sul territorio. 

Come anticipato, gli strumenti individuati sono due:

  • un test: ovvero un’intervista approfondita che misura il carico di impegno del caregiver ed individua, con ordine di priorità, gli interventi necessari a mettere in sicurezza la persona disabile ed il contesto in cui vive;
  • una tabella: che indica le patologie alle quali, dato l’impegno costante richiesto dalla figura del caregiver (ripetuti sforzi fisici, scarso riposo, mancanza di tempo per la cura di  sé), la categoria va incontro più di frequente.

Eppure, l’articolo 32 della nostra Costituzione, parla chiaro. La salute è un diritto di tutti. Non di alcuni. 

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