PENSIONI E DISABILITA’. LE LACRIME DI ELSA

Provate ad immaginare cosa significhi assistere un familiare, un figlio, con disabilità gravissima. Per un genitore è un’esperienza durissima. Cosa ancora più dura e logorante se il genitore è anche costretto a lavorare.

L’unico sogno che una persona condannata a questa vita è la pensione. Possibilmente anticipata, per potersi dedicare con maggior cura ed amore al proprio caro.

PENSIONI E DISABILITA’: LA  RIFORMA PREVIDENZIALE

Il nuovo governo presieduto dal Prof. Mario Monti, ha recentemente presentato la manovra finanziaria per salvare il presente ed il futuro del nostro paese. Nel cospicuo pacchetto delle riforme, ovviamente, occupa un posto di primissimo piano quella relativa alla riforma previdenziale, cioè delle pensioni. Tutte.

Il ministro del welfare Elsa Fornero ha illustrato i vari punti e le novità di questa riforma. Che ad una prima analisi sembra proprio non considerare le necessità e i bisogni di chi, non per sua volontà, si trova a dover assistere persone con disabilità gravissime.

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PENSIONI E DISABILITA’: DAL METODO RETRIBUTIVO A QUELLO CONTRIBUTIVO

La riforma previdenziale prevede il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo. In sostanza una volta le pensioni venivano calcolate in base agli ultimi stipendi percepiti. Con il risultato che la pensione complessivamente percepita era superiore all’ammontare dei contributi versati in un’intera vita lavorativa.

Con il metodo contributivo invece l’assegno pensionistico, a partire dal 2012, sarà calcolato sulla base dei contributi effettivamente versati.

L’ammontare dei contributi viene uniformato annullando le differenze ancora esistenti tra le molte categorie. Infatti i lavoratori dipendenti dovranno versare il 33%, gli atipici il 27% per i lavoratori autonomi invece l’aliquota da versare è fissata al 20%.

PENSIONI E DISABILITA’: LE DONNE COME GLI UOMINI

E’ prevista l’equiparazione tra donne e uomini. Dal 2012 le donne potranno andare in pensione a 62 anni, età che tenderà progressivamente a salire fino ai 66 anni del 2018.  E’ stata inoltre introdotta una fascia flessibile, per consentire a chi lo volesse, di continuare a lavorare ancora qualche anno.

PENSIONI E DISABILITA’: LE PENALIZZAZIONI

Gli uomini avranno la possibilità di lasciare il lavoro a 42 anni ed un mese di contributi versati, indipendentemente dall’età. Le donne invece con 41 anni ed un mese. Chi vorrà anticipare sarà soggetto ad una penalizzazione pari al 2% in meno per ogni anno di anticipo rispetto all’età minima.

Quindi che succede a chi vorrebbe andare in pensione anticipatamente per poter assistere un proprio caro non potendosi permettere di pagare un’assistenza esterna?

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PENSIONI E DISABILITA’: L’INFLAZIONE

Durante la presentazione di questa nuova manovra il ministro del welfare Elsa Fornero si è commossa. Un momento di umanità. Forse di sincera sofferenza. Dover annunciare che le pensioni per i prossimi due anni non saranno adeguate all’inflazione. Con esclusioni delle minime fino a 936 euro. Un ulteriore colpo al costo della vita.

PENSIONI E DISABILITA’: L’IMPATTO SUI DISABILI GRAVI E GRAVISSIMI

Simona Bellini, il presidente del coordinamento delle famiglie disabili gravi e gravissime, ha denunciato questa situazione.  Sono 17 anni che si aspetta una legge in proposito.

In Francia, per esempio, chi lascia il lavoro per assistere una persona con disabilità grave o gravissima riceve uno stipendio di 1600 euro. La metà se l’impiego è part-time.

Siamo sicuri che le sue lacrime, ministro Fornero, siano la testimonianza di una sensibilità e di una umanità non comune. Siamo sicuri che vorrà ascoltare le istanze di queste famiglie e garantire loro quel minimo ed indispensabile sostegno che un paese civile non può ignorare.

 

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